Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Dalla clausura alla rivoluzione: i nuovi centri estivi Uisp

Operatori, pedagogisti e pubblica amministrazione a confronto, fino alla riapertura dei centri estivi Uisp in sicurezza e con nuove metodologie educative. La testimonianza di Rita Scalambra.

 

di Vittorio Martone

BOLOGNA – "Fornire indicazioni operative, omogenee sul territorio regionale" in vista della possibile apertura dei centri estivi il prossimo 8 giugno. Il "Protocollo regionale per attività ludico-ricreative – Centri estivi – per i bambini e gli adolescenti dai 3 ai 17 anni", nel tracciare questa priorità organizzativa, fornisce una serie di linee guida. Si va dall'organizzazione della pratica motoria di bambini e ragazzi nel rispetto del distanziamento, all'educazione al rispetto delle norme igieniche, dalla gestione coordinata dei gruppi affinché i bambini frequentino sempre gli stessi coetanei all'organizzazione dell'accesso ai luoghi (per evitare assembramenti e gestire al meglio il controllo dei casi potenziali di contagio). Tenendo al centro come obiettivo quello di soddisfare al meglio le esigenze educative e sociali del bambino e il suo diritto al gioco e alla socialità.

Il percorso di avvicinamento alla possibile e orami imminente apertura dei centri estivi ha visto la Uisp Emilia-Romagna molto attiva in un percorso di collaborazione con la Regione, nell'ambito di un tavolo in cui, oltre agli enti del Terzo Settore, si sono ritrovati esponenti delle istituzioni comunali e provinciali, insieme agli esperti di pedagogia e di sanità pubblica. Il tutto per definire un approccio organizzativo delle attività che tenesse conto non solo delle esigenze di salute, ma anche delle fragilità sociali dei partecipanti, così come della necessaria formazione degli addetti ai lavori.

Rita Scalambra, responsabile delle politiche di Salute e inclusione della Uisp Emilia-Romagna, con delega specifica all'educazione di bambini e adolescenti, ha seguito dal principio della clausura legata all'emergenza COVID-19 un lungo lavoro di coordinamento regionale, finalizzato a creare tutte le condizioni possibili per un ritorno in sicurezza alla gestione dei centri estivi Uisp. "Siamo partiti con discussioni informali subito dopo l'8 marzo e l'ormai famoso Dpcm #IoRestoACasa. A fine marzo abbiamo costituito – racconta Scalambra – il tavolo regionale dei referenti dei centri estivi, con l'obiettivo di stilare un documento scientifico che fosse di supporto alla pubblica amministrazione nella gestione politica e normativa di tutti gli aspetti di sicurezza legati ai centri estivi. Documento ufficiale la cui elaborazione si è chiusa a metà aprile con la consegna alla Regione Emilia-Romagna, che a sua volta ha portato tali elaborazioni all'attenzione della ministra Bonetti (pari opportunità e famiglia, NdR) e che abbiamo visto inserite e valorizzate nel Dpcm sulla riapertura delle attività".

Non solo analisi, proposte e coordinamento scientifico, ma anche formazione, grazie al supporto dello specifico settore della Uisp Emilia-Romagna coordinato da Massimo Davi. "Abbiamo sviluppato un percorso ad hoc che tenesse conto – racconta ancora la dirigente Uisp – delle esigenze educative dei bambini dopo il lockdown. Per questo abbiamo inserito nuovi appuntamenti in percorsi formativi già strutturati, come quello della legge 6 sulle politiche di genere e della legge 14 sulla formazione dei tutor dei centri estivi. E ci siamo divertiti a immaginare, con Gianni Rodari come mentore, nuovi percorsi di giochi, in cui le attività per come le conosciamo potessero essere scomposte e ricomposte, in modo da salvare il gioco come offerta formativa seppur in una forma diversa da quella cui educatori e bambini erano abituati".

A questi appuntamenti – rigorosamente tenuti in videoconferenza – si è aggiunta un'ulteriore tappa di recente, il 28 maggio, con un corso online che ha coinvolto 110 operatori, cui sono stati illustrati i protocolli ministeriali e regionali e ministeriali per l'organizzazione dei centri estivi, fornendo un servizio di orientamento amministrativo che ha raccolto grande entusiasmo. Un corso certificato dalla Regione, che nel suo protocollo chiede testualmente "una formazione in merito alle norme igienico sanitarie, sui temi della prevenzione di COVID-19, nonché per gli aspetti di utilizzo dei dispositivi di protezione individuale" per personale e volontari coinvolti nella gestione del centro estivo.

Un percorso che non si è chiuso e che prevede due ulteriori appuntamenti. Il 12 giugno si parlerà di metodi e strumenti al servizio di quella che gli educatori chiamano la "Possibilità dei giochi", per approfondire l'elaborazione dei giochi conosciuti in nuove forme. Il 17 giugno invece ci si sposterà in ambito più strettamente pedagogico, per analizzare come le relazioni tra persone sono cambiate e come questo incida sulle dinamiche di gioco di gruppo. "Partendo dal presupposto – spiega Scalambra – che se lo sport è aggregazione nel COVID-19 abbiamo la disgregazione. Ma non per questo è vero che non ci può essere più relazione. Ci sarà una relazione diversa rispetto al passato che dovremo saper governare. Anche sfruttando giochi di espressività corporea, smontando e rimontando un gioco per portarlo all'origine delle sue strutture motorie".

Un percorso di adattamento letteralmente rivoluzionario, basato sull'esigenza fondante nell'azione della Uisp di dare strumenti agli educatori. Un cammino che ha visto compattarsi la rete degli educatori Uisp dell'Emilia-Romagna, che nella clausura e nel distanziamento hanno saputo fare gruppo, condividere tanto le preoccupazioni quanto le visioni di futuro, insieme anche alle metodologie. "Infatti – fa notare Scalambra – siamo ginuti alla fine di questo percorso a realizzare online un archivio digitale di giochi, laboratori, strumenti pratici, spunti didattici, in cui ciascuno dal suo territorio può attingere o portare contributi. Una vera e propria biblioteca virtuale che rimarrà patrimonio di questo gruppo di lavoro anche quando saremo tornati alla normalità".

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