Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Tra Robin Hood e Guillaume Tell

L'arco per riscoprire la fantasia, la natura e la storia della civiltà umana. Le novità legate al "tiro dinamico" Uisp

Una 'battuta' di tiro dinamico con la Uispdi Vittorio Brizzi

da Area Uisp n. 15


IL "tiro dinamico", specialità Uisp del tiro con l'arco, è una proposta che contiene una precisa caratterizzazione tecnica e filosofica ed è inserita in un contesto di pratica, comunicazione e coinvolgimento del largo pubblico. Esso propone in egual misura contenuti tecnico-sportivi, storico-culturali, ludici, pedagogici e sociali. Nel panorama sportivo di oggi in Italia, il tiro con l'arco è rappresentato ufficialmente ai giochi olimpici dalla Fitarco (Federazione Italiana Tiro con l'Arco) nata nel 1961 e riconosciuta dal Coni nel 1978. Nel 1984 nacque, da una scissione lombarda, la Fiarc (allora Federazione Italiana Arcieri Cacciatori, ora Federazione Italiana Arcieri tiro di Campagna) per proporre il tiro di simulazione venatoria come alternativa alla disciplina agonistica. Negli anni successivi, e soprattutto nell'ultimo decennio, lo sport del tiro con l'arco si è notevolmente omogeneizzato, ha abbandonato la sua veste ludico-culturale puntando sempre più all'agonismo. La Uisp, negli ultimi cinque anni, ha raccolto numerosi appassionati di questa disciplina, differenziandosi in alcune specialità. Dalle parole del coordinatore italiano, Lorenzo Carrara, si evince come sia differente la proposta: "[...] nell'ambito della Uisp, a differenza di quello che avviene in altri contesti, l'enfasi non è sulla prestazione atletica o sul risultato tecnico, ma sui valori etici e sociali della condivisione, della collaborazione, della inclusione di tutti i soggetti - compresi i diversamente abili - in un'attività che sia primariamente ludica e ricreativa, socializzante, capace di creare aggregazione e di promuovere il benessere psico-fisico, lo spirito di amicizia, la trasmissione di un 'saper fare' che è prima di tutto saper stare insieme". Su queste basi, sono nate le specialità del "Fiore di Ciliegio", del tiro "outdoor", del "tiro storico", del "tiro alla targa" ed infine del "tiro dinamico", l'ultima nata.

Il progetto "tiro dinamico" cerca di assecondare diverse aspirazioni. Esso tiene in considerazione tutte le componenti che nella storia hanno contraddistinto l'arciere, non solo la precisione nel colpire il bersaglio. Infatti, con l'introduzione del principio degli arkàn (i pilastri dell'antica tradizione arcieristica orientale) si intendono valorizzare, oltre alla precisione, le doti di abilità, velocità e potenza. Postulati fondamentali sono quindi il lavoro di ricerca sull'uomo. Il risultato è un'attività che permette forti spettacolarizzazioni, riducendo la staticità apparente del tiro con l'arco e combinandola con ingredienti ludico-sportivi e aggreganti, senza le limitazioni che nascono negli ambiti strettamente agonistici. Nel tiro dinamico cambia completamente il rapporto dell'arciere con il bersaglio e il tiro; esso, infatti, non è sottoposto a un rigido regolamento condizionante a priori o arbitrario ma è il bersaglio che, con le sue prerogative, condiziona la risposta dell'arciere nella postura e nel tiro, stimolandolo ad una ricerca via via più raffinata. Il bersaglio deve quindi essere colpito ma le "regole di ingaggio", tranne per ciò che riguarda la sicurezza, cercano di essere il meno invasive possibili. Le attrezzature consentite sono fondamentalmente libere. La loro scelta faciliterà alcune abilità a discapito di altre e viceversa. È l'arciere che deve bilanciare, attraverso un lavoro di adattamento specifico su se stesso, le vocazioni dell'attrezzatura sollecitata nei diversi arkàn.

Per chi non conosce ancora l'arco, il Settore tiro con l'arco Uisp presenta iniziative di carattere pluridisciplinare, in grado di aumentare l'appeal del tirare frecce. Si prevede, infatti, una ricca offerta che potrà coinvolgere appassionati di sport all'aria aperta delle leghe Uisp vicine, come l'equitazione, la canoa, il modellismo (per la simulazione del bersaglio in movimento). Inoltre, nell'ambito più propriamente culturale (e, soprattutto, con i bambini e i ragazzi in età scolare), l'arco diventa un mezzo per proporre occasioni di accrescimento attraverso lo studio della preistoria e dell'antichità. Al riguardo, lo sapevate che la tecnologia dell'arco racchiude in sé tutte le principali tecnologie della materia naturale che hanno permesso l'evoluzione dell'uomo? Per poter comunicare un'immagine ludico-aggregativa dell'arco, le manifestazioni di tiro dinamico prevedranno momenti di aggregazione, dall'esposizione delle opere degli artigiani a momenti di dialogo, studio e gioco per i più piccoli. Questo concetto di "manifestazione integrata" deve contemplare la possibilità di poter assistere, per il pubblico, anche a quei momenti normalmente "occulti" e privati delle manifestazioni, dedicati ai soli arcieri agonisti, per consentire a tutti di capire e apprezzarne la spettacolarità integrata nello scenario naturale.

Queste manifestazioni, competitive ma a basso tenore agonistico, sono strutturate in tre diverse specializzazioni, regolamentate da una classifica nazionale e in circuiti regionali, ognuna delle quali è rappresentativa di due dei quattro arkàn. A queste tre manifestazioni, è aggiunta una quarta con regolamento a scelta della società organizzatrice, per favorire la creatività, lo spettacolo e l'inventiva. Oltre a ciò, è previsto un campionato di tiro preistorico, allo scopo di inserirsi nel campionato europeo già esistente da anni. Ovvio come quest'ultima specialità sia connotata in termini culturali, favorendo la pratica delle tecnologie primitive. Più che vere e proprie competizioni si tratta di raduni in pieno spirito aggregativo, con esposizioni di repliche preistoriche, mercatini di materie prime naturali, convegni e workshop in stretta collaborazione con parchi a tema archeologici e strutture universitarie. Una particolare manifestazione non agonistica è la "Prova dei quattro arkàn", una spettacolarizzazione del tiro dinamico che serve come verifica delle abilità raggiunte. Essa è gestita dai coordinatori della formazione ed è tappa obbligata nel percorso dei formatori. Svolgendosi su terreni aperti e privi di variazioni altimetriche e su bersagli appositamente realizzati per enfatizzare i quattro "pilastri" essa è liberamente accessibile a tutti, compresi i diversamente abili. Serve come laboratorio per la sperimentazione dei bersagli e delle modalità di tiro. Non vi è classifica ma gli arcieri che lo desiderano possono annotare e registrare i livelli raggiunti, in modo da tenere sotto controllo il percorso evolutivo e ricevere consigli per migliorare i propri "punti deboli".

Nel progetto "tiro dinamico" larghissima considerazione è rivolta ai giovani in età scolare. A tale proposito, modelli pedagogici appositamente studiati propongono l'arco e le frecce come collante alla didattica della scuola elementare e media, attraverso i "Piccoli Primitivi", un programma che prevede l'insegnamento extracurriculare delle tematiche preistoriche e antiche legate alla natura e alla cultura del non spreco, trasformando la classe in una piccola tribù. I risultati ottenuti dalle prime edizioni sperimentali hanno rivelato la formula come vincente. Ulteriore punto fermo della disciplina è l'estremo impegno nella formazione dei formatori. La didattica del tiro dinamico è articolata in vari step attraverso il concetto della "costruzione personale". Questo sistema, elaborato sperimentalmente nel 1991, parte dal presupposto che non esiste un modello nell'approccio alle discipline arcieristiche ma che ogni individuo ha in sé le prerogative per sviluppare un suo specifico atteggiamento al tiro, da un punto di vista sia biomeccanico che psicologico. Attraverso il modo di insegnare, costituito prevalentemente da stimoli e dialoghi su situazioni non statiche ricreate artificialmente, il principiante tende a superare più facilmente i punti considerati classicamente critici dell'apprendimento del tirare con l'arco.

Segnaliamo poi alcuni progetti: la ricerca avviata nel 2002 sui problemi legati a lateralità, biomeccanica e visione, in collaborazione con tecnici del basket; quella sugli aspetti della percezione del bersaglio, del rilassamento e della concentrazione, in collaborazione con psicologi afferenti alla disciplina del golf; il progetto di ricerca sul colpire a distanza, che individua l'atto del lanciare un proiettile come componente della formazione del linguaggio strutturato e dei meccanismi sequenziali dell'uomo nella preistoria, in collaborazione con le università; quello sulla sicurezza nei tiri che mancano il bersaglio e che possono essere fonte di pericolo nelle manifestazioni. Emerge chiaramente da questi esempi che l'intento centrale del nostro settore è di favorire il più possibile la ricerca nelle varie tematiche interdisciplinari.

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