Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Rapporto sulle attività 2011

La copertina del 'Rapporto sulle attività'Clicca qui per scaricare il Rapporto sulle attività in pdf (1,87 MB)

Il rapporto sulle attività (ed. 2011)

Il "Rapporto sulle attività" è una pubblicazione a cura del "Dipartimento attività - Settore Innovazione e sviluppo" della Uisp nazionale che ha la finalità di indagare nel profondo il tessuto associativo della Uisp su tutto il territorio nazionale. Scopo di questa indagine è quello di conoscere la distribuzione degli associati alla Uisp nelle varie discipline ed attività per agevolare al meglio il corpo dirigente dell'associazione di sportpertutti nelle prassi di progettazione e innovazione delle attività stesse. Oltre ad approfondite ricerche statistiche, il volume si completa con la descrizione dei diversi settori della Uisp che intercettano il campo di azione delle Leghe (comunicazione, formazione, dipartimento internazionale) e delle innovazioni in programma e di quelle già presenti sul territorio nazionale. Curatore del volume è Franco Biavati, dirigente Uisp del Dipartimento attività.

Editoriale: Il valore sociale dello sport dei diritti

di Vincenzo Manco - Responsabile Dipartimento attività nazionale

 

La pubblicazione nel 2007 del Libro Bianco da parte della Commissione Europea credo possa essere considerata come il vero e proprio spartiacque culturale e politico in tema di sport e di attività motoria. In quel documento la Commissione utilizza l'espressione stabilita dal Consiglio d'Europa nel definire lo sport: "Sport è qualsiasi forma di attività fisica che, mediante una partecipazione organizzata o meno, abbia come obiettivo il miglioramento delle condizioni fisiche e psichiche, lo sviluppo delle relazioni sociali o il conseguimento di risultati nel corso di competizioni a tutti i livelli". Lo sport, quindi, come grande valore sociale per favorire le relazioni e la convivenza tra i popoli. Quel documento lo abbiamo discusso ed approfondito nella nostra Assemblea Programmatica e ancora oggi svolgiamo un ruolo da protagonisti nel realizzare progetti che l'Unità Sport della Commissione Europea promuove. Tuttavia, a distanza di qualche anno, credo sia opportuno chiederci oggi a che punto sia la consapevolezza del nostro gruppo dirigente diffuso rispetto allo stato delle nostre attività.

Al Congresso nazionale abbiamo approvato all'unanimità il documento sulla riforma delle attività e il relativo Codice Etico e, in questo scorcio di legislatura, il Dipartimento Attività nazionale ha lavorato per cercare di creare le condizioni per poter realizzare appunto quel documento. Abbiamo sempre detto che la nostra autoriforma non deve essere vissuta come una necessità, un'azione da mettere in campo per rispondere a chissà quale spinta esterna, ma va costruita come un modo per allargare le nostre opportunità di penetrazione e di intercettazione della domanda di sport e di attività motoria che arriva dal paese. Ancor più importante è farlo ora, in un periodo di crisi economica che sta modificando, nostro malgrado, anche le abitudini e gli stili di vita delle persone. Cambia la composizione delle fasce sociali, si sta allargando sempre di più la forbice delle disuguaglianze. Tutto questo non è indipendente dalle scelte che i cittadini possono fare rispetto alla nuova condizione economica e sociale.

Riformare il nostro modello associativo e le nostre attività vuol dire, pertanto, creare più associazione tra di noi, far crescere la coscienza di sentirsi un corpo unico che esprime la propria proposta attraverso i vari strumenti operativi. Non vuol dire annullare la nostra identità. Siamo e restiamo un'associazione di sport ma con i nostri grandi valori ben radicati nel nostro patrimonio cromosomico: diritti, ambiente e solidarietà. Non solo semplificazione, quindi, ma contaminazione delle varie attività per potenziare la nostra proposta associativa, nel rispetto delle discipline, ma con l'attenzione necessaria ai cambiamenti in atto nella domanda e nelle esigenze dei cittadini dentro una società sempre più globalizzata.

Per fare ciò abbiamo però bisogno di sapere, di conoscere soprattutto il nostro stato dell'arte. Ecco perché il Dipartimento attività ha voluto fare questo lavoro che vi trovate tra le mani. Nell'approcciare questo impegno abbiamo poi voluto dare un chiaro segnale di partecipazione collettiva. Abbiamo chiesto, ai Comitati regionali e al territorio, che ringraziamo per questo, di mettersi a disposizione per raccogliere dati ed esperienze, girando tutto il paese perché volevamo che fosse chiaro il messaggio di un lavoro d'insieme, di tutti.

Lo sportpertutti è diventato un concetto egemone nella cultura sportiva e motoria, ne richiamano l'importanza ormai tutti, i Ministeri, il Coni, le Regioni, gli Enti Locali: perché ne colgono il valore di benessere individuale e collettivo, anche se spesso indicato come risposta ad un bisogno più che altro economico (si pensi al comparto della sanità) anziché culturale. Il nostro nuovo orizzonte invece è proprio questo: il riconoscimento dello sport dei diritti come valore sociale da inserire nei diritti riconosciuti dalla Costituzione, ossia lo sport di cittadinanza. Spesso indicato, usato nel nostro lessico ma mai davvero culturalmente approfondito nella nostra agenda politica.

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