Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Progetto adolescenza

Venerdì 11 novembre, a Bologna, si è discusso - a distanza di tre anni dall'inizio - del programma della Regione Emilia-Romagna rivolto agli adolescenti. Tra gli attori coinvolti anche la Uisp

della redazione Uisp Emilia-Romagna


BOLOGNA - Chi sono, quali bisogni, desideri e difficoltà hanno gli adolescenti? Come conoscerli e come aiutarli nella crescita? A queste domande sta provando a rispondere la Regione Emilia-Romagna grazie al Progetto adolescenza per la "promozione del benessere e la prevenzione del rischio". L'iniziativa, partita tre anni fa con l'approvazione delle linee guida, è stato analizzata venerdì 11 novembre nella sede della Regione durante l'incontro "1000 giorni di Progetto Adolescenza".

"Nella giornata - racconta Marco Tommasi,  dirigente Uisp e rappresentante del forum terzo settore - si è presentato il lavoro svolto nel triennio. Il progetto nasceva da un'esigenza: dare organicità e coerenza ai tanti progetti rivolti agli adolescenti già attivi in Emilia-Romagna. Spesso, infatti, varie iniziative si sovrapponevano senza comunicare tra loro. Il nostro obiettivo è quello di arrivare a un sistema di progetti incentrati su educazione, salute, socialità, sport in relazione tra loro".

Il Progetto adolescenza - come si legge nelle "Mappe degli adolescenti" - si propone infatti come un'iniziativa sociale, sanitaria, educativa, interistituzionale, multi-professionale e si prefigge di mantenere una relazione costante e continua tra promozione, prevenzione e cura e tra i vari soggetti coinvolti (istituzioni, operatori e servizi). L'analisi dello stato attuale dei progetti e la condivisione di un linguaggio e di un orizzonte comuni diventano dunque le basi su cui fondare il lavoro futuro.

"È indispensabile - spiega Tommasi - investire sulla formazione interdisciplinare. Solo in questo modo sarà possibile un dialogo tra i diversi attori attivi nelle attività dedicate all'adolescenza.  Da qui la richiesta alla Regione di favorire il confronto tra i vari assessorati le cui politiche coinvolgono il tema dell'adolescenza e la necessità di trasformare i progetti - con i loro limiti temporali ed economici - in percorsi strutturati di più ampio respiro.  Da parte nostra, la Uisp e le altre associazioni dovranno avere la capacità di muoversi con rapidità, ripensando le proprie proposte in sinergia con il resto del terzo settore e dei servizi e rivendicando un ruolo importante nella formazione e nell'attività. Occorre un impegno maggiore e una partecipazione attiva che comportano rischi ma aprono a grandi spazi di crescita".

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