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Il triangolo Uisp, carceri e Mondiali Antirazzisti

Le considerazioni di due operatori nel carcere del Pratello sulla collaborazione tra l'Unione Italiana Sport Per tutti e l'istituto penitenziario giovanile.

Foto di Antonio Amendola (Shoot4Change)di Francesca D'Ercole e Layla Mousa


BOLOGNA - A margine del dibattito sull'attività sportiva nelle carceri svoltosi ai Mondiali Antirazzisti, abbiamo discusso più approfonditamente con Alfredo Ragaini, operatore del carcere minorile del Pratello, e Francesco Costanzini, responsabile della Uisp Bologna per le attività in carcere.

Ragaini ci ha parlato del rapporto tra Pratello e Mondiali Antirazzisti.
"Da quando i Mondiali Antirazzisti sono a Casalecchio abbiamo voluto costruire un rapporto, in virtù della collaborazione che abbiamo con l'Uisp ma soprattutto perché condividiamo con essi gli stessi valori, la stessa necessità di valorizzare le differenze. Su questo il carcere è una scuola di convivenza quotidiana. Con i Mondiali c'è ormai una collaborazione costante, fatta di partite in carcere e della possibilità per alcuni ragazzi di uscire in permesso premio per giocare una partita ai Mondiali. I ragazzi capiscono lo spirito dei Mondiali e lo condividono, per loro è una grande esperienza".

E con la Uisp?
"Con la Uisp c'è una collaborazione che dura da 15 anni, c'è una presenza quotidiana degli operatori. Lo sport è fondamentale per rieducare i ragazzi alla socialità e per trasmettere quelle regole che valgono soprattutto quando si è fuori dal carcere. Ha il vantaggio di coinvolgere in maniera diretta, così la socialità, il gioco, lo sport diventano portatori di un messaggio ben preciso".

Costanzini ci ha raccontato qualcosa in più del progetto carceri in corso.
"Il lavoro che facciamo al minorile è integrato in tutta una rete di attività svolte da altre agenzie e fa parte di un programma che risponde ad una tematica attuale. A differenza delle altre attività però lo sport rientra nell'ora libera dei ragazzi, ed è facoltativo. Questo da una parte ci permette di arrivare a tutti, dall'altra però rende più difficile coinvolgerli e motivarli. Con gli adulti l'attività è più discontinua, dipende molto dai finanziamenti ed è più difficile costruire un percorso".

Cosa invece riguardo alle prospettive future?
"Per il futuro vorremmo incentivare sempre di più l'entrata di squadre esterne per giocare partite all'interno dell'istituto. L'incontro con persone che vengono da fuori è importante e stimolante per i ragazzi che conoscono realtà nuove per loro".

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