E’ tempo di ricominciare.
Federico Ioppolo, presidente Uisp Monza-Brianza, parla dei motivi che hanno mosso il messaggio di questa campagna: “Dopo un anno di chiusure e di attività ferme, le prossime settimane ci vedranno impegnati in numerosi eventi e in nuovi progetti. La Festa dello Sport del Comune di Monza, i Campionati Nazionali, la Move Week, i Campus Estivi Multisport, le attività nei parchi; e molti altri seguiranno nei prossimi mesi. Ognuno di essi è stato ideato con l’intento di accompagnare e supportare la ripartenza delle attività attraverso interventi sostenibili e solidali. C’è tanto entusiasmo e impazienza, ma anche la certezza che questo “ritorno” non sarà semplice, né uguale per tutti.
L’intero sistema sportivo di base è stato messo in ginocchio dalla pandemia e ancora fatica a rialzarsi. Migliaia di associazioni e società sportive sono allo stremo e dovranno affrontare ancora numerose difficoltà. Sarà un cammino lento e faticoso, ma dobbiamo affrontarlo. Desideriamo che questa ripresa delle attività sia vissuta da tutti con consapevolezza e in totale sicurezza. Siamo convinti, quindi, che il momento migliore per ricominciare sia quello che ognuno sceglierà liberamente nei prossimi mesi, rispettando i propri tempi.
Lo sport, lentamente, sta tornando. Abbiamo atteso questo momento per un tempo che ci è sembrato interminabile, continuando a credere che avremmo contribuito a renderlo possibile. Molte cose sono cambiate, altre ci sembreranno diverse, ma le ragioni sono sempre le stesse: lo sport è un diritto.”
Di recente la sottosegretaria con delega allo sport Valentina Vezzali - in audizione di fronte alle commessioni cultura riunite di Camera e Senato - ha affermato che l’inserimento di questo diritto all’interno della Costituzione rappresenta un obiettivo primario delle nuove linee programmatiche di governo. Da tempo l’Uisp si impegna per il pieno riconoscimento del valore sociale dello sport, quello dei diritti, lo «sport di cittadinanza» (cit. Vincenzo Manco, Il valore sociale dello sport dei diritti, 2011). L’auspicio è che questo cammino non sia un ritorno a ciò che avevamo lasciato, ma che l’orizzonte culturale dello sport veda finalmente ampliati i propri confini, e il riconoscimento dei propri diritti di fronte alla collettività. Nuove e vecchie sfide attendono il nostro mondo, e alcune di esse, come la tutela dei lavoratori, non possono più essere rimandate.
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