BOLOGNA - Formazione e cooperazione internazionali come mezzi di dialogo tra culture e miglioramento degli strumenti educativi a disposizione dei minori. Sono questi i presupposti dell'iniziativa in corso a Bologna che vede impegnate, dal 7 al 15 dicembre, quattro insegnanti palestinesi del Centro educativo Al Zuhur, sito nel campo profughi di Shu'fat a Gerusalemme est. L'iniziativa rientra nel progetto "Il diritto di giocare in pace" organizzato da Peace Games, la ong dell'Uisp, in collaborazione con sei comuni della provincia bolognese e con la Regione Emilia Romagna. L'iniziativa, che si svolge con il contributo di pedagogisti, educatori e psicologi professionisti, intende fornire ad Hanum, direttrice del Centro, ed alle tre maestre Suha, Wafa e Ala nozioni organizzative e metodologie educative focalizzate sullo strumento del gioco da applicare - una volta ritornate in patria - al proprio lavoro quotidiano.
Nel corso della permanenza tra i comuni di Bologna e di San Giovanni in Persiceto, Sant'Agata Bolognese, Sala Bolognese, Anzola dell'Emilia, Crevalcore e Calderara di Reno, le quattro educatrici saranno protagoniste di incontri con un'associazione di donne migranti, con un gruppo di psicologi dei popoli e con il collettivo degli educatori. Oltre a queste attività, fanno parte del programma educativo anche una serie di iniziative che si discostano dalla dinamica della lezione in aula, quali ad esempio le visite culturali nel capoluogo emiliano, con la guida degli operatori di Peace Games, ed una "gita" al pittoresco mercato di Anzola dell'Emilia.
Il campo profughi di Shu'fat, a fronte di una popolazione di 25 mila abitanti con almeno 5 mila bambini sotto i sei anni, dispone di 8 asili, di cui uno privato e costoso e gli altri gestiti dalle associazioni locali e dalla moschea. Questi ultimi in particolare, a causa delle gravi carenze finanziarie, riescono a fatica ad assicurare i servizi minimi garantiti. La realtà di tutti gli asili di questo campo profughi è indistintamente caratterizzata dalla mancanza di metodologie educative aggiornate, spesso a causa dell'isolamento territoriale e culturale del campo che la tradizionale struttura gerarchica della società palestinese non aiuta a superare. Per di più sono soltanto due i centri giovanili che riescono ad offrire ai ragazzi pre-adolescenti spazi di aggregazione alternativi alla strada.
Attualmente il Centro educativo Al Zuhur, il cui personale ha ricevuto formazione da operatori italiani, è attivo con un asilo ed uno spazio di attività ludico-motoria per bambini fino ai 14 anni. Al suo interno, inoltre, vengono portate avanti attività formative per le donne, con lo scopo di veicolare naturalmente messaggi positivi nel tessuto familiare e comunitario.
Obiettivo principale degli organizzatori del progetto Il diritto di giocare in pace, avviato nel 2005 e giunto oggi alla sua seconda edizione, è proprio quello di rendere il centro una sede in grado di assicurare ai bambini in età pre-scolare e agli adolescenti del campo uno spazio educativo adeguato sia in termini di struttura che di metodologie didattiche, affinché esso possa diventare un punto di riferimento per le famiglie nella gestione delle problematiche del disagio sociale. Tra le altre priorità, si vogliono migliorare le competenze professionali degli operatori sportivi, sia come allenatori sia come educatori, e sviluppare capacità relazionali e forma fisica dei preadolescenti tramite una pratica sportiva centrata sulla non aggressività, la consapevolezza di sé ed il rispetto dell'altro.