GUASTALLA (RE) - Che la valle tra il Tigri e l'Eufrate fosse stata la culla della civiltà è un adagio da insegnamento delle scuole elementari presente nella memoria di molti. Forse per questo il ben più provinciale Po, a confronto, sembra un corso d'acqua di periferia. Eppure anche qui gli insediamenti si sono susseguiti. Dagli etruschi ai longobardi, per arrivare infine alla dinastia dei Gonzaga: questa è la linea di civiltà che ha caratterizzato il territorio di Guastalla, in provincia di Reggio Emilia. La cittadina era nota anticamente come Wartstall, composto di "warten" (guardare, aspettare) e "stall" (stazione o anche stalla), e si sviluppò proprio come fortezza e grazie alla vicinanza con l'importante via di commercio rappresentata appunto dal Po. Questa produttiva zona di pianura destò nel 1539 l'attenzione di Ferrante Gonzaga, capostipite della linea cadetta della famiglia mantovana, il quale iniziò il processo di sviluppo che rese Guastalla una delle città fortificate più importanti dell'Italia del nord. E dal desiderio di lustro di Ferrante nasce il palazzo ducale, che crescerà sulla base dei lavori avviati pochi anni prima dai Torelli, vecchi proprietari della zona.
Il cortile interno di questo palazzo, una volta all'anno, si ritrova a ospitare un piccolo giardino didattico per far conoscere ai bambini quali sono i piccoli animali di una fattoria. Accade in occasione del festival "Naturambiente", che da 19 anni punta a promuovere le tecnologie verdi assieme ai prodotti del territorio. "Ma oltre al festival ci impegniamo tutto l'anno per fare educazione ambientale nelle scuole elementari e medie - sottolinea Walter Bonazzi, presidente dell'associazione "Guastalla Ambiente" che organizza l'evento - e per gestire l'area verde vicino al Po assieme a una ventina di pescatori. Alla festa di quest'anno abbiamo avuto un migliaio di persone, con un'ottima visibilità per i prodotti locali e per le tecnologie verdi. Tutto senza scopo di lucro. Oltre ovviamente a tutta la parte dei giochi tradizionali della Uisp".
La rassegna di folkgames rappresenta infatti la novità dell'edizione 2012 di Naturambiente, che si è svolta il 22 aprile scorso. Gli operatori volontari dell'area gioco della Uisp Emilia-Romagna si sono presentati a Guastalla con una proposta di giochi che va dal tiro alla fune ai ben più misteriosi "carrom" e "paracadute". "Un mezzo anche questo per intrattenere - afferma Erasmo Lesignoli, presidente di questo settore della Uisp - e creare aggregazione all'interno della festa". Aggregazione che a Guastalla significa anche incrocio tra differenti culture. Tra i suoi 15.000 abitanti, infatti, il comune reggiano ne registra, in base ai dati Istat del 2012, 2.197 di origine straniera. Qui la ricchezza del territorio e le conseguenti opportunità di lavoro, evidentemente, continuano ad attirare persone e civiltà diverse dal mondo.