Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Lo sport non agonistico e la certificazione medica

Il quadro d'insieme sulle modifiche legislative relative alla tutela della salute di chi pratica attività motoria. Quale passato e quale futuro?

di Francesca Colecchia - consulente di Arsea srl

 

BOLOGNA - Negli ultimi mesi le disposizioni in materia di tutela della salute dei praticanti attività non agonistica sono state più volte modificate, ingenerando molteplici dubbi interpretativi tra gli operatori del mondo sportivo e sanitario. A livello nazionale l'attività sportiva dilettantistica può essere attualmente qualificata come attività sportiva non agonistica (art. 3 del citato Decreto), non agonistica ad alto impatto cardiovascolare (art. 4 del medesimo Decreto) e attività sportiva agonistica (DM 18/02/1982).

Con riferimento a tutte queste attività viene chiesto il certificato medico che, nel caso di attività sportive non agonistiche, non richiede particolari accertamenti come l'elettrocardiogramma a meno che non sia il medico a valutarne l'opportunità. Originariamente il Decreto Balduzzi prevedeva l'obbligatorietà dell'elettrocardiogramma a riposo ma questa estate detto onere è venuto meno (ex art. 42 bis della Legge 98/2013). In futuro le cose potrebbero cambiare.

Ieri, in sede di conversione di un provvedimento relativo alla Pubblica Amministrazione (conversione del D.L. 31/08/2013, n. 101), è stato infatti modificato nuovamente l'articolo 3 del Decreto Balduzzi prevedendo che "I certificati per l'attività sportiva non agonistica [...] sono rilasciati dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, relativamente ai propri assistiti, o dal medico specialista in medicina dello sport ovvero dai medici della Federazione medico-sportiva italiana del Comitato olimpico nazionale italiano. Ai fini del rilascio di tali certificati, i predetti medici si avvalgono dell'esame clinico degli accertamenti incluso l'elettrocardiogramma, secondo linee guida approvate con decreto del Ministro della salute, su proposta della Federazione nazionale degli ordini dei medici-chirurghi e degli odontoiatri, sentito il Consiglio superiore di sanità. Dall'attuazione del presente comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica". La disposizione, per entrare in vigore, richiede in ogni caso l'adozione delle linee guida quindi ad oggi il certificato per attività non agonistiche non richiede come obbligatorio l'esame dell'elettrocardiogramma. In base alla legge di conversione del D.l. i costi dell'elettrocardiogramma saranno a carico dell'utente, non dello Stato.

Parzialmente diversa è la situazione in Emilia-Romagna dove la Regione ha ritenuto - ai fini della tutela dei praticanti - che alcune attività motorie organizzate da soggetti riconosciuti dal Coni siano da considerarsi, in ogni caso, come ludico-motorie e, in quanto tali, non soggette a certificazione medica. In particolare la Giunta regionale, con la Direttiva del 7 ottobre 2013, ha qualificato come ludico-motorie (in quanto tali esonerate dall'onere dell'acquisizione del certificato medico secondo la Regione) quelle attività che: siano praticate in modo non sistematico e continuativo; non siano riconducibili a discipline riconosciute da Federazioni Sportive Nazionali; siano riconducibili a discipline riconosciute da Federazioni Sportive Nazionali ma non abbiano come fine quello di far crescere le capacità fisiche e le abilità tecniche del praticante per migliorare progressivamente le proprie prestazioni nel confronto con se stesso o con altri praticanti.

Non è stato però chiarito quando l'attività corsistica possa considerarsi di natura ludico-motoria ovvero sportiva non agonistica. Dal confronto è emerso però che si potrebbero qualificare come attività sportive non agonistiche le attività corsistiche/di allenamento propedeutiche all'attività agonistica così come le attività continuative nel tempo mentre corsi di breve durata potrebbero essere considerati anche di natura ludico-ricreativa, qualora non intensivi. È evidente però che si tratta di valutazioni suscettibili di un alto grado di discrezionalità. Prosegue intanto, a livello nazionale, il tentativo di affermare il pieno riconoscimento dell'attività ludico-motoria come attività sportiva dilettantistica in relazione alla quale non chiedere il certificato medico per assenza di rischi della salute dei praticanti. Lo sport è funzionale alla prevenzione delle patologie e non dovrebbe essere soggetto ad un processo di medicalizzazione.

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