Comitato Regionale

Emilia-Romagna

“Differenze in Gioco - Sport libera tutt*” | L'evento finale

 

BOLOGNA - Sabato 3 dicembre al Centro Sociale Ricreativo Culturale Giorgio Costa (BO) si è tenuto l’evento finale di Differenze in Gioco - Sport libera tutt*, terza edizione di Differenze in Gioco, cappello tematico dei progetti dedicati al contrasto alla violenza sulle donne, di genere e omolesbobitransfobica, finanziati dalla Regione Emilia-Romagna tramite il bando della l. r. 6/2014. Obiettivo dell’incontro è stato quello di fare il punto sulle azioni realizzate negli ultimi due anni, a partire dalla formazione, passando per i laboratori in presenza e gli eventi di sensibilizzazione - sportivi e non - fino ad arrivare alla prima stesure delle Linee Guida per gli Spazi Sportivi Ideali. Questo strumento è pensato come un vademecum in continuo aggiornamento per fornire delle indicazioni da adottare concretamente all’interno degli spazi sportivi al fine di renderli luoghi aperti e adatti ai bisogni e alle esigenze di tutt*. La giornata ha rappresentato una preziosa occasione di confronto durante la quale sono intervenuti il presidente della Uisp Emilia-Romagna, Enrico Balestra, la referente delle politiche di genere e diritti Uisp, Manuela Claysset, la sociologa e docente "AMS" Unibo Giovanna Russo, i referenti del progetto dei Comitati territoriali, tra cui Eleonora Banzi (Uisp Ferrara), Teresa Di Stefano (Uisp Bologna), Fabia Giordano (Uisp Modena), Gabriele Tagliati (Uisp Ravenna), e Chià Rinaldi, curator* delle Linee Guida per gli Spazi Sportivi Ideali. 

Manuela Claysset ha riassunto i momenti salienti del progetto "Da novembre 2021 abbiamo svolto 24 iniziative sportive di sensibilizzazione, dalle camminate, alle feste, ai tornei di calcio e di pallavolo, alle carceri, di tutto e di più… interventi di sensibilizzazione nelle manifestazioni sportive, su tutte la finale di calcio a 8 ‘femminile’ che si è tenuta al Dall’Ara, siamo stati presenti al Pride e a tanti altri eventi, abbiamo realizzato una collaborazione nei centri estivi tra Arcigay e Uisp Modena. C’è stata poi una manifestazione sperimentale come Nuotiamo Misti da cui possiamo trarre tanti spunti".

E' poi intervenuto il presidente Enrico Balestra "C’è una cosa che noi diamo per scontata ma non lo è, che poi è quello che ci caratterizza è che noi a partire dal sito diamo importanza alle politiche. Noi proviamo a mettere insieme per davvero la pratica sportiva e le politiche".

Nelle esperienze riportate dai Comitati sono emerse molte criticità tra cui la normalizzazione dei comportamenti discriminatori e violenti  subìti tra ragazzi/e e la diserzione della formazione da parte de* operator* sportiv*, strumento tanto essenziale quanto poco efficace in termini di partecipazione. 

Giovanna Russo, sociologa e responsabile del monitoraggio del progetto ha costruito un dialogo a partire dalle criticità espresse dai Comitati: "Il problema del riconoscimento delle discriminazioni tra ragazzini/e è che loro leggono la realtà con altre lenti. Diamo delle categorie che sono distanti da loro, dovremmo invece offrire esperienze che siano vicine" -  "Si fanno progetti per la costruzione di una cultura. E’ il momento di ripensare strategicamente la formazione a partire dalla sua denominazione perché è ormai desueta. Stiamo parlando di un pilastro della preparazione dell’operatore sportivo, ma va ricostruita con una logica diversa, magari partendo dalle attività per poi formare chi partecipa, per creare un coinvolgimento attivo. Un nostro difetto è non rendicontare quantitativamente l’efficacia delle nostre azioni, avere uno storico delle nostre progettualità".

Chià Rinaldi ha presentato le Linee Guida "Gli ambienti sportivi possono riprodurre logiche escludenti, binarie, misogine e sessiste in molti modi, alcuni dei quali molto banali, come la divisione per genere delle schede di allenamento in una palestra. Con queste Linee Guida ci interroghiamo sull’idea di sport che abbiamo come Uisp, uno sport che renda davvero gli spazi sportivi aperti e pronti alle esigenze di tutt*, sotto diversi punti di vista: non dobbiamo solo andare oltre al binarismo di genere nello sport, dobbiamo anche pensare a forme di attività meno performanti, più lente, più a misura di persona, che puntino prioritizzare il contatto con la corporeità. Questo lavoro è solo un primo passo".

Tutte le informazioni sul progetto possono essere trovate qui o sul gruppo Facebook.

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