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Skaters ferraresi

Intervista a Mattia Capozzolo, presidente di Boobs Brigade di Ferrara

Un'esibizione di skate - Foto di Riccardo Chemellodi Nicola Alessandrini - Redazione Uisp Ferrara


FERRARA - Il viaggio negli sport postmoderni prosegue con l'intervista a Mattia Capozzolo, presidente dell'associazione Boobs Brigade di Ferrara. Partiti da uno skatepark abbandonato oggi gli skaters ferraresi contano 50 iscritti e diversi progetti in collaborazione con gli enti locali.

Come nasce la vostra associazione e quali attività praticate?
"Noi partiamo dallo skate a cui, solo di recente, abbiamo aggiunto i pattini e le Bmx. Abbiamo mosso i primi passi per strada, nel parcheggio in via Darsena, poi negli skatepark ferraresi. Personalmente pratico lo skate da sei anni ma nel gruppo ci sono skaters che hanno iniziato molto prima. Quando il vecchio skatepark di viale Krasnodar è stato chiuso le attrezzature sono state cedute al Comune di Copparo e noi abbiamo iniziato a frequentare quello retrostante l'Ipeercoop 'Le mura'. Ma anche questo non era in ottime condizioni e, per di più, entravamo da un buco nella rete perché era chiuso al pubblico. Così, abbiamo pensato di fare le cose in regola, abbiamo chiesto di prenderlo in gestione e quest'anno ci siamo affiliati all'Uisp".

Quale aiuto vi ha fornito il comitato Uisp territoriale?
"Innanzitutto l'affiliazione ci ha permesso di presentare la nostra richiesta di gestione come un gruppo strutturato e così abbiamo potuto intraprendere i lavori per restaurare e rinnovare lo skatepark in regola e in tutta sicurezza. Ora siamo alle prese con la burocrazia, piuttosto lenta, ma siamo già riusciti a prendere accordi con i nostri colleghi di Copparo per riavere una parte di attrezzature che, per questioni di spazio, loro non riescono a utilizzare".

Quante persone coinvolgete e di che tipologia?
"Quando ci troviamo tutti insieme saremo in 40-50, dai sedici ai trent'anni circa, quindi sia studenti che lavoratori. Siamo quasi tutti maschi ma non è mancata qualche presenza femminile interessata a provare la disciplina. Ultimamente gli assenteisti sono in aumento perché stiamo affrontando la fase di ristrutturazione dello skatepark e alcuni non condividono l'idea di lavorare personalmente per questo progetto. Lo zoccolo duro è costituito da quindici instancabili amici che lavorano quotidianamente per rimettere a nuovo questa realtà".

Come state provvedendo, nel concreto, alla ristrutturazione e al rilancio dello skatepark?
"Finora abbiamo costruito cose ad altezze modeste che non richiedono il collaudo o particolari permessi. Ma già con queste attrezzature e con quelle che dovrebbero arrivare da Copparo saremo in grado di garantire un'offerta che accontenterà tanto i principianti quanto gli esperti, con percorsi a difficoltà variabile. Per quanto riguarda le attività, quest'estate pensiamo di fare corsi di skate, Bmx e pattini, aperti a tutti, senza differenziazioni d'età. Prevediamo una maggiore affluenza di ragazzini, che solitamente sono i più curiosi, ma non escludiamo che qualcuno più grande voglia provare. Ancora non abbiamo un programma dettagliato ma faremo una festa/contest di inaugurazione, poi contiamo di fare un altro contest dedicato alle tre discipline con gare a punteggio".

Quali pensi che siano le motivazioni che avvicinano una persona ad una di queste discipline, piuttosto che ad uno sport tradizionale?
"Bisognerebbe provare un po' per capire di cosa si tratta. Può sembrare banale dire che è uno stile di vita, ma è esattamente questo. Non è solo uno sport perché ti abitui a vivere in un certo modo, usi l'andare in skate per sfogarti e per metterti alla prova giorno dopo giorno. La tenacia con cui provi a fare qualcosa di difficile rende queste discipline magnetiche. Quando scendi per la prima volta da una rampa o riesci a chiudere un trick (un'acrobazia con lo skate, ndr) provi una sensazione unica. Essere testardi e non aver paura sono due ingredienti base di queste attività. Inoltre siamo soggetti a contaminazioni reciproche, quando siamo insieme proviamo tutte le discipline e, con un gruppo di amici, ho sviluppato una passione parallela, quella della bici a scatto fisso. Non so dirti quale sia la connessione, ma tutti quelli che la stanno provando vengono dallo skate. Io mi sono fatto la mia prima bici due anni fa e giravo da solo, quando ancora non era una moda. Allora mi sono dovuto arrangiare e ho fatto da solo tutti i pezzi perché i rivenditori e i meccanici mi guardavano di traverso. Ora questo gruppo di amici sta crescendo anche se aumentano le perplessità di fronte ad un divertimento che sta diventando un fenomeno fin troppo diffuso, una vera e propria moda".

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