Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Tutela sanitaria in ambito sportivo. La preoccupazione della Uisp Emilia Romagna

Dal 4 agosto prossimo entrerà in vigore il decreto del Ministro della Salute del 24 aprile 2013 sulla "Disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale". La posizione del comitato regionale Uisp

di Mauro Rozzi - presidente Uisp Emilia-Romagna

lettera del primo agosto 2013

Dal 4 agosto prossimo entrerà in vigore il decreto del Ministro della Salute del 24 aprile 2013 sulla "Disciplina della certificazione dell'attività sportiva non agonistica e amatoriale". Tralasciando la parte del decreto che prende in considerazione le linee guida sulla dotazione e l'uso di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita da parte delle società sportive, vorremmo concentrare la nostra attenzione sulla imminente scadenza di agosto, a partire dalla quale, per poter svolgere attività sportiva anche in forma non agonistica, amatoriale e ludico-motoria, si dovrà presentare un certificato di idoneità alla pratica che prevede oltre alla misurazione della pressione arteriosa anche un elettrocardiogramma (ecg) a riposo.

Preso atto che l'obiettivo del provvedimento dovrebbe essere la garanzia e la salvaguardia della salute dei cittadini e in particolare di coloro che praticano un'attività sportiva, ci pare che le nuove disposizioni d'obbligo di certificazione medica non siano adeguate a fornire reali risposte in questa direzione e che anzi, purtroppo, lascino presagire burocratiche e costose complicazioni. Nell'immediato l'impegno della nostra Associazione è orientato a fornire ai comitati territoriali e quindi alle associazioni affiliate le corrette informazioni e la massima divulgazione delle indicazioni di legge, ma stiamo riflettendo del possibile impatto di tale normativa sul singolo associato e sulle ricadute per la pratica di attività sportiva.

La Uisp Emilia-Romagna, in linea con le riflessioni uscite nei giorni scorsi dal livello nazionale, intende esternare la propria preoccupazione e perplessità sull'applicabilità e la reale funzionalità del provvedimento ministeriale. Non siamo a conoscenza se tale proposta sia stata oggetto di confronto con le Regioni e le Ausl ma, certamente, questo passaggio non comporta un passo avanti sulla strada della tutela della salute. Non ci risultano dati che possano supportare la richiesta di tali certificazioni anzi, riteniamo che si tratti di un percorso alternativo, più arduo e tortuoso alla logica virtuosa, che fino ad oggi ha orientato l'Emilia-Romagna. Le indicazioni del decreto rischiano di non essere funzionali alla promozione dell'attività motoria e alla diffusione della pratica sportiva come migliori strumenti possibili di prevenzione e di contrasto alla sedentarietà e ad altre patologie come ad esempio quelle derivanti da malattie croniche non trasmissibili. Percorso quest'ultimo confortato da risultati di successo, riscontri oggettivi e condiviso sostegno del mondo della promozione sportiva e sociale.

Manifestiamo fin d'ora la preoccupazione per la richiesta di una documentazione che rischia di gravare con ulteriori oneri su famiglie che già vivono una situazione di difficoltà generale. La certificazione per la pratica sportiva non agonistica, fino ad oggi, è stata garantita gratuitamente ai minorenni e alle persone con disabilità, ma difficilmente la Regione Emilia-Romagna potrà impegnarsi a far sì che resti tale, anche con l'inserimento dell'ecg a riposo e soprattutto con l'estensione del certificato alla pratica ludico-motoria. Un ulteriore fattore di rischio che vediamo è quello di una prospettiva segnata da maggiori difficoltà di accesso alla pratica sportiva e problematiche crescenti proprio per quelle fasce più delicate di cittadini che oggi trovano nella pratica motoria anche motivo di aggregazione e integrazione.

Ovviamente la nostra Associazione si rende disponibile fin da subito per un auspicabile momento di confronto e si è già attivata a livello nazionale per sostenere la richiesta di modifica del decreto o almeno di uno slittamento della data di entrata in vigore almeno pari a quella della parte del decreto sui dispositivi salvavita.

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