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Ciclismo Uisp: siamo tutti sulla stessa strada

Costruire un'etica della mobilità. Prosegue l'inchiesta sulla sicurezza lanciata dalla redazione del ciclismo Uisp. I pareri di M. Scarponi e D. Ceccaroni 

 

L'inchiesta su biciclette e sicurezza curata da Roberto Babini, della redazione Uisp Ciclismo, prosegue con l'intervista a Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione Michele Scarponi. Torniamo a mettere le ruote al punto di partenza, ovvero: si fa presto a parlare di sostenibilità ma occorrono anche intenti ed azioni in sincronia con il problema.

Anche Marco Scarponi, fratello di MIchele ciclista professionista morto per un incidente in bici, ha gentilmente fornito il suo parere. "I premi dati e ricevuti per la mobilità sostenibile, in Italia, sono qualcosa tipo una pacca sulla spalla oppure un gioco tra pochi luminosi iniziati - dice Scarponi - La via italiana alla mobilità sostenibile deve passare per forza dalla sicurezza stradale ed è ancora tutta da scrivere. La mancanza di sicurezza resta il maggior disincentivo all’uso della bicicletta in Italia e sarà così finché non si affronterà il problema della violenza stradale con metodo e risorse, in primis riducendo il numero delle auto private in circolazione e ridistribuendo gli spazi a ciclisti e pedoni che oggi sono relegati ai margini della carreggiata (e della vita). Senza dimenticare che vanno aumentati i controlli sulle strade: la moderazione del traffico e i limiti di velocità non possono essere un tabù ma vanno affrontati con la giusta determinazione".

"In Italia si allestiscono molte “vetrine” con tema mobilità sostenibile - prosegue Scarponi - ma poi se qualcuno ha la curiosità di entrare nel negozio scopre al massimo un nuovo parcheggio con auto sempre più grandi. Non è un caso che il recente rapporto Isfort abbia confermato un aumento della mobilità “insostenibile” in auto a discapito di quella sostenibile in bici che purtroppo è in calo. La verità, a mio avviso raggelante, è che non ci siano né la volontà né le competenze per prendere in mano la sicurezza stradale con un progetto serio che coinvolga la sensibilizzazione, l’educazione e parallelamente modifichi le infrastrutture, mettendo fortemente in discussione il modello autocentrico. La comunicazione, fondamentalmente, è occupata come la strada: dalla pubblicità di auto e cellulari. Nei media nazionali al massimo si può scovare qualche trafiletto nelle ultime pagine dedicato ai pedoni, ai ciclisti ed ai mezzi pubblici. Infine persiste la percezione, che ormai potremmo chiamare cultura, di puntare il dito contro il più debole, di dire, fra le righe, “te la sei cercata” quando un pedone o un ciclista vengono investiti o sono vittime di un reato stradale. Dobbiamo partire da una pianificazione anche etica della mobilità, condivisa e realizzabile, che metta al centro la persona per premiare una strada che sia di tutti a partire dal più fragile".

Ringraziamo Marco Scarponi, che sappiamo molto impegnato, per aver condiviso con noi il suo punto di vista e concludiamo la nostra inchiesta con l'intervento di Davide Ceccaroni, responsabile Uisp Ciclismo.

"Concludere è una parola grossa, una vera conclusione non c'è. Nel ciclismo, come avviene in altre attività sportive, sono necessarie conoscenza e disciplina - afferma Ceccaroni - Come in tutti i casi è sconsigliabile iniziare chiedendo troppo a se stessi, meglio vivere le due ruote a propria misura ma sempre nel rispetto degli altri e delle regole: esagerare fa sempre male, si può godere della bici  a quaranta o dieci chilometri all'ora. Probabilmente è scontato dire che il buon senso deve farla da padrone e spesso neppure quello basta però è un punto fondamentale. Noi seguiamo questi ambiti ormai da diverso tempo, con le nostre iniziative come Bicincittà che da Sud a Nord propongono la bici e l’integrazione della mobilità nei contesti urbani. Proponiamo formazione sul territorio con le scuole di avviamento alla bici, in modo che i nostri istruttori possano aiutare le giovani generazioni ad essere utenti, partendo dalla bici come fondamento per imparare a portare sulle strade quel rispetto che oggi si chiede per il ciclismo ed i ciclisti. Formando dirigenti che provengono dalle nostre società sportive che una volta formati sono in grado di offrire un supporto prezioso al territorio di appartenenza. Con questo ci auguriamo di poter lavorare per il meglio... per tutti".

Abbiamo iniziato tempo fa un percorso sul tema sostenibilità e sicurezza grazie a contributi importanti come Davide Cassani, Marco Pastonesi e Marco Scarponi. ma continueremo a tenere alta l'attenzione perchè (purtroppo) è una lotta da continuare tutti i giorni. (Roberto Babini, redazione Uisp Ciclismo)