Nazionale

A Genova la 38° edizione del campionato Uisp "Lavoratore"

Dal '74 il calcio Uisp crea solidarietà e socializzazione tra lavoratori. Anche ora che il lavoro manca. Intervista a I. Di Grumo

Mondo del lavoro e mondo dello sport a Genova si ritrovano da 38 anni sotto le bandiere dell'Uisp e del ”Lavoratore”, storico e appassionante campionato amatoriale di calcio a undici organizzato dalla Lega calcio Uisp di Genova, che dagli anni ’70 raccoglie su un campo di calcio operai e dipendenti delle aziende liguri. 

Abbiamo chiesto a Isa Di Grumo, presidente del Comitato Uisp genovese, di ricostruire per noi la storia di questa manifestazione. “Il campionato del Lavoratore è nato nel 1974, coinvolgendo squadre formate da operai delle varie industrie genovesi, come Italsider, Ansaldo, Fincantieri o i lavoratori del porto di Genova. Erano tempi di lavoro per tutti, le squadre erano tante e spesso erano organizzate in rappresentative dei diversi reparti. Ogni industria svolgeva un campionato interno, seguito dal vero e proprio campionato del Lavoratore, una sorta di finale ma molto ampia, infatti le squadre erano tante, grazie al buon periodo per l’occupazione industriale che stavamo vivendo. Alle prime restrizioni del mercato del lavoro, circa 20-25 anni fa, abbiamo mantenuto il nome del torneo ma è finita la suddivisione per fabbriche: ora partecipano squadre di diverse provenienze, dalle aziende, ai Cral ai dopolavoro. Il mondo del lavoro ha incontrato altre realtà sociali". 

La trentottesima edizione del Lavoratore è partita con ben trenta formazioni iscritte, suddivise fra Serie A1 e Serie A2. “Purtroppo negli anni il lavoro sta venendo a mancare - continua Di Grumo - ed è questo il più grave problema sociale per tutti, dai giovani agli anziani. Poiché questo torneo di calcio ha una storia molto radicata e a Genova il lavoro è sempre stato un valore fondante per la comunità, si vuole con questo nome rimarcarne l'importanza. La speranza è che in futuro possa tornare ad essere un campionato della persona che lavora e non di quella a cui il lavoro manca". 

"Le squadre di diversa provenienza hanno sempre utilizzato il campionato come un canale di solidarietà e conoscenza reciproca - conclude la Di Grumo - Nei primi anni si formavano anche squadre di dirigenti, il clima era più sereno, si giocava tutti insieme, si creava una comunità. Ora il clima nelle aziende è teso, è complicato anche chiedere permessi, la partita diventa uno sfogo, per alleggerire un po’ gli animi e mantenere vivi i legami di solidarietà tra i lavoratori”. (Elena Fiorani)

Nella foto: la squadra Arci-Uisp, stagione 1978/79. Foto di Tiziano Pesce, redazione Uisp Genova