Comitato Regionale

Emilia-Romagna

E nel dubbio, sfruttiamo la sabbia

Per la pallavolo ripartono gli allenamenti, in attesa delle prossime gare. Nel frattempo le squadre tornano in campo anche grazie alla sabbia del beach volley. Intervista a Gianluca Biagini, responsabile della Pallavolo Uisp Emilia-Romagna.

 

di Ginevra Langella

BOLOGNA - Entusiasta e contento dei recenti sviluppi che sta avendo il mondo dello sport, Gian Luca Biagini, responsabile della Pallavolo Uisp Emilia-Romagna e presidente dell'Asd Uisp Tennis Club a Ferrara, ci racconta in un'intervista i dettagli della lenta e impegnativa ripartenza del volley Uisp nella nostra regione.

Come sta andando la ripresa delle attività della pallavolo? Cosa sta accadendo e come vi state muovendo?
«Un pochino di ripresa c'è, ma è differenziata da città a città e da comitato a comitato, perché la differenza la fanno i presidi che concedono o meno le palestre scolastiche. A me risulta che a Modena e provincia sia ripartito tutto completamente e che quindi tutte le società siano partite con gli allenamenti. A Bologna non sono ancora state concesse, mentre in provincia sì. A Ferrara le daranno a breve, dopo aver aspettato di vedere il rimbalzo dopo due settimane dall'apertura delle scuole. Nel caso della mia Asd, però, ci siamo attivati diversamente: abbiamo iniziato a fare la preparazione su sabbia in un campo da beach volley all'aperto, che è sempre meglio piuttosto che continuare con gli allenamenti online che hanno invece caratterizzato il periodo di lockdown. Intanto qualcosa possiamo fare».

Le misure che vengono adottate sono comuni in tutti i comitati o sono differenziate in base alle attività che si possono fare?
«Assolutamente uguali in tutti i comitati. Il protocollo anti Covid-19 è unico ed è sempre quello. Sia per gli allenamenti, che per le partite, Uisp si allinea in generale con il protocollo Fipav, con qualche piccola differenza in quello delle gare. La settimana scorsa sono stati emanati i protocolli gara sia Fipav che Uisp, che consentono  finalmente di dare un bel segnale alle società e a tutti noi per iniziare ad organizzare i campionati e i tornei. Tutto ciò che è previsto per gli allenamenti, ossia misura della temperatura prima di uscire di casa e poi di nuovo prima dell'allenamento, arrivo con le mascherine, accesso scaglionato negli spogliatoi e distanziamento negli stessi, vestiario dentro lo zaino e nessun tipo di aggregazione in campo o in panchina, vale anche per le gare. Per queste, poi, ci sono un paio di prescrizioni in più, specifiche e in funzione della presenza di un arbitro, e con determinate regole da seguire per le partite. Poi ovviamente allenatori, allenatrici e arbitri sempre con la mascherina e via dicendo, come da prassi».

Ad aprile, tra il 24 e il 26, si dovevano svolgere i campionati regionali a Rimini. Ci sono novità? Si hanno nuove date?
«No, al momento non sono stati ripianificati, perché le gare non erano ancora consentite fino a pochi giorni fa. Pensare di farli prossimamente non è pensabile, perché le società nelle prossime settimane si concentreranno molto sugli allenamenti dal momento che molte di loro hanno dovuto iniziare in ritardo. Non potrei neanche dire di ipotizzare una data, perché dobbiamo prima osservare cosa succederà dopo alcune settimane di allenamento in palestra e dopo qualche partita. Sperando che per l'anno prossimo le cose si siano sistemate e risolte, stiamo già lavorando per individuare il weekend in cui fare nuovamente le finali. Speriamo bene, l'importante è che non comincino nuovi casi di contagi tra chi si allena, altrimenti si blocca tutto un'altra volta».

La Pallavolo Uisp Emilia-Romagna ha molta attenzione per le fasce giovanili. Dopo questa lunga pausa e con i vari vincoli da rispettare, come immaginate il prosieguo di questo vostro lavoro? Che strategie adotterete?
«Le SdA di Modena e Bologna hanno tra i loro campionati anche quelli giovanili; sono due realtà pallavolistiche di alto livello. Io sono presidente di una Asd del comitato di Ferrara e gestisco le mie squadre pallavolistiche giovanili, che faccio poi partecipare ai campionati Fipav e Uisp. A differenza di Modena e Bologna, dove i numeri dei praticanti consentono alle SdA Pallavolo locali di organizzare dei campionati aggiuntivi a quelli Fipav, molto graditi dalle società perché permettono di fare più attività, io ho preferito avviare un progetto di sviluppo per avere una società legata al comitato di Ferrara. Quindi alleniamo ragazze, le facciamo crescere e facciamo le squadre che poi partecipano ai campionati Fipav e Uisp. Devo dire che a me piace decisamente di più fare così. Le mie squadre hanno già iniziato ad allenarsi sui campi di beach volley: ho visto che lo fanno con tanta voglia, vengono con entusiasmo e si divertono parecchio. Il primo allenamento è stato il 15 settembre dopo mesi che non ci vedevamo, le ragazze le vedo proprio contente e serene.  Non sono preoccupate come del resto è normale per delle ragazze di 14 e 15 anni. Arrivano al campo già vestite da allenamento, si tolgono le scarpe, mettono tutto dentro gli zaini distanziati l'uno dall'altro e, sempre distanziate, iniziano ad allenarsi. Una volta finito corrono subito a casa, perché da noi anche se ci fossero le docce non permetteremmo comunque di farle fare. Dobbiamo essere rigidi su queste cose».

Quale è stato il tuo percorso nella pallavolo?
«Ho sempre gestito la pallavolo; fin da quando sono entrato in Uisp Ferrara mi sono occupato di gestire il campionato amatoriale della mia città. Poi negli anni sono entrato nel consiglio nazionale e sono diventato coordinatore regionale, fino ad arrivare ad essere ora presidente di questa Asd che si chiama Uisp Tennis Club e che raggruppa sia l'attività del tennis che della pallavolo. Quindi io sono responsabile sia per la parte tennistica che pallavolistica, e questo mi ha permesso finalmente di formare le prime squadre che si chiamano Uisp Ferrara Volley. Così siamo riusciti ad avere un nostro patrimonio umano di ragazze e di bambine, perché abbiamo quasi una sessantina di tesserate tra ragazze under 14 e under 16 e quasi una trentina di bimbe tra i nove e gli undici anni di età. Sono bei numeri e in crescita costante. Tutto è nato tre anni fa. Ogni anno abbiamo visto i numeri crescere e anche quest'anno vedo che abbiamo già dei bei riscontri di gente nuova che vuole venire e provare. Questo è quanto sono riuscito a fare finora! Personalmente nella pallavolo sono stato, e lo sono tuttora a 60 anni, solo un giocatore amatoriale, ma ciò non toglie che questa disciplina mi piaccia e mi appassioni molto».

 NOTIZIE DA UISP NAZIONALE