Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Sport libera tutt*: la lingua che plasma gli immaginari

Sabato 4 dicembre si è tenuta la seconda giornata di approfondimento di "Differenze in gioco: Sport libera tutt*". Tema della giornata: il linguaggio verbale e corporeo.

 

Di Chià Rinaldi

BOLOGNA - sabato 4 dicembre si è tenuto il secondo seminario di approfondimento di "Differenze in gioco: Sport libera tutt*", il progetto di Uisp Emilia-Romagna, che si occupa del contrasto alla discriminazione di genere e omolesbobitransfobica.

Il progetto è finanziato dalla Regione Emilia-Romagna tramite il bando della legge 6/2014  indirizzato alla promozione di iniziative finalizzate al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere.

La giornata del 4 dicembre intitolata "Per un linguaggio - di genere - verbale e corporeo corretto, critico ed inclusivo" ha avuto come focus centrale il tema del linguaggio come strumento in grado di plasmare e creare immaginari, di generare un discrimine tra spazi sicuri e spazi escludenti, di modificare o rafforzare i rapporti di potere nella comunicazione verbale e/o non verbale.

Relatrici e relatori della giornata sono stati Manuela Manera, linguista e attivista transfemminista esperta su linguaggio e genere, Silvia Garambois, giornalista, sindacalista e presidente dell'associazione GiULia e Christian Serra, educatore sportivo esperto nel contrasto alla violenza di genere.

Manuela Manera ha spiegato come la comunicazione non sia neutra partendo dal titolo del suo seminario "Le giuste parole per un linguaggio corretto e inclusivo". L'inclusività infatti, ha spiegato Manera, prevede una relazione di potere: c'è chi include/esclude e chi viene incluso/escluso, per questo è preferibile, piuttosto, l'espressione "linguaggio aperto". La linguista ha poi esplicitato che non avrebbe fornito un vademecum del linguaggio corretto, perché non esiste un modo unico di interpretarlo: ciò che le interessa è fornire degli strumenti critici sulla lingua per fare scelte consapevoli. La lingua italiana, che non è struttura statica ma dinamica, veicola - potenzialmente - stereotipi e violenza sessista, razzista, abilista, omolesbobitransfobica alimentando narrazioni da cui ci sembra difficile divincolarci. Per affrancarsi da queste coninzione bisogna accrescere la consapevolezza attorno al potere che la lingua ha nell'aprire gli immaginari.

Il filo del discorso è stato portato avanti da Silvia Garambois, che ha proposto un approfondimento sul linguaggio di genere in ambito giornalistico. La giornalista ha evidenziato come la lingua sia uno degli strumenti di consolidamento e cristallizzazione di stereotipi sessisti e ruoli di genere che non hanno contatto con il reale. La lingua, in assenza di coscienza critica da parte di chi la utilizza, è uno specchio che riflette in maniera faziosa la realtà: declinare il linguaggio secondo il genere è fondamentale poiché il maschile neutro in forma plurale in realtà estromette dal presente - così come dal passato - la presenza di tutto ciò che non sia riconducibile ad un uomo. 

Le testate giornalistiche riflettono, purtroppo, gli stereotipi, che in paese con una cultura - tra le tante cose - fortemente sessista va ad alimentare e a perpetrare la violenza sulle donne e di genere.

Christian Serra ha spostato il focus dal linguaggio verbale a quello del corpo. La comunicazione del corpo, come la parola, trasmette un messaggio alle persone con cui si interagisce. Tramite il corpo si possono assumere posture assertive o aggressive, comunicare stati d'animo, cultura, ruolo che si riveste in un contesto. Anche il corpo e la sua meccanica hanno quindi un potere nel rafforzare o decostruire, e dunque rappresentare uno strumento di cambiamento rispetto a rapporti di potere e stereotipi. 

Oltre a riflettere la nostra identità sociale e culturale, il corpo può rendere un ambiente aperto alla partecipazione di tutt* o escludente. Questo è punto centrale per l* istruttor* sportivi, per esempio, che devono rapportarsi a soggettività diverse, con identità e posture differenti: per far sì che tutt* siano coinvolt* è necessario un uso consapevole del linguaggio del corpo.

Il programma di “Sport libera tutt*” prevede altri due seminari di approfondimento che si terranno il 15 gennaio e il 19 febbraio. 

Per restare aggiornati vi invitiamo a seguire il gruppo “Differenze in gioco”.

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