BOLOGNA - "Vincere non è importante: è l'unica cosa che conta" diceva Boniperti. Concetto che può andar bene per la Juventus, certo non per i bambini che si iscrivono in una scuola calcio semplicemente per il gusto di giocare. Eppure fin dalle prime categorie si assiste a un'esasperazione della competizione e del tifo spesso da parte degli stessi genitori dei ragazzi. Da questa contraddizione è nato tre anni fa "Oltre la regole", il progetto della lega calcio Uisp di Bologna che al conseguimento del risultato antepone il fair play e il piacere di stare insieme. Un campionato senza classifica in cui non vengono pubblicati neppure i risultati delle singole partite: si gioca, il resto non conta. "Il torneo - racconta Umberto Molinari, ideatore dell'iniziativa - è nato dalla necessità di riportare il calcio alla sua dimensione ludica. Per far questo abbiamo deciso di investire sulla formazione di arbitri e allenatori e di puntare su un rapporto costruttivo con i genitori".
Primo passo, infatti, è stato quello di introdurre arbitri anche per i calciatori più piccoli: tutti operatori Uisp che, dopo aver seguito specifici corsi di formazione, non si limitano a fischiare i falli ma spiegano il perché delle decisioni prese insegnando ai ragazzi il regolamento. Sempre agli arbitri spetta il compito di parlare a inizio gara con i genitori per ricordare i valori dello sport e del fair play. "Sono state le stesse società sportive - racconta Molinari - a chiederci di intervenire in questo senso. La Uisp si è messa a disposizione organizzando anche corsi di formazione con esperti di pedagogia per i tecnici che da allenatori devono diventare veri e propri educatori capaci di trasmettere i valori dello 'sportpertutti'". Nelle partite, infatti, non esistono "panchinari": a turno giocano tutti, e a volte anche qualcuno in più. "Per equilibrare le squadre abbiamo inserito la regola secondo cui una formazione che è in svantaggio di più di tre gol può far entrare in campo un altro giocatore".
L'iniziativa, nata come un esperimento, ha avuto subito successo incrociando le necessità delle diverse associazioni sportive e dei tesserati. I numeri parlano chiaro: in soli tre anni si è passati da 16 a 60 squadre e da 210 a 1600 giocatori. "Il progetto - conclude Molinari - ha tutte le carte in regola per contrastare l'abbandono sportivo e abbiamo le potenzialità per crescere ulteriormente dal momento che siamo l'unico ente di promozione sportiva ad offrire un'opportunità del genere". Il prossimo appuntamento è a gennaio (le iscrizioni si chiuderanno il giorno 20) con il nuovo torneo "Città di Bologna" per squadre di nove giocatori della categoria esordienti.