Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Un'Italia migliore senza i Cie

I partecipanti ai Mondiali Antirazzisti si riuniscono per discutere dei Centri d'identificazione ed espulsione. Il ruolo dello sport per l'integrazione e lo spreco di risorse nei Cei al centro del dibattito

I Mondiali Antirazzisti 2012 - Foto di Antonio Marcello - Shoot 4 Changedi Stefano Miglio


CASTELFRANCO EMILIA - Dibattito sui Centri di identificazione ed espulsione, ieri 5 luglio, ai Mondiali Antirazzisti, festa contro tutte le discriminazioni organizzata dalla Uisp dal 4 all'8 luglio. "Tutti noi abbiamo diritto alle stesse possibilità", questa l'affermazione iniziale di Cécyle Kyenge, portavoce nazionale della rete dei migranti Primo Marzo. Dichiarazione condivisa da tutti i presenti al dibattito. Coordinati da Filippo Fossati, presidente Uisp, erano presenti ieri nel parco di Bosco Albergati che ospita la manifestazione: Gianmarco De Pieri di Ya Basta, associazione padovana per l'integrazione; Leonardo Tancredi di Piazza Grande, associazione che lavora con i senza tetto di Bologna; Ciro Spagnulo, del centro lavoratori stranieri Cgil di Modena.

Tra i temi più discussi sicuramente quello dell'attività motoria e della sua funzione per l'integrazione. "Lo sport è un terreno irrinunciabile per la battaglia antirazzista - ha dichiarato De Pieri -. Si cambia il mondo iniziando a cambiare se stessi, anche nel rapporto con il proprio corpo". Ha condiviso questa tesi anche il presidente Uisp Fossati: "Lo sport è uno strumento importante per mettere in contatto diverse culture. Il mondo futuro è destinato ad essere sempre più 'meticcio': il problema sarà dunque la gestione della situazione. I temi principali sono quelli dell'integrazione e dell'accoglienza. Noi dobbiamo dare un aiuto alle persone che lasciano il loro Paese in cerca di fortuna e l'attività motoria può essere una possibilità d'incontro, visto che nello sport si parla il linguaggio universale del corpo".

Al centro dell'interesse in particolar modo l'educazione dei bambini, importante per far crescere in futuro persone che non abbiano alcun pregiudizio legato a un colore della pelle diverso dal proprio. "L'Italia sarebbe migliore senza alcun tipo di barriera - afferma la Kyenge - e il percorso da fare è creare una consapevolezza dei propri diritti, cercando attraverso la quotidianità di eliminare tutte le barriere, non solo fisiche ma mentali". Qual è l'autorità morale e politica del Parlamento e delle istituzioni locali per cacciare i cittadini extracomunitari dai propri confini? "Mai come ora la nostra società deve dimostrarsi migliore della politica che vuole rappresentarci" sottolinea De Pieri.

Altro argomento emerso dal dibattito è la battaglia d'informazione da fare sui Cie, su cui la comunicazione non sempre è corretta. I numeri vengono in aiuto per descrivere al meglio la situazione di quelli che, nel corso del dibattito, spesso sono stati definiti "centri di detenzione per immigrati". Leonardo Tancredi di Piazza Grande ha fornito alcuni dati interessanti: "La prima battaglia è quella di fornire una comunicazione corretta. Nei Cie non c'è solo uno 'spreco' di diritti, ma anche di risorse, e non possiamo permettercelo. Dal '99 al 2011 è stato speso circa un miliardo di euro per la loro gestione  e solo il 47% delle persone trattenute sono state effettivamente espulse. I Centri si sono dimostrati quindi uno strumento fallimentare anche a livello di efficienza". Sulla stessa lunghezza d'onda le dichiarazioni rilasciate da Spagnulo: "Con i Cie si vuole curare l'irregolarità. Ma l'immigrazione è un fenomeno strutturale e noi abbiamo una legge, la Bossi-Fini, che non prende atto di questa realtà. In questo modo gli extracomunitari irregolari diventano ricattabili e questa situazione fa comodo agli imprenditori che speculano sugli immigrati con il lavoro nero".

In conclusione, da sottolineare la buona cornice di pubblico presente, con diversi stranieri, tedeschi e francesi su tutti, a seguire il dibattito accompagnati dagli interpreti. Un plauso finale è da fare a queste ragazze e ragazzi che accompagnano gli ospiti stranieri durante tutta la manifestazione. Questo è lo spirito dei Mondiali Antirazzisti, coinvolgere tutti in tutte le attività.

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