Il nome di Stefano Mei si lega al mondo dell’atletica non solo per i suoi trascorsi da mezzofondista, e su tutti la medaglia d’oro europea ai 10mila metri piani di Stoccarda nel 1986 (per la storica tripletta azzurra con Alberto Cova e Salvatore Antibo), ma anche perché da gennaio 2021 ricopre la carica di Presidente della Federazione Italiana di Atletica Leggera (FIDAL). Vista l’importanza del suo ruolo e della sua esperienza in pista, abbiamo proposto a Stefano Mei di condividere con i lettori di UISPORT alcuni ricordi e considerazioni sull’attualità.
Ciao Stefano, siamo felici che tu abbia accettato il nostro invito. Sei stato un grande atleta della nazionale: quali sono i momenti più belli che ami ricordare?
Fa piacere a me parlare con voi della mia esperienza. Beh, facile sarebbe dire la sera della vittoria ai campionati d’Europa di Stoccarda, ma penso che la carriera di un atleta sia piena di momenti che valgono la pena di essere ricordati. Se proprio devo scegliere, dico il terzo posto ai Mondiali di Cross juniores di Roma nel 1982, dove ho avuto la meglio su quattro atleti etiopi che di “junior” avevano ben poco! Ecco, quel giorno capii che avrei potuto essere un atleta da vertici mondiali.
Quali emozioni provavi durante le competizioni, nelle vittorie come nelle sconfitte?
Le emozioni valgono sia per le vittorie che per le sconfitte, ma paradossalmente le sconfitte fanno crescere di più e ti insegnano a ripartire con rinnovato vigore e con maggior determinazione.
C'era molto affiatamento nella squadra nazionale? Ci puoi raccontare qualche aneddoto?
Non posso dire che fosse meglio di oggi … Allora si vivevano alcuni dualismi che alzavano la tensione anche all’interno della nazionale. Tuttavia, questo non impediva che, quando serviva, ci fossero compattezza e spirito di squadra.
Raccontaci, se puoi, come è stata vissuta nella nazionale l'esperienza dei cinque ori olimpici di Tokyo 2021.
Tutti i ragazzi hanno immediatamente colto l’importanza dei successi dei loro compagni e si è avvertito fin da subito il salto di qualità nella mentalità della squadra. Da quei giorni in poi tutti hanno compreso che si potesse fare qualsiasi cosa.
Adesso che la vivi da massimo dirigente, come pensi sia cambiata la gestione delle gare della nazionale?
Trent’anni fa era veramente un altro mondo, in tutti i sensi. Oggi i ragazzi sono molto più attenti, più educati a gestire i loro momenti, sia in campo che fuori; è chiaro che questa situazione rende più semplice la gestione del team. Al tempo stesso, però, le necessità sono aumentate e gli atleti giustamente pretendono ancora più attenzione.
Nella tua corsa per la presidenza della FIDAL quali emozioni hai provato durante l'elezione, e quali obiettivi ti hanno portato a cercare la vittoria?
Un’emozione fortissima, impensabile fino a che non si è realizzato quello che era un sogno, molto diversa dalla vittoria in pista, ma in qualche modo più intensa. L’obiettivo era ed è chiaro: riportare l’atletica italiana dove le compete per storia e qualità…. E fino ad ora mi sembra che la strada sia quella giusta.
Quali sono i progetti di cui ci puoi parlare per il futuro della Federazione?
Lasciando da parte per un attimo i risultati sportivi - che penso non abbiano bisogno di commento! - in questa seconda parte del quadriennio la nostra attenzione sarà rivolta in modo intenso al territorio e alla ricerca e crescita dei talenti, che le tante società fanno crescere con passione e portano a raggiungere ottimi risultati.
Qual è il tuo legame con Firenze e in particolare con la Firenze dell'atletica?
Sono molto legato a Firenze. Ero presente nel mitico Meeting del 1981, quando Sebastian Coe segnò il record mondiale sugli 800 metri, io corsi i 1500 mt ottenendo il record italiano juniores. È stato doloroso sentire che quella pista, nel tempo, fosse stata demolita. Ma va detto che è stata sostituita con un gioiellino qual è oggi l'impianto di Viale Fanti, diventato una delle ‘case’ dell'atletica italiana. Con orgoglio, io come Presidente Nazionale, e Sebastian Coe come Presidente di World Athletics, ci siamo trovati di nuovo a Firenze, nel 2021, per un'edizione meravigliosa del Golden Gala "Pietro Mennea". Dove, nonostante le difficoltà della pandemia, abbiamo apprezzato la presenza di molti tra i migliori atleti del mondo, che hanno realizzato risultati strabilianti, tra cui il record europeo di Jakob Ingebrigtsen nei 5.000 metri. Ho anche gareggiato alcuni anni per una storica società fiorentina. La bellezza e il fascino di Firenze mi sono rimasti nel cuore, così come tante amicizie. Dell'esperienza fiorentina, ancora oggi mi mancano molte cose.