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Terzo settore: nello sport il 34% delle istituzioni non profit

L’Istat ha reso noti i dati sul numero di istituzioni non profit attive in Italia nel 2022 e sulle loro principali caratteristiche strutturali

 

L'Istat ha reso note nei giorni scorsi le informazioni statistiche sul numero di istituzioni non profit attive in Italia nel 2022 e sulle loro principali caratteristiche strutturali, partendo dal Registro statistico costituito dalle unità giuridico-economiche di natura privata senza scopo di lucro. Le informazioni relative alle istituzioni non profit presenti nel Registro statistico sono aggiornate annualmente attraverso l’integrazione di diverse fonti amministrative.

Il settore dello sport raccoglie il numero di istituzioni non profit più alto (34,0%), seguito da quelli delle attività culturali e artistiche (15,1%), delle attività ricreative e di socializzazione (14,8%), dell’assistenza sociale e protezione civile (9,7%).
I dipendenti crescono in tutti i settori di attività e in particolare in quelli della filantropia e promozione del volontariato (16,6%) , delle relazioni sindacali e rappresentanza interessi (+12,0%), dell’ambiente (5,7%), delle attività culturali e artistiche e della cooperazione e solidarietà internazionale (+5,5%).

La distribuzione del personale dipendente è concentrata in pochi settori quali assistenza sociale e protezione civile (49,0%), istruzione e ricerca (14,5%), sviluppo economico e coesione sociale (11,4%) e sanità (10,8%). Minore l’impiego di dipendenti nei settori delle attività sportive, ricreative e di socializzazione. Le istituzioni che operano senza impiegare lavoratori dipendenti si concentrano nei settori delle attività sportive (95,2%), della attività ricreative e di socializzazione (94,0%), dell’ambiente (92,9%) e delle attività culturali e artistiche (91,5%). Al contrario, il ricorso al personale dipendente è maggiore nei settori e dello sviluppo economico e coesione sociale (71,9%) e dell’istruzione e ricerca (60,5%), dove circa un’istituzione su quattro impiega almeno 10 lavoratori (Figura 2).

Al 31 dicembre 2022 le istituzioni non profit attive in Italia sono 360.061 e, complessivamente, impiegano 919.431 dipendenti. Tra il 2021 e il 2022 le istituzioni diminuiscono lievemente (-0,2%) mentre i dipendenti aumentano del 2,9% mantenendo il trend di crescita riscontrato nell’anno precedente. Nel 2022 le istituzioni crescono più al Sud  (+2,0%) e nelle Isole (+1,1%) e sono in lieve flessione nel Nord-est (-1,2%), Nord-Ovest (-1,0%) e al Centro (-0,3%). Le  regioni congli incrementi maggiori sono Campania (+3,7%), Calabria (+3,3%), e Sicilia (+2,3%), mentre quelle con  decrementi più elevati sono la provincia autonoma di Bolzano/Bozen (-7,2%), il Molise (-6,1%) e la Basilicata (-3,4%).

Le istituzioni non profit, benché a partire dal 2018 siano aumentate di più nelle regioni del Mezzogiorno, presentano ancora una distribuzione territoriale piuttosto concentrata: circa il 50% è attivo al Nord, il 22,1% al Centro, il 18,5% e il 9,5% rispettivamente al Sud e nelle Isole. Tra il 2022 e il 2021, i dipendenti impiegati dalle istituzioni non profit aumentano di più al Sud (+6,9%), nelle Isole (+4,2%) e nel Nord-ovest (+2,9%). L’incremento dei dipendenti è maggiore in Basilicata (+14,0%) e Campania (+12,0%), dovuto perlopiù alla crescita dimensionale delle cooperative sociali, e in Liguriai (+8,7%). Il personale dipendente diminuisce soltanto in Molise (-8,2%).
La distribuzione territoriale dei dipendenti rimane notevolmente concentrata, il 56,4% è impiegato nelle regioni del Nord mentre solo il 21,3% lavora nelle istituzioni non profit del Mezzogiorno.

Il 10,5% delle istituzioni non profit è rappresentato da associazioni di promozione sociale, il 9,6% da organizzazioni di volontariato, il 4,6% da imprese sociali, il 3,3% da Onlus e il 72,0% da altre istituzioni non profit. Il peso delle forme organizzative muta significativamente considerando i dipendenti impiegati: le imprese sociali occupano oltre la meta dei dipendenti (55,1%), seguono le altre istituzioni non profit (30,4%), le Onlus (9,4%), le organizzazioni di volontariato (3,4%) e le associazioni di promozione sociale (1,7%). Rispetto al 2021, i dipendenti crescono in modo significativo tra le associazioni di promozione sociale (+24,4%), che oltre a quelle in precedenza iscritte nei Registri regionali includono anche circoli e affiliazioni delle reti associative di promozione sociale, ma anche tra le organizzazioni di volontariato (+11,7%), le imprese sociali (+3,7%) e le Onlus (+2,3%).

Le associazioni di promozione sociale svolgono prevalentemente attività ricreative e di socializzazione (47,2%) e culturali e artistiche (28,1%). Infine, gli ambiti di attività che caratterizzano le altre istituzioni non profit sono le attività sportive (45,6%) e gli altri settori (17,4%).

Nel 2022 sono 69.381 le istituzioni non profit iscritte nell’elenco degli enti destinatari del cinque per mille (19,3% del totale). Nell’anno di dichiarazione dei redditi 2022 l’importo ricevuto dalle istituzioni non profit è di circa 446,4 milioni di euro mentre le scelte espresse dai contribuenti al momento della dichiarazione si attestano su 11,1 milioni, in diminuzione rispetto al 2021 (-6,3%).

Nella strategia dei Censimenti permanenti, ogni tre anni l’informazione sul settore non profit viene completata da una rilevazione campionaria che permette di coglierne gli aspetti peculiari e la dinamicità, garantendo sia l’articolazione del quadro informativo di carattere strutturale sia l’analisi in serie storica. La prossima rilevazione campionaria del Censimento permanente delle istituzioni non profit riferita al 2024 sarà avviata nel corso del 2025. (Fonte: Istat)

Per scaricare il testo integrale e la nota metodologica clicca qui

Fonte: UISP Nazionale

 

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