"Il Liceo sportivo sarà un'articolazione del liceo scientifico": il ministro dell'istruzione Profumo ha rilanciato nei giorni scorsi questa proposta ed ha annunciato che stavolta si fa sul serio, si partirà dall'anno scolastico 2013-14. E' una buona notizia per lo sport sociale e per tutti? Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Ariemma, responsabile politiche educative Uisp: "Sembra una buona notizia! Avremo il 9° indirizzo liceale: quello sportivo. Eravamo abituati ad annunci di riduzione degli indirizzi dei licei e invece se ne aggiunge un altro. Poco male".
"Ci saranno più ore di educazione fisica in 40 licei scientifici d’Italia con questo indirizzo. Si parla di sei ore settimanali, ma mancano i riferimenti tecnici precisi. Le ore in più dovrebbero farle gli attuali insegnanti, opportunamente aggiornati, avendo la possibilità di contare su maggiori risorse economiche e sulla riqualificazione delle strutture. Potrebbe anche accadere che lo studente o la studentessa prosegua le sue ore aggiuntive nella società sportiva di appartenenza. Contemporaneamente nel suo liceo approfondirà le tematiche inerenti alla “gestione del fenomeno sportivo”, avrà crediti sportivi e maggiore “tutela” perché studiare e allenarsi insieme è davvero una fatica pesante. Soprattutto a certi livelli e in prossimità della maturità".
"A prima vista - prosegue Ariemma - questa proposta sembra un’opportunità in più per chi si vuole specializzare nello sport. Ma non è detto che l’aggiornamento dei docenti sia sufficiente ad offrire le competenze di specializzazione disciplinare necessarie in questa fascia d’età, che è quella dell'orientamento per la qualificazione degli atleti giovani. E quale raccordo c’è tra la istituzione del Liceo Sportivo e la riforma universitaria? Nessuna. Sarà un percorso da costruire. E' evidente che, a fronte della buona notizia, esiste un vuoto di approcci e contenuti nella fascia della scuola primaria".
"Ci sono altri problemi - prosegue Ariemma - si rilancia il percorso di alfabetizzazione motoria nella scuola primaria senza poterne misurare le ricadute sulle ragazze e sui ragazzi oggetto di questa operazione e senza dare agli operatori il senso della continuità per un lavoro che resterà precario. Il problema di fondo è il contesto scolastico italiano, che resta di un'arretratezza che non ha pari in Europa, perché la scuola in quanto tale non svolge il suo ruolo principale: educare studenti a tutto tondo, assumendosene gli indirizzi e l’orientamento dei contenuti".
Ariemma riprenderà queste riflessioni in occasione dell'intervento che terrà al 1° Forum nazionale “Dallo sport per la scuola al sistema di avviamento giovanile” che si svolgerà a Pistoia il 24 e 25 marzo prossimi organizzato da CAPDI, con la collaborazione di Comune e Provincia di Pistoia e con il Patrocinio del MIUR.