Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Mafie, informazione e sport. Le iniziative di Libera

Si inaugura il 4 marzo, incontrando il giornalista Giovanni Tizian, il calendario di eventi "Civica", per sensibilizzare sui rischi di diffusione della cultura mafiosa. Intervista a Daniele Borghi, referente di Libera Emilia-Romagna

di Mario Reginna


BOLOGNA - Spettacoli, concerti, letture, presentazioni, proiezioni, convegni, sport: sono questi i nodi che compongono la trama di iniziative di "Civica", la rassegna promossa da Libera Bologna per sensibilizzare la cittadinanza sui rischi della diffusione della cultura mafiosa. All'interno di questo calendario sono inserite due iniziative promosse da Libera e Uisp Emilia-Romagna che riguardano il tema mafie, giornalismo e sport. Il primo appuntamento è il 4 marzo alle 18 presso la libreria Ambasciatori a Bologna per l'incontro con Giovanni Tizian, giornalista della Gazzetta di Modena attualmente sotto scorta, intitolato "Mafia e informazione: dal silenzio alla denuncia". Il 18 aprile alle 17, presso il circolo Pd Passepartout in via Galliera 25 a Bologna, si svolgerà invece l'incontro "Ma a che gioco giochiamo?", per discutere con il giornalista Daniele Poto, esperto dei processi di infiltrazione mafiosa nel mondo sportivo, degli interessi malavitosi che ruotano attorno al gioco d'azzardo. Con Daniele Borghi, referente di Libera Emilia-Romagna, abbiamo parlato di queste iniziative e di problematiche connesse alla presenza mafiosa in regione.

"Entrambi questi incontri - ha affermato Borghi - nascono dalla consapevolezza dell'importanza dell'informazione come strumento di lotta alle mafie. Per questo abbiamo voluto titolare l'incontro con Tizian 'Dal silenzio alla denuncia'. In generale i gruppi criminali organizzati vogliono infatti che non si parli di loro, che la gente non denunci, che non siano collegate a loro le azioni che accadono sul territorio. Infatti, laddove c'è rumore non è possibile per loro agire indisturbati. Il ruolo dell'informazione è di collegare i diversi fatti che accadono, denunciarli e rompere così la cortina del silenzio. E siamo contenti che, anche simbolicamente, il calendario di 'Civica' si apra proprio con questa riflessione sul tema mafie e informazione".

La storia di Giovanni Tizian rappresenta proprio un esempio di impegno nella lotta alle mafie tramite il giornalismo.
"Decisamente. Un lavoro, il suo, così importante e dettagliato da suscitare l'attenzione dei malavitosi. Tizian, pur non avendo ricevuto direttamente minacce, era al centro di diverse conversazioni tra malavitosi che ipotizzavano attentati contro di lui. Conversazioni intercettate dagli investigatori i quali, giustamente, hanno ritenuto opportuno assegnargli una scorta. E alla base di questa 'attenzione', oltre ai suoi articoli per la Gazzetta di Modena e Narcomafie, c'è anche la ricostruzione della presenza mafiosa nel nord Italia, e in Emilia-Romagna in particolare, che Tizian ha fatto nel suo libro, molto bello, intitolato 'Gotica'".

Non è però lui il solo giornalista nel mirino della criminalità organizzata.
"I dati di Ossigeno per l'informazione (l'osservatorio della Federazione Nazionale della Stampa Italiana e dell'Ordine dei giornalisti sui cronisti minacciati e sulle notizie oscurate con la violenza, ndr) parlano di sempre più giornalisti, soprattutto precari, che vengono minacciati. Sono stati 324 nel 2011 e ammontano già a 32 in questi primi due mesi del 2012. Per questo le iniziative che abbiamo organizzato, oltre a promuovere impegno e informazione, puntano anche a testimoniare la nostra attenzione e solidarietà".

Oltre che referente di Libera Emilia-Romagna sei anche un dirigente regionale della Unione Italiana Sport Per tutti. Quanto il mondo sportivo è interessato delle infiltrazioni mafiose?
"Lo sport in generale è da parecchio tempo oggetto di attenzione da parte della criminalità organizzata. Per questo trovo giusto che un ente di promozione sportiva come la Uisp decida di metterci testa e proporre delle proprie riflessioni sul tema. Già nei mesi scorsi abbiamo sviluppato diverse iniziative sulla presenza del fenomeno mafioso nel mondo del calcio assieme a Daniele Poto. Quest'anno abbiamo raccolto quest'ulteriore riflessione di Poto sul gioco d'azzardo decidendo di non lasciar cadere nel vuoto l'allarme lanciato. Nasce così l'incontro del 18 aprile, in cui si discuterà di gioco d'azzardo prendendo in considerazione tanto gli aspetti numerici che quelli sociologici del fenomeno, aiutati anche da Matteo Iori, dell'associazione Giovanni XXIII, che è un grande esperto in materia".

L'infiltrazione mafiosa nel mondo dello sport interessa solo il professionismo o ci sono rischi anche per le piccole società sportive?
"Il calcio-scommesse dimostra come all'interno del mondo sportivo sia già avanzato il livello d'infiltrazione. Questo accade anche per le illegalità fiscali, che spesso accompagnano anche il movimento di base. Ma soprattutto bisogna tenere presente che nel momento in cui la criminalità decide di infiltrarsi prima e radicarsi poi in un territorio essa ha bisogno, oltre che di relazioni evidenti, anche di creare consenso nella comunità in cui opera. Lo sport viene utilizzato proprio a tal fine. Basti pensare che la presenza mafiosa nel mondo del calcio, per i dati che abbiamo, non è riferita alla massima serie, alla serie B e alla Lega Pro, dove comunque recentemente stanno arrivando, ma alle piccole società di paese. Può essere serio quindi il rischio di un interesse della criminalità organizzata anche a una polisportiva di quartiere".

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