BOLOGNA - Manga e anime di ambientazione sportiva ci hanno fatto conoscere e amare giovani campioni come Rocky Joe, Holly & Benji, Mimì e la nazionale di pallavolo, Jenny la tennista, Mila e Shiro e tanti altri, conosciuti in Italia dagli anni Ottanta. Forse non tutti sanno che esiste un italico illustre predecessore: Theo Cali' - il barone. Era il 1973 e in Emilia-Romagna, terra di campionesse olimpiche e fumettisti, la Fotometalgrafica Emiliana di San Lazzaro di Savena, sulla scia del successo di Diabolik, decide di lanciare un nuovo fumetto "nero" ambientato nel mondo del calcio. Nasce Theo Cali', calciatore e giustiziere implacabile. Più seduttore di James Bond, più tecnologico di Diabolik, più spavaldo di Fantomas, Cali' uccide senza pietà i criminali. Come Arsenio Lupin può agire travestito e lascia sempre la sua firma: Il Barone. Il tutto tra una partita e l'altra.
Da giocatore è poi insuperabile, titolare alla Juventus e in Nazionale, fa sempre gol ed è decisivo in tutte le partite. Possiede "la potenza di Riva, la classe di Rivera e l'estro di Causio" (che a quel tempo era soprannominato il barone) scrive Italo Cucci, titolare, nel fumetto, della rubrica calcistica e incaricato di rispondere ai lettori. I testi sono di un fantomatico Joseph Bisco, pseudonimo che cela Italo Cucci e un suo collaboratore. I disegni sono affidati prima al persicetano Paolo Morisi (primi due numeri) e poi al bolognese Giovanni Romanini. Theo, come Diabolik, guida un'auto sportiva nera, non la Jaguar E-Type, bensì una Porsche, ed è infallibile con il pugnale. Ma come James Bond è in grado di uccidere con qualsiasi arma: colpi di karate, pistola, mitra, bombe e anche con un lanciafiamme a pila atomica.
Le avventure di Theo Cali' finiscono con il numero sei, proprio quando sembrava che il calciatore fosse in procinto di passare ad un'altra squadra. Quale? Non lo sapremo mai! L'inevitabile chiusura della serie è legata alle poche vendite e alle molte copie presenti nei magazzini, per cui il distributore pensa bene di abbinare a ciascun numero di Theo Cali' un fumetto della Collana Falena che presenta in copertina ragazze prosperose per interessare maggiormente il pubblico maschile. Casualità vuole che l'editore della Collana Falena sia Gino Sansoni, tifoso sfegatato del Milan e fondatore della rivista "Forza Milan", che forse sarà inorridito nel vedere i suoi fumetti abbinati a quelli di un giocatore della Juve! Ironia della sorte, nelle celebrazioni per i cinquant'anni di Diabolik Gino Sansoni, marito di Angela Giussani, non è ricordato per i suoi tanti fumetti tra cui il bel Zakimort o per Forza Milan, ma per aver ispirato alla moglie il nome dell'ispettore Ginko! Per Angela Giussani che, prima del successo di Diabolik pubblicava giochi in busta, è un gioco da ragazzi inserire nel nome Gino, la lettera k di Diabolik, ed ottenere Ginko. E per noi diventa ovvio comprendere perché Ginko indossi sempre e solo la cravatta del Milan.