Ecco il pensiero a cura dell'intero staff del Centro Estivo Uisp 2022:
«Da Agna le Piane, dopo un percorso a piedi di un paio di chilometri, siamo giunti in contrada Serra Sant’Angelo, l’area della Murgia materana dove si apre il complesso di grotte denominato Grotta dei Pipistrelli.
Lungo la strada, che molti materani conoscono con il nome di “circuito”, abbiamo incontrato una vecchia Specchia, una costruzione di pietre a secco, che ci ha dato modo di confrontare le diverse tipologie di abitazioni della zona; dalla caverne abitate nella preistoria, fino alle case moderne, passando per la vecchia specchia e alcune costruzioni rurali presenti lungo la strada.
Giunti sul piano murgiano, poco prima del ciglio della gravina, abbiamo imboccato un vecchio e strettissimo sentiero scavato nella roccia che ci ha condotti in una cavea dove si aprivano una serie di cavità scavate nel tufo.
Abbiamo osservato le diverse forme delle grotte e alcune misteriose incisioni presenti sulle pareti, cercando le tracce dei Nannorchi che la leggenda vuole vivessero in quelle contrade.
Risaliti sul piano e imboccato il sentiero che costeggia la gravina, ci siamo diretti verso la nostra meta, la famosa grotta delle Mattvogghjie.
La prima sosta l’abbiamo fatta in quella che un tempo probabilmente è stata una chiesa rupestre dal tenebroso nome di Sant’Angelo la Cupa, dove ai bambini è sembrato di scorgere alcune croci e qualche faccione mostruoso scavato nella roccia.
Subito dopo è stata la volta della maestosa cavità dove Domenico Ridola ha rivenuto i reperti preistorici esposti nel museo materano a lui dedicato, che pochi giorni prima avevamo visitato insieme.
Le ragazze senza paura si sono spinte nella parte più buia e profonda della grotta, qui abbiamo potuto apprezzare il silenzio del luogo e il volo di alcuni pipistrelli che volteggiavano al suo interno. Incuranti della presenza dei chirotteri e per niente turbate dal fatto di essere sedute su una montagna di guano di pipistrello (secco naturalmente) abbiamo consumato una piccola colazione al sacco e scambiato qualche impressione sulla gita che volgeva al termine.
E’ stata certamente un’esperienza molto interessante che probabilmente rimarrà a lungo nella memoria delle nostre esploratrici.
Per noi operatori è stata una importante conferma che se ben motivati i ragazzini possono percorrere lunghi tratti a piedi ed entrare in aree naturali selvagge senza grandi difficoltà.
Spesso noi adulti diamo per scontato cose che scontate non sono. Oggi ci siamo resi conto che solo una di loro aveva già visto la grotta e che alcune non erano mai state sulla Murgia.
Ripeteremo certamente questa esperienza perché la Uisp è movimento, gioco e creatività ma è anche esplorazione e conoscenza del territorio».
Uisp Matera