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Emilia-Romagna

Esordio dell'Area Indysciplinati a SportDays

Intervista a Valentino Di Lauro, dell'associazione vicentina Krap che propone attività freestyle come il parkour, il freerunning, il mountainboard e la capoeira

Le attività del Krap a SportDays - Foto di Antonio MarcelloRIMINI - Il PalaUisp si è distinto all'interno di SportDays, la fiera dello sport organizzata dal Coni dal 9 all'11 settembre a Rimini, soprattutto per la proposta di attività poco conosciute e inusuali. Tra i vari stand, che comprendevano canoa, arrampicata, attività subacquee e bike trial, c'era anche lo spazio del Krap, associazione vicentina che ha messo al centro della propria proposta sportiva le attività freestyle e che collabora con la Uisp all'interno della neonata area Indysciplinati.

A Valentino Di Lauro, membro fondatore del Krap, abbiamo chiesto innanzitutto quali difficoltà si incontrano nel proporre discipline quali il parkour o lo skate.
"Innanzitutto si tratta di attività non comuni e che in Italia incontrano difficoltà nel reperire spazi. Le nostre sono discipline di strada, di cui si pensa male e su cui ci gravano ancora molti pregiudizi. In realtà si tratta semplicemente di attività libere, in cui i ragazzi non hanno molti vincoli. Parkour, freerunning, capoeira, mountain board (uno skateboard con le ruote più grandi che permette di transitare anche su sassi e strade sterrate, ndr) sono discipline giovani, che noi proviamo a far conoscere ed apprezzare a tutti".

Qual è l'approccio con cui provate a smantellare i pregiudizi?
"Il pregiudizio è conseguenza della mancanza di conoscenza: noi abbiamo compreso che sfondarlo è molto facile se si mostra che le attività sono fatte con una filosofia positiva e in sicurezza. In altri stati magari queste cose sono famose e affermate, mentre da noi anche la mancanza di spazi rende tutto più difficile, obbligando le persone all'uso non convenzionale degli spazi pubblici che crea paura. Ma il bello di queste discipline è proprio che insegnano a utilizzare le cose con fantasia. Come sempre bisogna persistere".

Come è strutturata la vostra proposta di attività?
"Facciamo tanti eventi per creare innanzitutto visibilità. Abbiamo poi corsi per le persone dai sei anni fino all'età adulta. Lavorare con i bambini è chiaramente molto più facile: quello che insegnano queste discipline è la naturalezza e i bambini non hanno vincoli. Mentre con i ragazzi che hanno fatto sport disciplinati è più difficile togliere le abitudini corporee che si sono radicate. Quello che riscontriamo rispetto alle discipline freestyle è l'assenza del rischio di drop out (l'abbandono della pratica motoria, ndr): in questo settore infatti si crea un legame anche a livello familiare tra i ragazzi, con uno spirito di gruppo molto forte e una grande soddisfazione anche a vedere le evoluzioni dell'altro. Per cui anche se non si pratica sempre con assiduità alla fine si è sempre coinvolti nel movimento sportivo".

(vi.mar.)

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