FORLÌ - Gianluca Soglia, 41 anni, una laurea in economia e commercio e un impiego nella pubblica amministrazione, è il nuovo presidente del comitato Uisp di Forlì-Cesena. Un avvicendamento annunciato quello tra Soglia e Pietro Samorì, che ha lasciato l'incarico per motivi personali. Dopo un primo periodo di insediamento, abbiamo intervistato il neo-presidente con lo scopo di conoscere i progetti e le priorità in agenda per il comitato romagnolo. Intervista che apriamo, naturalmente, con un saluto e un ringraziamento a Samorì per il lavoro fin qui svolto nella Uisp forlivese e cesenate.
Gianluca, raccontaci innanzitutto qual è stato il tuo percorso di avvicinamento al mondo della politica sportiva e alla Uisp.
"Fino agli anni '90 sono stato dirigente di una società sportiva amatoriale di nome 'Vecchiazzano', dall'omonimo quartiere della città, che svolgeva principalmente attività legata al calcio. Come consigliere comunale a Forlì (dal 1992 al '99, ndr) e per via di altri impegni amministrativi mi sono occupato di sport con continuità. Nel '97 sono diventato presidente della consulta comunale dello sport: un incarico che mi ha permesso di intercettare e comprendere le esigenze e le riflessioni sul mondo dello sport provinciale di oltre 120 società sportive. A partire dal '99 ho cominciato poi a far parte del consiglio direttivo della Uisp di Forlì-Cesena, rimanendo molto legato al mondo della Uisp, sia come dirigente di società sportiva che come membro del consiglio direttivo, anche durante il mio incarico di presidente di quartiere a Forlì durato dal '99 al 2009. Quest'ultima responsabilità come presidente di comitato è giunta poi in modo molto veloce e repentino. Adesso sono qui e spero vivamente di riuscire a fare bene.
Al termine della fase iniziale del tuo insediamento, con il passaggio di consegne ormai completato, quale giudizio ti sei formato sulla situazione del comitato di Forlì-Cesena e quali sono a tuo avviso le priorità su cui lavorare?
"Mi sono trovato di fronte a una ricchezza associativa molto forte. Il nostro comitato, con i suoi circa 29 mila associati, rappresenta infatti uno dei primi 10 comitati d'Italia. Rispetto a questa ricchezza nel numero dei soci e nell'attività, abbiamo però problemi di crescita del mondo dirigenziale. Pertanto si segnala innanzitutto l'esigenza di intercettare nuove persone che riescano ad impegnarsi nel percorso associativo permettendoci di sviluppare e ampliare ancora la nostra proposta".
Come pensi di poter rispondere a questa esigenza?
"Vicinanza, rapporto diretto e coinvolgimento. Credo siano queste le modalità per raggiungere le persone e creare tra loro la consapevolezza che con l'impegno personale e l'interesse quotidiano si possono acquisire gli strumenti per lavorare in un'associazione come la nostra e cogliere le opportunità che ci sono al suo interno".
Quali progetti hai in mente per l'ulteriore sviluppo del comitato?
"Innanzitutto punto ad un riconoscimento politico del ruolo sociale che la nostra associazione riveste nel campo del welfare; quindi al riconoscimento a pieno titolo del ruolo dello sportpertutti come veicolo di promozione della salute e della prevenzione primaria. Questo degli stili di vita sani e attivi è un progetto sul quale speriamo di riuscire a basare un pezzo importante delle politiche della nostra regione".
Quale strategia credi di dover adottare per promuovere il rapporto con le istituzioni e il radicamento dell'associazione nelle strutture presenti sul territorio provinciale?
"Premetto che rifiuto la logica del ribasso in funzione solo del ritorno economico per l'amministrazione. Per le nostre attività noi puntiamo all'allargamento della fascia d'età, all'innalzamento della qualità, all'identificazione delle strutture sportive come centri di aggregazione giovanile. La nostra richiesta è di operare non solo per il ribasso economico ma anche per arricchire il servizio. Speriamo quindi che, nell'assegnazione degli spazi, non passi la logica dell'attribuzione dell'impianto al miglior offerente. Attualmente siamo impegnati in diverse gestioni di impianti e sappiamo quindi quali sono le numerose difficoltà dovute alla carenza di persone e di dirigenti così come di investimenti. Non per questo vogliamo vedere abbassati gli standard di qualità o innalzati i costi a carico degli utenti, poiché noi siamo nati con la vocazione di promuovere l'attività per tutti".
E qual è al momento la situazione in termini di rapporto con le istituzioni?
"Da parte delle amministrazioni c'è una forte attenzione al risparmio economico. Per ora siamo riusciti a portare avanti una logica di collaborazione e di consapevolezza delle difficoltà reciproca. Non è così matematico che questa collaborazione possa continuare nel tempo a fronte della capillarità di strutture presenti sul territorio, che ovviamente comporta un impegno economico-finanziario non indifferente. Per il momento siamo tutti attorno a un tavolo di concertazione con lo scopo di dare continuità a questa rete e a questo patrimonio".
Quali sono i progetti su cui intendente puntare maggiormente nell'immediato futuro?
"Con la Usl abbiamo allestito un progetto molto interessante volto a seguire la riabilitazione delle persone sottoposte a interventi chirurgici. L'idea di base è quella di arricchire la classica riabilitazione ospedaliera con altre forme di attività motoria promosse dalla nostra associazione. Il tutto chiaramente con un costante raccordo tra i nostri operatori e i medici. Accanto a questo ci sono poi tutte le nostre attività preventive di educazione alla salute. Tra queste abbiamo il progetto 'Vivi il parco' che in estate permette a tutti gratuitamente di fare attività sportiva diversa tutti i giorni, in accordo con altre associazioni di vario genere e in collaborazione con centri anziani. Si tratta di uno dei modelli di attività rivolto a tutti su cui puntiamo con l'idea di creare non solo momenti di prevenzione e di promozione alla salute ma anche di socialità".