Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Quando il divertimento supera la tecnica

Non solo educazione e addestramento, ma anche gioco e attività di gruppo: questo è il cuore pulsante delle attività cinofile.

 

di Ginevra Langella


 BOLOGNA - Pazienza, dedizione ed entusiasmo sono ingredienti fondamentali per creare un legame con i nostri cani. L'importante è saperli equilibrare consapevolmente e affiancarli a buone pratiche quotidiane. Questa è la sintesi dell'intervista telefonica fatta con Andrea Brighi, responsabile delle Attività Cinofile Uisp Emilia-Romagna.

 
Vorrei fare una presentazione generale delle attività cinofile per i nuovi lettori e per chi si sta approcciando a questo nuovo mondo. Quali sono, e su quali vi state maggiormente concentrando?
«Al momento le attività sono Agility, Rally Obedience, Obedience, Mobility, Avviamento al riporto, Disco dog, Dog dance, Ricerca e Soccorso, Canicross, Sport acquatici, Interventi Assistiti, Formazione e Educazione e Addestramento, tutte presenti nelle 17 associazioni a noi affiliate. Ancora non siamo riusciti ad incontrarci fisicamente, ma abbiamo fatto una videoconferenza durante il lockdown al quale hanno partecipato davvero in tanti: l'idea è quella di creare un tavolo di lavoro entro agosto e pensare alle attività, perché purtroppo con la questione della quarantena siamo rimasti bloccati e abbiamo voglia di ripartire, nonostante tutto. Diciamo che cerchiamo di far partire tutto il prima possibile e preparare tutte le figure necessarie per i piani formativi».


Come pensate di coinvolgere e sensibilizzare le persone sulle vostre attività?
«Di solito funziona così: parti, vai al centro cinofilo e inizi l'attività che hai scelto di fare con il tuo cane. Poi all'interno del centro si trovano altre proposte, magari attività divertenti che vanno oltre l'educazione di base, e da lì si crea un po' la rete. A quel punto viene naturale creare piccole attività di gruppo come per esempio piccole gare conviviali, in cui coinvolgere anche più centri cinofili, con l'obiettivo di stare insieme e fare attività insieme».


Quali sono le differenze che intercorrono tra le varie attività proposte, come ad esempio tra Obedience e Rally Obedience? Apparentemente sembrano molto simili, ma la differenza su cosa si basa?
«Guarda, sostanzialmente tecnica. In un'attività come Rally Obedience si può fare ad esempio un percorso con dei cartelli che ti guidano sul da farsi, ma a livello tecnico è molto più semplificata rispetto a un'attività come Obedience, che invece è più tecnicamente complessa. Diciamo che la Rally Obedience è più indicata per quelli che vogliono stare con il proprio cane e divertirsi con un impegno minimo, Obedience è invece un'attività più agonistica, in cui per ottenere buoni risultati si richiede un impegno maggiore e quotidiano. Mettiamola così: tra le due attività c'è la stessa differenza che intercorre tra il dire che giochi a calcetto con gli amici o giochi in promozione nella squadra del Rimini».


Sul sito sono presenti numerose attività da fare con i propri amici a quattro zampe, ma in base a cosa capire quale è la più adatta per noi?  Mi spiego: se noto che il mio cane presenta forti disturbi comportamentali, come magari difficoltà di attenzione, iperattività o trauma dell'abbandono con conseguenti dispetti in casa, cosa consigli di fare per lavorare su uno di questi aspetti?
«Io la penso così: con un cane abbastanza iperattivo puoi fare attività che impegnano l'apparato olfattivo, perché aiuta di più nella concentrazione. Con attività di questo tipo riesce a tranquillizzarsi meglio, perché se è troppo irruento perde un po' il filo, l'odore, cosa che invece serve tantissimo. Sarebbe un po' inutile portare un cane iperattivo a fare attività fisiche come può essere una corsa o l'Agility: lo stanchi per quell'oretta, magari torna a casa e dorme un po', ma poi riparte perché di base non è mentalmente che si è stancato. Attività olfattive, sportive e aerobiche su un cane agitato funzionano meglio, rispetto ad attività come l'Agility. Poi dipende anche da quello che ti piace fare. Su cani molto attivi personalmente mi piace fare attività miste, in cui coniughi motricità e olfatto per rendere completo ed equilibrato il tutto. Poi attenzione: ci vuole tempo, ed è fondamentale la pazienza. Quando inizi a fare attività miste con il tempo il cane si rilassa e matura, ma ci vuole comunque pazienza e tempo. Un'altra cosa che voglio sottolineare è che secondo me l'attività non deve solo basarsi su cosa puoi far fare al cane: devi trovare l'attività che piace anche a te perché trovare un punto di incontro è fondamentale. Se ad esempio al tuo cane non piace stare in acqua e tu invece vuoi fare attività subacquee, capirai dopo poco che è meglio evitare di obbligarlo a fare qualcosa che non ama particolarmente, perché diventa complicato e davvero difficile, ma soprattutto non ha senso perché avete iniziato qualcosa per stare insieme».


Un percorso educativo per il cane può essere importante, per vivere e approcciarsi meglio non solo in famiglia ma anche con gli altri cani e con l'ambiente circostante. Ma quanto è importante invece il percorso per il padrone?
«Al giorno d'oggi il cane vive in un contesto famigliare: ci sono regole di vita che devono essere rispettate. Le teorie di educazione extra gentiliste non le sposo, come anche quelle extra coercitive. Io personalmente sono per le vie di mezzo. L'importante è far capire al padrone come comportarsi, perché al 90% dei casi il problema è lì, nell'approccio. Lo scopo dell'educazione è creare una convivenza pacifica e rilassata tra cane e conduttore e al 90% dei casi è il conduttore che deve essere educato, se così si può dire. Non è un caso se spesso si sente dire che il proprietario del cane è quasi sempre un bugiardo, ma non per cattiveria, ma perché spesso è molto marcata la mancanza di una visione obbiettiva. Quindi solitamente si parte con delle domande mirate per capire i problemi che ci sono, poi bisogna relazionarsi con il resto del nucleo famigliare, se è presente, e capire la dinamica che si crea all'interno di questo nucleo di cui fa parte il cane. Da lì, poi, si valuta come risolvere il problema e che tipo di attività affrontare insieme».


Quando consigli di intraprendere un percorso educativo con il cane?
«Preferibilmente da cuccioli, ma dipende molto anche dal padrone. Se il padrone è un neofita, è meglio iniziare da subito, quindi verso i 75/80 giorni di vita del cucciolo. Se sono già presenti altre esperienze si valutano sempre alcuni fattori, come ad esempio che tipo di cane è stato preso in precedenza, che cane si ha adesso e via dicendo. Poi, appunto, dipende dall'infarinatura che ha la persona. Per chi non ha mai cresciuto un cane consiglio sempre un corso di educazione o addestramento di base, in cui si ha la possibilità di apprendere una serie di nozioni in base sulla gestione quotidiana di un cane: come comportarsi con la febbre o come comportarsi con il guinzaglio ad esempio, oltre che insegnarti come approcciarti. Sono aspetti assolutamente da non sottovalutare. Se parliamo invece di cani con cui invece lavorare, le cose cambiano: solitamente si porta a casa il cucciolo a 60 giorni di vita, perché in questo caso non ti interessa inibirlo al morso, ma che invece lo canalizzi verso altri strumenti come ad esempio la maglia o i manicotti. Dipende molto dalle filosofie. Io personalmente all'inizio cerco sempre di partire con attività molto basiche, come il famoso "lascia e prendi", ma sempre in un'ottica molto giocosa. Alla fine è fondamentale passare bene del tempo insieme».