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Emilia-Romagna

Di cosa parliamo quando parliamo di sport

Ieri sera l'incontro "Piacenza città dello sport! O no?" ha aperto la festa cittadina del Pd. Un'occasione per discutere della candidatura a città europea dello sport 2018

Da sinistra: Giuseppe Baracchi, Stefano Gobbi, Giorgio Cisini, Mauro Rozzi e Elisabetta Rapetti

della redazione Uisp Piacenza


PIACENZA - Cosa significa per Piacenza candidarsi a città europea dello sport nel 2018? Questo il punto di partenza della tavola rotonda che ha dato il via ieri sera, in via Pavia, la festa cittadina del Pd e che ha visto un confronto aperto tra le prospettive dell'amministrazione pubblica, della promozione sportiva, dell'impiantistica e dello sport di vertice.   


"Come prima cosa - ha affermato Mauro Rozzi, presidente della Uisp Emilia-Romagna - dobbiamo capire di cosa parliamo quando discutiamo di sport partendo dai dati che abbiamo. Gli italiani sono tra i più sedentari in Europa, più della metà della popolazione vive in città, c'è un problema di obesità infantile, l'Oms certifica una diminuzione delle persone che fanno attività motoria e si abbassa l'età media dell'abbandono sportivo tra gli adolescenti. La risposta da dare non è una semplice certificazione da'città europea': occorre una ricerca seria per rispondere alle esigenze sportive della popolazione. È indispensabile aprire le città allo sport ripensando l'architettura urbana, puntando sui giovani e su discipline destrutturate".

Durante il dibattito, nel campo della Asd Folgore, si è giocato un triangolare di calcio femminile: "Un bel segnale - ha dichiarato Rozzi - per uno sport tanto seguito a livello maschile ma altrettanto discriminato al femminile"Dello stesso avviso il presidente dell'Ordine degli architetti di Piacenza Giuseppe Baracchi: "Lo sport - ha affermato - deve diventare elemento essenziale del vivere civile. Per far questo è utile guardare esempi positivi anche al di fuori del nostro paese, come può essere l'Olympic park di Londra che, dopo i giochi, è diventato un parco urbano in cui le famiglie possono fare sport liberamente, a contatto con la natura. Lo sport può essere una grande occasione per le nostre città ma è importante che il pubblico sappia dialogare con i privati e, ancor prima di realizzare uno stadio o una piscina, bisogna pianificare il suo utilizzo futuro per la cittadinanza".

Sulla difficoltà di conciliare le poche risorse disponibili con un avanzato modello sportivo si sono concentrati il consigliere nazionale del Csi Stefano Gobbi e l'assessore allo sport del Comune di Piacenza Giorgio Cisini. "Violenza, doping e scommesse - ha affermato quest'ultimo - sono i mali dello sport di oggi: dobbiamo combatterli insieme, a tutti i livelli, puntando sui valori della salute, della socialità e della competizione intesa come crescita personale per ragazzi".

Sui sani stili di vita si è soffermata anche Elisabetta Rapetti, presidente della società sportiva Gymnasium e assessore allo sport del Comune di Gossolengo. "Oggi - ha affermato - lo sport deve essere considerato come la norma e non come un privilegio. L'associazionismo sportivo in questi anni è cresciuto anche grazie a questa nuova mentalità che guarda alla salute e al benessere della persona. In questo senso credo sia importante sottolineare l'esperienza di quelli sportivi, come i camminatori o i bikers, che pur non facendo parte di gruppi codificati, rappresentano una realtà importante e una risorsa per il nostro territorio anche dal punto di vista culturale e turistico".

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