Nazionale

Co­strui­re una co­mu­ni­tà edu­can­te che tu­te­li bam­bi­ni e bam­bi­ne

Il Rap­por­to per la dif­fu­sio­ne di si­ste­mi di tu­te­la in tut­ti i con­te­sti edu­ca­ti­vi di Save the Chil­dren e l’Al­lean­za 10 in con­dot­ta, di cui fa parte anche l'Uisp. Parla L. Barra

 

Sem­pre più spes­so, le cro­na­che ci rac­con­ta­no casi di abu­si e mal­trat­ta­men­ti sui mi­no­ri, an­che mol­to pic­co­li, che si con­su­ma­no in luo­ghi ri­te­nu­ti si­cu­ri per i bam­bi­ni, come scuo­la, asi­lo o cen­tri ri­crea­ti­vi o spor­ti­vi. L’e­vi­den­za più gra­ve è che que­sti abu­si sia­no spes­so com­piu­ti da adul­ti di ri­fe­ri­men­to, con con­se­guen­ze de­va­stan­ti sui bam­bi­ni, an­che a lun­go ter­mi­ne. Dall’“In­da­gi­ne na­zio­na­le sul mal­trat­ta­men­to dei bam­bi­ni e de­gli ado­le­scen­ti in Ita­lia” emer­ge, in­fat­ti, che sono ol­tre 91­mi­la i mi­no­ren­ni mal­trat­ta­ti in ca­ri­co ai Ser­vi­zi so­cia­li ita­lia­ni.

Per que­sto è stato pub­bli­ca­to il rap­por­to “Come co­strui­re una co­mu­ni­tà edu­can­te in gra­do di tu­te­la­re bam­bi­ni e bam­bi­ne. Rap­por­to per la dif­fu­sio­ne di si­ste­mi di tu­te­la del­l’in­fan­zia e del­l’a­do­le­scen­za in tut­ti i con­te­sti edu­ca­ti­vi”  rea­liz­za­to da Save the Chil­dren e dal­l’Al­lean­za 10 in con­dot­ta, un in­sie­me di as­so­cia­zio­ni e or­ga­niz­za­zio­ni, tra cui l'Uisp, che in­ten­do­no met­ter­si di­ret­ta­men­te in gio­co per raf­for­za­re la pre­ven­zio­ne de­gli abu­si a par­ti­re dai pro­pri am­bi­ti di in­ter­ven­to e, allo stes­so tem­po, pro­muo­ve­re la dif­fu­sio­ne e l’ap­pli­ca­zio­ne di un si­ste­ma di tu­te­la in tut­to il Pae­se, an­che ri­vol­gen­do­si alle isti­tu­zio­ni.

In se­gui­to al lan­cio del ma­ni­fe­sto “10 in Con­dot­ta” del feb­bra­io 2020, si è co­sti­tui­ta l’Al­lean­za 10 in con­dot­ta, che si pro­po­ne come una rete na­zio­na­le di or­ga­niz­za­zio­ni e as­so­cia­zio­ni che si oc­cu­pa­no at­ti­va­men­te, nel­l’am­bi­to del pro­prio man­da­to, del­la pro­mo­zio­ne e tu­te­la dei di­rit­ti del­l’in­fan­zia e del­l’a­do­le­scen­za in Ita­lia. La fi­na­li­tà di que­ste or­ga­niz­za­zio­ni è fa­vo­ri­re l’a­do­zio­ne di un si­ste­ma di tu­te­la da par­te di tut­te le real­tà che ope­ra­no in Ita­lia con i mi­no­ren­ni, a par­ti­re da una Child Sa­fe­guar­ding Po­li­cy che pro­muo­va un mo­del­lo or­ga­niz­za­ti­vo di pre­ven­zio­ne e ge­stio­ne di com­por­ta­men­ti scor­ret­ti da par­te de­gli adul­ti di ri­fe­ri­men­to. L’im­pe­gno del­le Or­ga­niz­za­zio­ni del­l’Al­lean­za è co­strui­re am­bien­ti più si­cu­ri e tu­te­lan­ti per bam­bi­ni, bam­bi­ne ed ado­le­scen­ti.

"L'obiettivo di questo lavoro comune è costruire una comunità educante che sia in grado di tutelare bambini e bambine in tutti i contesti educativi, compreso quello sportivo - spiega Loredana Barra, responsabile politiche educative e inclusione Uisp - Noi non possiamo tirarci indietro dal nostro ruolo educativo nè sentirci immuni da queste problematiche: il nostro mondo mette constantemente in relazione bambini e adolescenti con tecnici, operatori ed educatori sportivi, che hanno una grande responsabilità nei confronti dei bambini. Qualunque adulto che incontra un bambino deve essere consapevole che può cambiare la vita di quel bambino, noi ci impegniamo per farlo sempre in meglio. Il contesto sportivo non deve mai essere luogo di maltrattamenti e abusi, e tra questi vanno considerate anche violenze diverse da quelle sessuali, come il mancato rispetto della crescita psicofisica, lo schiacciamento dell'autostima, la precocizzazione. L’impegno Uisp è fare in modo che tutti gli operatori che incontrano bambini siano a conoscenza della policy di tutela dei minori e che la sottoscrivano. In questo periodo stanno partendo i centri estivi, è indispensabile che tutti gli operatori conoscano la Policy, infatti è inserita anche nei percorsi formativi delle unità didattiche di base".

Il Rap­por­to è la pri­ma ini­zia­ti­va del­l’Al­lean­za, che rac­con­ta, a par­ti­re da un que­stio­na­rio di au­to­va­lu­ta­zio­ne som­mi­ni­stra­to alle or­ga­niz­za­zio­ni fir­ma­ta­rie, qua­le sia lo sta­to di ap­pli­ca­zio­ne dei si­ste­mi di tu­te­la al loro in­ter­no. In par­ti­co­la­re l’in­da­gi­ne ha per­mes­so di va­lu­ta­re qua­li sia­no le pra­ti­che più ri­le­van­ti pre­sen­ti nel­le or­ga­niz­za­zio­ni ade­ren­ti. L’in­da­gi­ne è sta­ta strut­tu­ra­ta se­guen­do 9 aree di ri­cer­ca: prin­ci­pi ba­si­la­ri che orien­ta­no al Child Sa­fe­guar­ding, azio­ni di sen­si­bi­liz­za­zio­ne e for­ma­zio­ne, in­di­ca­zio­ni sul com­por­ta­men­to del­le per­so­ne in po­si­zio­ne fi­du­cia­ria nei con­fron­ti dei mi­no­ri, pro­ce­du­re di se­gna­la­zio­ne, mo­da­li­tà di ge­stio­ne del­le se­gna­la­zio­ni, re­clu­ta­men­to del per­so­na­le, va­lu­ta­zio­ne dei ri­schi, for­ma­liz­za­zio­ne di una Child Sa­fe­guar­ding Po­li­cy, pra­ti­che po­si­ti­ve in am­bi­to di Child Sa­fe­guar­ding ester­ne e che l’Al­lean­za ha ri­scon­tra­to ne­gli am­bi­ti di la­vo­ro.

Dal­le ri­spo­ste rac­col­tee­mer­ge, per esem­pio, che la mag­gio­ran­za del­le or­ga­niz­za­zio­ni ne­gli ul­ti­mi anni si è do­ta­ta o si sta do­tan­do di una Child Sa­fe­guar­ding Po­li­cy (60% cir­ca). Di que­sti, il 20% ha di­chia­ra­to di aver adot­ta­to da più di tre anni una Po­li­cy di Child Sa­fe­guar­ding, il 10% di aver­la adot­ta­ta da meno di tre anni, e, in­fi­ne, il ri­ma­nen­te 30% di es­se­re in via di de­fi­ni­zio­ne di una pro­pria Po­li­cy. Tra le or­ga­niz­za­zio­ni che di­chia­ra­no di ave­re una Child Sa­fe­guar­ding Po­li­cy, le mi­su­re spe­ci­fi­che vi­gen­ti ri­guar­da­no prin­ci­pal­men­te in­di­ca­zio­ni sul com­por­ta­men­to da te­ne­re con i be­ne­fi­cia­ri mi­no­ri (nel 72,97% dei casi), sen­si­bi­liz­za­zio­ne e for­ma­zio­ne te­ma­ti­ca spe­ci­fi­ca (nel 67,57% dei casi) e mi­su­re per il re­clu­ta­men­to si­cu­ro (nel 56,76% dei casi). Inol­tre, il 42,59 % del­le or­ga­niz­za­zio­ni ha di­chia­ra­to che adot­ta Co­di­ci di Con­dot­ta vin­co­lan­ti e pub­bli­ci e una Child Sa­fe­guar­ding Po­li­cy; il 44,44% di­chia­ra di adot­ta­re Co­di­ci Eti­ci, il 38,89% of­fre in­di­ca­zio­ni, vi­gen­ti e vin­co­lan­ti su cosa fare o non fare quan­do ci si rap­por­ta con be­ne­fi­cia­ri mi­no­ri per ga­ran­ti­re la loro tu­te­la da mal­trat­ta­men­to e abu­so in do­cu­men­ti di pro­get­to e, in­fi­ne, il 50% adot­ta tali in­di­ca­zio­ni nel­lo Sta­tu­to. Per quan­to ri­guar­da le pro­ce­du­re di se­gna­la­zio­ne, il 60% con­fer­ma che la pro­pria or­ga­niz­za­zio­ne adot­ta in­di­ca­zio­ni chia­re, for­ma­liz­za­te e dif­fu­se ri­vol­te allo staff e/​o ai part­ner sul come e a chi se­gna­la­re in ma­nie­ra con­fi­den­zia­le po­ten­zia­li abu­si, no­no­stan­te si ri­le­vi un’al­ta per­cen­tua­le di or­ga­niz­za­zio­ni che non han­no adot­ta­to tali in­di­ca­zio­ni (cir­ca il 40%). In­fi­ne, i bam­bi­ni o ra­gazzi più gran­di han­no a di­spo­si­zio­ne nu­me­ri te­le­fo­ni­ci de­di­ca­ti nel 40% dei casi e in­di­riz­zi mail de­di­ca­ti per il 23,33%. An­che le mi­su­re di re­clu­ta­men­to si­cu­ro del per­so­na­le adot­ta­te dal­le or­ga­niz­za­zio­ni sono mol­te­pli­ci: nel­la mag­gior par­te dei casi lo staff e i vo­lon­ta­ri che la­vo­ra­no a con­tat­to di­ret­to e/​o in­di­ret­to (in­clu­se le in­te­ra­zio­ni on­li­ne), ven­go­no re­clu­ta­ti se­guen­do al­cu­ni pas­sag­gi spe­ci­fi­ci come un pri­mo col­lo­quio di co­no­scen­za ba­sa­to su do­man­de spe­ci­fi­che (nel 72,34% dei casi), la ve­ri­fi­ca suc­ces­si­va del ca­sel­la­rio giu­di­zia­le (nel 59,57% dei casi) e la ri­chie­sta di re­fe­ren­ze spe­ci­fi­che (nel 48,94% dei casi).

Il Rap­por­to, inol­tre, pro­muo­ve l’a­do­zio­ne di un si­ste­ma di tu­te­la, ov­ve­ro l’in­sie­me di re­go­le di com­por­ta­men­to, chia­re pro­ce­du­re di se­gna­la­zio­ne, in­di­vi­dua­zio­ne del­le fi­gu­re re­spon­sa­bi­li, per pre­ve­ni­re abu­si e mal­trat­ta­men­ti ai dan­ni di mi­no­ri, si­ste­ma che do­vreb­be es­se­re un re­qui­si­to es­sen­zia­le per tut­ti i ser­vi­zi, edu­ca­ti­vi e ri­crea­ti­vi, ri­vol­ti ai mi­no­ren­ni. Le or­ga­niz­za­zio­ni e as­so­cia­zio­ni che sot­to­scri­vo­no il Rap­por­to sot­to­li­nea­no l’im­por­tan­za di un pat­to fon­da­to pro­prio sul­la fi­du­cia e sul­la re­spon­sa­bi­li­tà vol­to al coin­vol­gi­men­to di fa­mi­glie, edu­ca­to­ri e tut­ti gli adul­ti che si re­la­zio­na­no con i mi­no­ri. Solo in que­sto modo si po­trà co­strui­re, at­tor­no ad ogni bam­bi­no, una “co­mu­ni­tà edu­can­te” che tu­te­li i bam­bi­ni e le bam­bi­ne che ne fan­no par­te.

"L’al­lean­za na­sce dal­la con­si­de­ra­zio­ne che trop­po spes­so le cro­na­che ci con­se­gna­no casi di abu­so e mal­trat­ta­men­to ai dan­ni dei mi­no­ri, an­che mol­to pic­co­li, con­su­ma­ti nei luo­ghi che do­vreb­be­ro es­se­re per loro i più si­cu­ri, tra cui la scuo­la, l’a­si­lo nido, il cen­tro ri­crea­ti­vo o spor­ti­vo. An­co­ra più gra­ve ap­pa­re il fat­to che que­sti abu­si sia­no com­piu­ti dal­le fi­gu­re adul­te di ri­fe­ri­men­to – edu­ca­to­ri, in­se­gnan­ti, al­le­na­to­ri spor­ti­vi – vio­lan­do un pat­to di fi­du­cia es­sen­zia­le per la cre­sci­ta, con con­se­guen­ze che pos­so­no es­se­re mol­to gra­vi e du­ra­tu­re nel tem­po. Ep­pu­re que­sto ac­ca­de, ed è ne­ces­sa­rio fare di più per pro­muo­ve­re com­por­ta­men­ti po­si­ti­vi da par­te de­gli adul­ti di ri­fe­ri­men­to, per sa­per ri­co­no­sce­re i se­gna­li di ri­schio e per in­ter­ve­ni­re in modo tem­pe­sti­vo. Quan­do que­sti casi esplo­do­no, in tut­ta la loro gra­vi­tà, è or­mai trop­po tar­di per le vit­ti­me: bi­so­gna oc­cu­par­se­ne pri­ma per pre­ve­ni­re e fer­ma­re gli abu­si.  Save the Chil­dren e le or­ga­niz­za­zio­ni riu­ni­te nel­l’Al­lean­za con­cor­da­no che sia pos­si­bi­le ren­de­re si­cu­re e tu­te­lan­ti le at­ti­vi­tà a di­ret­to con­tat­to con i mi­no­ren­ni at­tra­ver­so l’a­do­zio­ne di un si­ste­ma di tu­te­la, qua­li ad esem­pio: re­go­le di com­por­ta­men­to, chia­re pro­ce­du­re di se­gna­la­zio­ne, in­di­vi­dua­zio­ne del­le fi­gu­re re­spon­sa­bi­li. Cia­scun ente o sin­go­lo che si fac­cia pro­mo­to­re di ser­vi­zi e at­ti­vi­tà in cui sono coin­vol­ti in modo di­ret­to o in­di­ret­to le per­so­ne mi­no­ren­ni do­vreb­be es­se­re ob­bli­ga­to ad as­su­me­re im­pe­gni con­cre­ti per la loro pro­te­zio­ne, at­tra­ver­so l’a­do­zio­ne di ade­gua­ti stan­dard, stru­men­ti e pro­ce­du­re, al fine di as­si­cu­ra­re che essi non su­bi­sca­no e non sia­no espo­sti al ri­schio di su­bi­re vio­la­zio­ni o abu­si come con­se­guen­za del­le at­ti­vi­tà e del com­por­ta­men­to at­ti­va­to da­gli adul­ti coin­vol­ti” sot­to­li­nea l’Al­lean­za.

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