FELINA (RE) - Quasi due secoli fa, a Felina, una frazione del comune di Castelnovo Monti, in provincia di Reggio Emilia, alcuni musicisti si riuniscono per formare una piccola orchestra. Quarant'anni dopo, nel 1870 viene ufficialmente fondata "la banda del paese". Qui la tradizione musicale sopravvive ancora oggi e si mantiene attiva grazie a una scuola che ogni anno accoglie venti nuovi allievi, un numero importante per un borgo di 2000 abitanti. Proprio da una rassegna bandistica che si svolgeva nell'ultimo fine settimana di luglio nasce la tappa locale di Cittaslow, il festival di enogastronomia e riscoperta del territorio, organizzato da Slow Food, che coinvolge una serie di comuni, italiani e non, nella sfida ai grandi problemi del nostro tempo attraverso una nuova filosofia del cibo e un diverso approccio alla produzione agricola e al consumo.
La manifestazione vede la collaborazione dell'area gioco Uisp Emilia-Romagna che, con i suoi operatori, propone affiancandoli ai mercatini e agli stand di prodotti enogastronomici locali e non, una serie di giochi tradizionali, dal tiro alla fune alla corsa nei sacchi, da quello della damigiana a quello delle noci. "Sono giochi che i montanari di queste zone diventan pazzi per quanto si divertono", sottolinea Erasmo Lesignoli, presidente dell'area gioco Uisp. La festa, nata dodici anni fa, richiama un numero sempre crescente di persone anche per merito del clima: il paese, infatti, posto a più di 600 metri sulle falde del "Salame", il monte così chiamato per la sua particolare forma arrotondata, offre una piacevole frescura durante i mesi estivi.
Dalla musica al cibo, dai giochi tradizionali alle campagne di sensibilizzazione su tematiche ambientali: la festa coinvolge vari aspetti della vita, e diversi sono i soggetti che lavorano all'organizzazione dell'evento. "Felina - afferma Monica Belli, vicepresidente de' "La Fenice", associazione che promuove cucina e prodotti del territorio - si è del resto sempre distinta oltre che per la musica anche per l'associazionismo, con tante diverse realtà che collaborano tra loro. Abbiamo interessi diversi e nessuno fa la stessa cosa. Per quanto ci riguarda da due anni ci stiamo concentrando esclusivamente sul cibo di strada, di una qualità molto alta, anche per celiaci, nel recupero della tradizione culinaria nostrana. Abbiamo poi messo in piedi un orto didattico per le scuole e presentato una ricerca proprio su agricoltura e cibo, intitolata 'Il cibo che vogliamo', portata anche al Salone del gusto di Torino".