Comitato Regionale

Emilia-Romagna

22 giugno: Mater-B

MG: Devo fare un cartello per fargli capire che i bicchieri non vanno nel contenitore della plastica. V: Scrivi che sono biodegradabili... MG: Ho scritto che sono di materiale organico. V: Brava, così pensano che sono fatti di rifiuti!

La borraccia del volontariodi Vittorio Martone


MG: Devo fare un cartello per fargli capire che i bicchieri non vanno nel contenitore della plastica.
V: Scrivi che sono biodegradabili...
...
MG: Ho scritto che sono di materiale organico.
V: Brava, così pensano che sono fatti di rifiuti!
...
MG: Non volevo rifare il cartello e ho aggiunto biodegradabile.
V: Meglio ancora, così pensano che oltre a essere fatti di rifiuti gli si sciolgono pure in mano...

Quando si fa parte dell'organizzazione di un evento è spesso inevitabile che tra gli addetti ai lavori ci si rivolga alla massa dei visitatori con un plurale onnicomprensivo e totalizzante. La dinamica bipolare entra un po' in gioco, inevitabilmente, anche nei modi di fare di un'associazione pluralista e aperta come l'Uisp. Il dialogo di prima, realmente avvenuto, si basa proprio su questo rapporto noi/loro. Quello che precede il "noi" è la conoscenza del lavoro svolto per far sì che Rimini 2008 fosse una manifestazione con un impatto ambientale prossimo allo zero. Quello che riguarda il "loro" è la speranza e la volontà di trasmettere una forma di difesa dell'ambiente in grado di essere seguita anche nei momenti di divertimento.

Il piano di tutela dell'ambiente è stato strutturato su quattro principali aree di intervento, che vanno dall'uso dell'acqua di rete al posto delle bottigliette (motivo per cui giriamo con una borraccetta personalizzata che ci sta riportando tutti alla fase orale della nostra infanzia) alla raccolta differenziata, fino all'utilizzo e al potenziamento dei trasporti pubblici e all'utilizzo di materiali riciclabili. Tra questi: piatti di carta, posate di legno - con cui è difficilissimo mangiare o sbucciarsi una mela e che spesso vengono ingerite a scaglie assieme al cibo, con grande soddisfazione del palato quando si scopre che l'acero ha un sapore eccezionale - e bicchieri di mater-b.

E arriviamo a un punto dolente della questione tutela dell'ambiente. Il benedetto mater-b, ritrovato di ultima generazione nel campo delle bio-plastiche, oltre ad avere caratteristiche fisico-chimiche in tutto e per tutto simili alla plastica deriva in toto da materie prime naturali completamente biodegradabili (del tipo amido di mais, di patate o di grano allo stato naturale). Il problema è che con il caldo e le alte temperature, e qui le nozioni che vado a sciorinare passano dall'ambito della conoscenza teorica a quello dell'esperienza empirica, i bicchieri tendono ad attaccarsi tra loro, generando effluvi di imprecazioni da parte di ogni utente nel momento in cui si cerca con bramosia e voracità di accaparrarsi un bicchiere per poi dissetarsi.

Al di là delle maledizioni, il progetto di azzeramento dell'impatto ambientale mette in evidenza un qualcosa che contraddistingue l'Uisp come associazione, un quid che con questo diario sto cercando di carpire e di tracciare in qualche modo. In questa ricerca la prima scoperta riguarda la dedizione di persone come Santino Cannavò, responsabile nazionale dell'area ambiente Uisp, e la responsabile dell'area sportpertutti dell'Emilia Romagna Manuela Claysset. L'altra è legata invece alla base del corpo associativo di questa "unione", fortemente ricettivo rispetto a determinate tematiche. Non è roba di impegno politico e sociale, o meglio non solo. È qualcosa che riguarda la natura umana di chi entra a far parte a vario titolo dell'Uisp. Ne è prova la storia di Marco, ingegnere chimico di 39 anni laureatosi nel '94 al Politecnico di Milano e oggi libero professionista, che da diverso tempo svolge attività non agonistica con la Lega Sci del capoluogo lombardo. Ho dovuto penare per strappargli due parole, vista la sua ritrosia e la sua timidezza, però alla fine sono riuscito a farmi raccontare un po' della sua vita, passando mio malgrado per il ruolo di cinico giornalista. E alla fine ho scoperto che lui, senza far parte dell'Uisp a livello organizzativo o dirigenziale ma semplicemente come socio iscrittosi per svolgere un'attività ricreativa nel corso dei suoi fine settimana, ha deciso di venire qui come volontario proprio dopo aver orecchiato del piano di difesa dell'ambiente che era stato strutturato per questa manifestazione.

E questo schivo "libero professionista" lo vedi faticare dalla mattina alla sera senza sosta, a trasportare bidoni da una parte all'altra del Villaggio dello Sport. E quando a sera "noi" si è lì, devastati, a giocare a qualche giochino di gruppo e a rilassarsi bevendo una birra, lui è ancora a spaccarsi la schiena e svuotare cartoni, bidoni, ceste e "panari" per lasciare tutto pulito per il giorno dopo. Io credo che sia proprio sulla promozione, lo sviluppo e l'integrazione di queste forze "disinteressate" e spontanee che debba e possa reggersi il futuro di questa associazione. Motivo per cui esse vanno valorizzate. E lo confesso, senza alcuna meschinità, queste mie righe sono un tributo a questa persona affinché, per il poco ch'io possa fare, la sua storia non vada perduta, così come si conservino la sua "volontarietà" e il suo impegno, per il bene mio e suo, di quest'associazione e, già che parliamo di ambiente, di tutti.

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