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Sport nelle carceri: su Radio Popolare la Rete nazionale Uisp

Radio Popolare ha intervistato Antonio Iannetta, dirigente Uisp Milano, per parlare della nuova iniziativa Uisp. Lo sport aiuta ad immaginare il futuro

 

Radio Popolare ha intervistato Antonio Iannetta, dirigente Uisp Milano, per parlare della Rete Nazionale Uisp per le carceri: un gruppo di lavoro aperto a dirigenti, operatori e operatrici che, a vario titolo, si occupano di promuovere attività motoria e sportiva negli istituti di pena. Ospite del programma “Barrilete Cosmico” Iannetta ha sottolineato fin da subito come l’Uisp promuova da oltre trent’anni attività motorie e sportive negli istituti penitenziari. “C’è stato un nuovo rilancio di queste attività. In questo momento siamo impegnati nell’istituto penale minorile Cesare Beccaria di Milano per un’iniziativa che è partita il 30 giugno e finirà il 30 agosto. I ragazzi saranno coinvolti in corsi di nuoto e attività sportive in piscina (esercizi di acquaticità, tecniche di base di nuoto-trasporto, salvataggio, apnea e giochi collettivi da fare in acqua) per circa 33 ore ogni settimana, 5 giorni su 7”. Gli operatori inclusi in questa iniziativa saranno 14: sette istruttori, tre operatori e quattro assistenti bagnanti. “Il progetto prevede un vero e proprio insegnamento sia degli aspetti tecnici sportivi, sia della dimensione educativa che lo sport ha, dando anche una prospettiva su quello che potrà essere il futuro”.

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L’Uisp Milano è inoltre impegnata in tutte le aree metropolitane nelle attività organizzate dai comitati territoriali. Oltre al nuoto, sono tante le attività motorie proposte, che vanno dalla ginnastica al tennis del carcere di Bollate. “I nostri dirigenti e operatori cercano, all’interno degli istituti di pena, di rendere importante la pratica motoria, che serve ad allentare le pressioni che si vengono a creare all’interno delle carceri, e di dare le giuste prospettive per una futura vita in ambito lavorativo e sportivo”.
Gli operatori Uisp entrano nelle carceri su spinta volontaria, con una forte spinta motivazionale, e dopo una formazione specifica e un monitoraggio sui loro strumenti pedagogico-educativi che vanno oltre la preparazione tecnica. Gli istituti di pena possono essere dei luoghi non solo di detenzione, ma di recupero e di riscatto sociale. “Dal nostro punto di vista – sottolinea Iannetta - lo sport è uno strumento di inclusione sociale che tende a favorire tutti, non escludendo nessuno”.

L’Uisp Nazionale è da sempre coinvolta in iniziative e progetti di livello internazionale, in Europa come in Paesi in conflitto o in via di sviluppo. “Per quanto riguarda l’esperienza negli istituti di pena, cerchiamo sempre di fare riferimento a un quadro europeo, anche in tema di relazioni e rapporti. Di fatto c’è un confronto delle esperienze vissute nei vari istituti, anche non italiani”. Vengono quindi studiati e pianificati insieme dei percorsi particolari per ogni istituto, in base alle strutture sportive e gli spazi che sono a disposizione.
“Non sempre è facile iniziare un percorso, non si può pensare che la formazione sportiva sia automatica, perché i vissuti personali sono complessi. C’è una sorta di magia però che viene data dal movimento e che porta a forme di comunicazione immediate. Questo viene osservato molto negli sport di squadra dove proprio attraverso lo sport vengono abbattute le barriere sociali”. (a cura di Sergio Pannocchia)