Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Passione amatoriale

Il buono e il brutto (senza il cattivo) del calcio a 5 Uisp, raccontato dal portiere della squadra vincitrice delle finali regionali.

di Lorenzo Gotti

 Come abbiamo iniziato a giocare a calcio? Come si è radicato questo sport nelle nostre vite nonostante la routine del lavoro e gli impegni familiari? Il calcio amatoriale è per tutti noi un racconto di relazioni durature con i compagni di squadra, ma anche con gli avversari con cui ci si sfida tutti gli anni. E i sogni che avevamo da bambini rimangono nel cassetto aspettando l'attimo e il tempo di venire fuori. Oggi Derek Vigevani, portiere dei Lindi e Profumelli (freschi vincitori delle finali Uisp Emilia-Romagna di calcio a 5, tenutesi a Rimini dal 7 al 9 giugno), racconta tutto questo con naturalezza, in un'intervista che sembra avere riaperto una parte di cassetto, sentendosi per una volta come Buffon o come Zoff.

 
Quando è iniziata la tua esperienza ai campionati Uisp?
«È iniziata nel 2007, poi qualche campionato al Csi, e dal 2009 di nuovo in Uisp con un'altra squadra. In tutti questi anni mi sono tolto delle belle soddisfazioni».

 Com'è nata la passione per il calcio a 5?
«Tra i 16 e 18 anni ho provato a giocare a 11 ma non mi ci ritrovavo e ho iniziato a giocare a 5 all'oratorio ogni domenica. E si sa che nei campi di paese si è sempre in tanti a giocare e visto che nessuno voleva mai andare in porta, io volevo giocare a tutti i costi, ho iniziato la carriera da portiere proprio così. Col tempo ho imparato tante cose da vari allenatori che mi hanno allenato durante i campionati Uisp, Csi e anche i due anni in serie D».

 Derek in ambito lavorativo di cosa ti occupi?
«Lavoro in un'officina di impianti di ascensori a Piacenza e ormai sono vent'anni che ci lavoro. È diventata una routine».

 Immagino che avevi, o meglio avrai un sogno nel cassetto.
«Il mio sogno sarebbe di allenare una squadra di calcio a 5, ma in questo momento non ho il tempo visto che ho avuto una bimba da poco. Però nel futuro mi piacerebbe moltissimo averne la possibilità».

 Raccontami la storia dei Lindi e Profumelli.
«I ragazzi li conosco dal 2009, per qualche stagione ho cambiato squadra per motivi personali, però poi mi hanno richiamato e abbiamo vinto le regionali, compresa l'ultima, per ben tre volte. Quest'anno ci ho giocato contro con la mia squadra Asd Pipa Inversa 2, perché eravamo nello stesso girone. Loro sono arrivati primi e noi secondi. Finito il campionato mi hanno chiesto di dargli una mano per le finali regionali perché il loro portiere non poteva esserci».

 Parlami delle regionali.
«È stata una bellissima avventura, potendo giocare a Rimini in una struttura nuova rispetto a quelle degli altri anni e affrontando avversari provenienti da tutta la regione. Una bella esperienza perché giocando contro squadre forti ti carichi di più sull'impegno e ti diverti di più scontrandoti con avversari nuovi. Spero per le prossime volte di avere occasione di partecipare ancora, finché posso e ci si riesce».

 La squadra che vi ha messo più in difficoltà?
«La finale contro l'Osteria Podestà è stata molto combattuta e tosta: tutti che correvano come dei matti ma giocando bene. In questi giorni dopo aver fatto i complimenti a tutta la squadra mi sono tenuto in contatto con il loro portiere facendogli ancora i complimenti perché sono stati veramente bravi e ce l'hanno fatta sudare (ride). Anche la squadra G.S.Q. Ferrara ci ha messo molto in difficoltà. Spero di giocare ancora per i Lindi e Profumelli perché sono veramente una grande squadra anche se sono molto matti, però in queste avventure così importanti si impegnano sempre dando tutto».

 Come avete festeggiato la vittoria?
«Non abbiamo ancora festeggiato perché alcuni dovevano tornare a casa, ma dovremmo festeggiare la prossima settimana con una grigliata tutti assieme».

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