Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Folkgames: istruzioni per l'uso

Nel prossimo numero di Fuori Area uno speciale racconta feste e fiere dell'Emilia-Romagna che, con l'area gioco Uisp, recuperano i giochi della tradizione popolare. Qui la lista completa dei folkgames e la spiegazione di quelli meno noti

Una partita di twisterdi Fabrizio Pompei


L'EMILIA-ROMAGNA è una regione ricca di tradizioni ludiche da riscoprire nelle molte feste e iniziative che ripropongono ai bambini e non solo una serie di giochi popolari ormai dimenticati o fuori moda. Nel prossimo numero di Fuori Area, in uscita il 30 novembre, uno speciale descriverà le varie realtà del territorio che si impegnano nella riscoperta e nella promozione di questi folkgames. Si tratta per lo più di giochi di antiche origini contadine che dalle fiere medievali sono stati tramandati fino ai nostri giorni: divertimenti in parte ancora conosciuti ma ormai poco praticati come tiro alla fune, corsa nei sacchi, freccette, tiro ai barattoli e ai birilli, ruba bandiera, lancio degli anelli, hula hoop, twister, mini tennis, salto con la corda e pista delle biglie. Ma se si parla di "gioco della damigiana" o di quello "dei chiodi" cosa si intende? Ecco la scheda dei folkgames più "oscuri".

Carrom. Giocato in India e Pakistan si basa sul mandare in buca delle pedine, disposte su una tavola quadrata di 74 centimetri di lato, per mezzo di un percussore (come il pallino con le altre palle nel biliardo) che viene spinto con le dita.

Gioco dei chiodi. Consistente nel piantare un chiodo in un pezzo di legno col minor numero possibile di colpi: 5 per i bambini e 3 per gli adulti.

Gioco della damigiana. Molto difficile e appassionante: bisogna far scorrere una pallina su un binario mobile, fatto con una corda elastica, fino a farla arrivare a cadere in una damigiana. La corda viene legata a un palo facendola biforcare, in modo da avere due cime di 3 metri l'una. Al fondo di queste due estremità ci sono due manici per manovrare meglio le corde, alzandole per far scorrere la pallina e stringendole o allargandole per bilanciarla. La damigiana invece è posta vicino al palo, quindi nel punto più lontano dal giocatore.

Gioco delle noci. Un tubo di metallo lungo due metri, attaccato in alto a un palo, punta in obliquo verso terra, poggiando su un basamento in legno rivestito da uno strato di gomma. Dall'alto, nel tubo, viene calata una nocciola (massima difficoltà), una mandorla (media difficoltà) o una noce (bassa difficoltà) che arriva a tutta velocità verso il basamento. Il giocatore deve colpire con un martello la noce appena esce dal foro. La vincita consiste tradizionalmente nel diritto di mangiare il contenuto. Tante sono le tecniche: c'è chi al primo lancio conteggia i secondi che impiega la noce a percorrere il tubo per sapere poi quando sferrare il colpo, chi dà martellate continue, chi si affida solo ai riflessi, ma la percentuale di chi riesce nell'impresa è molto bassa.

Groviera. Un gioco di manualità, abilità, riflessi e prontezza: bisogna condurre con un bastone una pallina lungo un percorso a ostacoli evitando che cada in uno dei tanti buchi della tavola.

Lancio del ferro di cavallo. Consiste nel lanciare ferri di cavallo il più vicino possibile a un paletto che spunta verticalmente dal terreno.

Paracadute. Si usa un telo colorato ad arcobaleno, con manici alle estremità, poggiato in terra con un pallone di spugna al centro. Due squadre di 5 persone disposte una di fronte all'altra devono afferrare i manici alle estremità e scuotere il telo fino a far cadere la palla dal lato degli avversari. Il gioco può essere fatto anche con logica non agonistica ma cooperativa: si scuotendo il telo cercando di non far cadere il pallone.

Sagome. Consiste nell'abbattere delle semplici sagome costruite artigianalmente dagli operatori dell'area gioco e decorate da loro come personaggi dell'artico.
 
Torre. Come il commerciale Jenga ma più grande. Tanti piccoli parallelepipedi di legno vanno messi uno sull'altro per costruire una torre e poi, sfilando i pezzi dal basso e riposizionandoli in cima, bisogna sviluppare la torre in altezza. Il record, di 165 cm è stato stabilito a Rimini durante la manifestazione "Sports Days" di quest'anno. Ma la particolarità è che le misurazioni vengono sempre fatte prendendo come riferimento il corpo di un operatore dell'area gioco.

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