Comitato Regionale

Emilia-Romagna

La tradizione che non c'è

Nel secolo scorso molti piccoli paesi della riviera romagnola si reinventano una vocazione turistica. Oggi Marina Romea, Marina di Ravenna, Punta Marina e Milano Marittima sono i principali centri balneari del ravennate e ogni estate ospitano diversi giochi tradizionali, approfonditi nello speciale dedicato ai folkgames in Emilia-Romagna

Milano Marittima nei primi anni del '900 - Foto della Pro-Loco Milano Marittimadi Fabrizio Pompei

 

RAVENNA - Poche case di pescatori, coste acquitrinose, vecchie zone di relitti marini. Questo erano fino a inizio Novecento i principali centri balneari della riviera ravennate. Marina Romea, Marina di Ravenna, Punta Marina e Milano Marittima sono diventate importanti mete di vacanza solo in seguito e per una scelta consapevole: lì dove c'era poco o niente si è deciso di investire sul turismo, di abbandonare la vecchia economia tradizionale puntando su nuovi progetti, costruendo una tradizione balneare in luoghi che non avevano alcuna esperienza nel settore. I quattro comuni, che si trovano nell'area del parco naturale del delta del Po, hanno sì caratteristiche diverse ma condividono tutti l'intuizione e la capacità di reinventarsi.

Ogni lido ha le proprie particolarità e la propria storia: Marina Romea, neppure 1000 abitanti, deve la sua fortuna alla costruzione, agli inizi degli anni Cinquanta, di una strada litoranea a cui seguirono i primi alberghi. Anche il nome fu cambiato per incentivare il turismo. Lo stesso venne fatto per Marina di Ravenna: vecchio villaggio di pescatori, durante gli anni Venti si trasformò in ambìto centro balneare. Il territorio di Punta Marina, invece, nato dai detriti fluviali accumulatisi sulla costa, restò una zona acquitrinosa fino agli inizi del Novecento, quando le bonifiche resero possibili i primi insediamenti e lo sviluppo del turismo. Il 1907 rappresenta infine la vera data di nascita di Milano Marittima: in quell'anno infatti il Comune di Cervia stipulò una convenzione con una società milanese, affidandole la riqualificazione di una zona di relitti marini, e da lì, nel tempo, crebbe e si sviluppò una delle principali mete balneari della riviera romagnola.

In questi lidi, tra luglio e agosto, l'area gioco della Uisp Emilia-Romagna organizza, nell'ambito dei Rivera Beach Games - una rassegna di eventi sportivi e non, che si svolge da aprile a ottobre - una serie di attività nei campeggi dei quattro comuni. Gli operatori Uisp, tutti volontari, propongono per tutta la giornata giochi tradizionali come tamburello, dodgeball, frisbee, carrom, groviera, torre, noci, damigiana e paracadute: attività che possono essere praticate comodamente sulle spiagge. Da cinque anni, nello stesso periodo, l'area gioco propone anche "Aquiloni in spiaggia", un progetto che comprende laboratori di costruzione di aquiloni, lezioni di "volo" e una mostra di aquiloni dalle forme particolari. "La particolarità di questi 'interventi' - spiega Orlando Porrari, responsabile dell'attività, e presidente della società "Aquilò" - sta nel contatto con il mare. E non per una questione di maggiore libertà o di spazi. Il punto è che con la brezza marina si ha più vento costante per far volare gli aquiloni. Per questo limitiamo il laboratorio alla sola costruzione dell'aquilone, facendo meno formazione su tutte le regole e la storia del volo, pensando piuttosto a sviluppare la manualità dei bambini".

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