Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Nuova luce su una storia nascosta

Il ministro dello sport saharawi Mohamed Moulud Fadel in visita a Bologna nella sede della Uisp Emilia-Romagna. L'occasione per rilanciare il lavoro di cooperazione internazionale con lo sport nei campi profughi in Algeria

di Vittorio Martone

 

BOLOGNA - "Sono contento di essere di nuovo qui, con i compagni che hanno sostenuto in maniera diretta o indiretta la causa saharawi. Con i compagni che ci hanno aiutato sul campo con le attività". Così Mohamed Moulud Faled, ministro dello sport saharawi, ha salutato i dirigenti della Uisp Emilia-Romagna, riuniti a Bologna l'11 marzo per un incontro finalizzato a fare il punto sugli interventi che l'Unione Italiana Sportpertutti sta portando avanti insieme all'organizzazione Peace Games nei campi profughi in cui vive in esilio la popolazione saharawi.

Mohamed Moulud Fadel, ministro allo sport della Rasd"L'obiettivo di oggi - ha affermato Ivan Lisanti, responsabile dei progetti di cooperazione Uisp con i saharawi - è spiegare cosa sta succedendo oggi, quali sono le zone liberate, occupate e i campi profughi e quali sono gli aiuti che possiamo dare per sostenere questa causa. Non solo tirare le somme, ma programmare le azioni future in base alle loro esigenze". Una realtà complessa, quella dei campi profughi saharawi, ospitati in Algeria, vicino Tindouf. "Nel 2015 la situazione - ha spiegato il ministro Fadel - continua a essere irrisolta. Le Nazioni Unite sono nella posizione in cui potrebbero aiutare il nostro paese, perché il consiglio di sicurezza ha dato il via libera per l'autodeterminazione dei popoli. Ma il Marocco continua a bloccare questo processo, impedendo il referendum. La situazione è bloccata, è una zona chiusa, soprattutto per ciò che riguarda la stampa e la libertà di parola. E le autorità marocchine impediscono l'accesso di delegazioni internazionali nei territori occupati".

A Bologna l'incontro della dirigenza Uisp Emilia-Romagna con il ministro alla sport saharawi, in visita in ItaliaSono circa 200.000 i saharawi rifugiati in Algeria, che vivono in quattro campi, da loro chiamati wilaye, letteralmente "province": Auserd, Dakhla, El Ayun e Smara, località i cui nomi sono gli stessi delle città di origine occupate dal Marocco. Già da tempo in queste comunità diverse ong hanno rilevato segnali di disgregazione sociale, specie tra bambini e giovani: senso di frustrazione che sfocia nell'apatia, difficoltà di apprendimento, abbandono scolastico, comportamenti aggressivi nelle relazioni familiari e sociali, casi di criminalità giovanile. In questo contesto la Uisp e Peace Games hanno avviato nel 2009 un progetto per la creazione di posti di lavoro per tecnici-educatori sportivi. Su richiesta dei rappresentanti istituzionali della Repubblica araba saharawi democratica (Rasd) - il governo in esilio proclamato nel 1976 - il progetto è stato rivolto alle sole donne. Dopo sei anni di lavoro ci sono oggi 29 operatrici formate per insegnare lo sport e il gioco ai bambini delle scuole saharawi: 15 sono attive nella wilaya di Smara, 14 in quella a El Ayun. "Oltre che un piacere è un onore ricevere qui il ministro Mohamed Mouloud Fadel. Ma è anche un riconoscimento - ha sottolineato Mauro Rozzi, presidente Uisp Emilia-Romagna - per i nostri volontari che si stanno impegnando sul territorio. È una bellissima restituzione del lavoro fatto ma anche un'occasione per programmare gli interventi futuri. Fadel ci ha parlato di una storia di 40 anni, ancora nascosta e strumentalmente manipolata".

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