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Parkour: con l’Uisp il “salto dei tetti diventa sport”

Su Repubblica un’intera pagina dedicata a questa “disciplina di strada” e al ruolo dell’Uisp per diffonderla in tutta Italia

Parkour, dalle balie ai campionati, il salto sui tetti diventa sport”: è questo il titolo dell’articolo che Corrado Zunino ha scritto su Repubblica di oggi (giovedi 20 dicembre) a pagina 43 del giornale. “Il salto del gatto e la corsa sul muro, wall run, ora sono sport riconosciuto. Ci sono maestri che possono dare patenti valide nel mondo, alle spalle associazioni sportive – in questo caso l’Uisp, 1.300.000 soci, 17.812 gruppi - che si occupano di promuoverlo. In modo più sincero e aderente, va detto, rispetto alla grande industria che usa il “tic tac”, il rimbalzo sul muro, per sponsorizzare scarpe con le molle”.

L’articolo di Zunino si apre così, passando in rassegna un po’ di storia di questa attività e andando alla ricerca di radici etimologiche in grado di illustrarne la visione.
Parla Federico Mazzoleni, 29 anni, praticante, divulgatore di parkour e operatore Uisp. Lo ricorderete intervistato da Uispress nel numero dello scorso venerdi. (n.44 del 14 dicembre 2012).
“Il parkour, che è superamento di ogni ostacolo – prosegue l’articolo di Repubblica – qualsiasi genere di ostacolo, adattando il proprio corpo all’ambiente urbano circostante (palazzi, ringhiere, scale,vuoti, panchine, tubi innocenti, lampioni, tetti, edifici popolari) è già letteratura e moda”.
Poi l’articolo cita “Daniel Richard Edwards, atleta inglese arruolato in Italia per diffondere il metodo Adapt (la formazione degli istruttori) “ che parla attraverso l’intervista che la Redazione nazionale Uisp realizzo nel maggio scorso e che divenne un video firmato da Francesco Sellari e Francesca Spanò (VIDEO).
“La cultura del Parkour– in palestra e nei ghetti metropolitani- si sta diffondendo in Italia. Il 2012 è stata una stagione fruttuosa, Milano e Bergamo, Torino e Firenze, Bari e Trani. L’Uisp conta mille tesserati ed ha appena chiuso un seminario a Modena…”. In questo articolo di Repubblica c’è il riconoscimento all’Uisp nell’aver creduto nella diffusione di questa attività (settore Innovazione e sviluppo all’interno del Dipartimento attività Uisp, progetto Indysciplinati) e la scommessa nel raccontarlo. (I.M.)