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Emilia-Romagna

Semi-in-aria: i risultati della ricerca

Nel mese di luglio Uisp Emilia-Romagna ha chiesto ai propri associati, educatori e società sportive visioni e percezioni personali sul mondo sportivo. Ecco i dati emersi dai questionari.

 

di Ginevra Langella


BOLOGNA - Con l’obiettivo di analizzare l’attività sportiva in regione è nato il questionario di “Semi-in-aria”, il continuamento di un percorso di riflessione e approfondimento della Uisp Emilia-Romagna, possibile grazie al dialogo con i numerosi volti che compongono l’associazione. Le domande di carattere generale si sono focalizzate su necessità, bisogni e preoccupazioni del tessuto associativo e dei collaboratori sportivi.

Il questionario di “Semi-in-aria”, suddiviso in domande sia a risposte chiuse che aperte, ha dedicato ampio spazio ai partecipanti per contribuire con suggerimenti, commenti e critiche costruttive, tra cui emergono la richiesta di un ampliamento dell’offerta e il bisogno di progettare la ripresa insieme e in sicurezza. Due temi in perfetta sintonia con gli obiettivi del progetto da cui emergono la volontà e la necessità di entrare maggiormente in dialogo con le società affiliate ma soprattutto con i soci. «Abbiamo scelto di dare la possibilità a tutti di partecipare andando sul sito della Uisp Emilia-Romagna – ha commentato Carlo Balestri, vice presidente della Uisp Emilia-Romagna – e il dato positivo è che hanno partecipato davvero in tanti. Ci sono alcuni dati che possono far riflettere e che cercheremo di sviscerare meglio con i workshop finali che si terranno tra settembre e ottobre».

Sono 150 infatti le società sportive che hanno partecipato al questionario, cui è stato possibile rispondere fino al 5 luglio: dai dati è emersa l’esigenza di rendere ancora più chiara la gestione e la terminologia relative alle figure che ruotano attorno alle società o associazioni sportive. Per quanto riguarda invece la parte dedicata all’emergenza COVID-19 e il conseguente lockdown è emerso che metà delle società non è stata in grado di proporre attività alternative online, soprattutto a causa della mancanza di spazi adeguati e del numero necessario di insegnanti. Note positive invece riguardano l’altra metà dei partecipanti, che non solo è riuscita a proporre attività alternative ma ha sfruttato la quarantena per dedicarsi a una riorganizzazione interna.

Numeri importanti anche da parte degli operatori sportivi che ammontano a 105 partecipanti: nonostante in molti purtroppo abbiano subito una battuta d’arresto nelle proprie attività, è emerso che una buona parte è riuscita a rimanere attiva, proponendo lezioni a distanza e usufruendo dei corsi di formazione online. Rimane tuttavia significativa la richiesta di un rinnovamento nella didattica: un modo, inoltre, per fornire i giusti strumenti per poter sostenere una ripresa delle attività in sicurezza e potenziare discipline legate al benessere psicofisico come lo yoga, la biodanza e la bioenergetica, che hanno iniziato a coinvolgere sempre più persone negli ultimi tempi e che necessitano di uno spazio adeguato.

Suggerimenti condivisi anche dai soci Uisp, che si configurano come i maggiori e i più entusiasti partecipanti: sono infatti 557 le voci giunte attraverso il questionario e come lo stesso Balestri commenta «Una delle cose più belle che traspare dalle risposte libere che ci sono arrivate è questa gratitudine per questo confronto». Dai risultati è inoltre emerso che in molti sono riusciti a praticare attività fisica in casa, mentre il 28% dei partecipanti non si è allenato in casa per vari motivi, tra cui spiccano la mancanza di spazi adeguati e l’insoddisfazione di allenarsi in solitudine. La possibilità di riprendere con l’attività sportiva è qui, come per i nostri operatori, divisa tra chi è disposto a ricominciare con adeguate e certificate misure di sicurezza e chi ancora teme la possibilità di essere contagiato, continuando a preferire l’allenamento in casa o negli spazi aperti. «In un anno così particolare – conclude Balestri – un simile questionario ha acceso anche una lampadina per un contatto maggiore. Si toccano con mano alcune delle paure alle quali bisogna rispondere con politiche diverse e con una sostenibilità economica diversa, cosa difficile ma che è importante provare a fare, soprattutto per mantenere quella fidelizzazione che si basa principalmente sulla condivisione dei nostri valori e dei nostri servizi. Il questionario non ha certo una valenza sociologica, ma per noi rimane un’importante materiale d’analisi futuro».

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