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Emilia-Romagna

Una svolta negli stili di vita. Intervista a Vasco Errani

Il congresso regionale dell'Uisp Emilia Romagna, tenutosi a Ravenna il 3 e 4 aprile presso l'hotel Holiday Inn, si è aperto con una tavola rotonda sul tema "Sport e politiche integrate" che ha visto la presenza del presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani.

Il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani al congresso Uispdi Vittorio Martone


RAVENNA - Il congresso regionale dell'Uisp Emilia Romagna, tenutosi a Ravenna il 3 e 4 aprile presso l'hotel Holiday Inn, si è aperto con una tavola rotonda sul tema "Sport e politiche integrate" che ha visto la presenza del presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani. Un'occasione importante per discutere quindi del ruolo dello sport all'interno del delicato scenario apertosi con la crisi economico-finanziaria e fare il punto sul ruolo della Regione, degli enti locali e del movimento sportivo in termini di sviluppo di una nuova cultura.

"Oggi siamo di fronte ad un cambiamento epocale. Una situazione - ha affermato il presidente Errani - che rende necessario lo sviluppo di una nuova consapevolezza di quanto sta avvenendo, più profonda rispetto anche alle convinzioni che ci siamo creati finora. Questo cambiamento è ovviamente determinato dal fatto che dalla crisi si uscirà profondamente diversi dal punto di vista del modello di sviluppo, delle produzioni degli stili di vita e dal punto di vista sociale. Al centro di questo cambiamento ci sono innanzitutto le grandi questioni che attengono all'ambiente ed alla salute. Sono tutti elementi che inducono a produrre uno sforzo profondo di innovazione, unico strumento per evitare di essere investiti o travolti dalle circostanze avverse e riuscire invece ad interpretarle producendo un ulteriore slancio in avanti. Al centro del nostro interesse ci devono quindi essere i temi della riconversione ecologica dell'economia, dell'energia pulita, dell'alimentazione, della sicurezza ambientale, della qualità dell'aria, dell'acqua e dell'alimentazione. Tutti quanti questi aspetti ruotano attorno al grande tema degli stili di vita. Sono dunque queste le grandi sfide che abbiamo di fronte. Sfide che come Regione abbiamo cominciato ad affrontare con grande determinazione e che siamo intenzionati a portare avanti con convinzione".

Quale può essere il ruolo dello sport in questo processo di cambiamento?
"Come dicevo, la crisi di questo sistema determina la necessità di sviluppare profonde innovazioni e di proporre un'altra via di approccio al vivere sociale. Il tema dello sport ruota chiaramente intorno a queste esigenze ed anzi, aggiungerei, esso rappresenta e deve essere considerato come uno degli elementi fondamentali del cambiamento degli stili di vita. La nostra Regione ha da tempo compreso questa esigenza avviando forme di sperimentazione legislativa che potenziano sempre di più la relazione tra lo sport ed altri settori del welfare quali la salute e le politiche per i giovani e la terza età".

La situazione attuale presenta elementi critici anche per quanto riguarda i rigurgiti xenofobi. Che tipo di lavoro crede si debba svolgere per contrastare questo fenomeno?
"Forse a molti non è chiaro che noi siamo già una società multietnica. Credo, quindi, che si debba innanzitutto insistere su questo aspetto e da qui continuare a fare attività culturale, poiché se vogliamo combattere le derive razziste spetta a noi costruire un nuovo modello di società. È questo il compito a cui siamo chiamati e nel quale vogliamo essere accanto all'Uisp. Abbiamo la necessità di investire su alcuni chiari valori quali il riconoscimento dell'altro e sappiamo che lo sport, più di molti altri aspetti del vivere sociale, può essere un grande strumento di comunicazione e di interrelazione".

Ritiene che il lavoro svolto dalla Regione Emilia Romagna possa fungere da linea guida nel processo di innovazione delle politiche pubbliche?
"Innanzitutto bisogna affermare che l'innovazione delle politiche pubbliche rappresenta un processo complicato che, al di là dei proclami, va tradotto nelle pratiche e nel cambiamento del modo di riflettere, ragionare e muoversi con le proprie gambe, per costruire infine una cultura pratica della legalità e della responsabilità. Detto ciò, preferisco non fare riferimento all'idea del 'modello', che a mio avviso rappresenta qualcosa di vecchio. Ciò che come Regione dobbiamo fare è piuttosto dimostrare che sono possibili politiche innovative non in Emilia Romagna ma in tutto il paese. Noi non vogliamo rispecchiarci in noi stessi ma vogliamo piuttosto costruire politiche che siano motore dell'innovazione nazionale".

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