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Milano

Donne e Sport: "Insistere per il rispetto tra generi"

“Un uomo delle istituzioni, le istituzioni deve rispettarle sempre”: l’appello ha scaldato le cento piazze del 13 febbraio. E’ partito dalle donne, riguarda il presidente del Consiglio e la dignità del nostro paese: “Se non ora, quando?”. Quello slogan continua ad essere attuale anche dopo quella memorabile giornata di protesta? “Certo che lo è, si tratta di un movimento non estemporaneo ed è importante il contributo che può dare la nostra associazione”, dice Paola Lanzon, responsabile del Coordinamento Donne Uisp. “E’ stata una mobilitazione particolare e si tratta di coglierne il senso complessivo e di trasformarlo in azione quotidiana. L’Uisp è portatrice di una cultura storica delle pari opportunità. Per questo può contribuire ad ampliare il ventaglio della vertenza, dai diritti delle donne al rispetto tra generi. L’ambizione di questo movimento è quella di una cultura migliore per tutti, di una battaglia per una cittadinanza equilibrata e rispettosa tra uomini e donne: il tema dei diritti delle donne è lì dentro”.

“L’impegno nell’associazionismo sportivo rappresenta l’impegno in un pezzo rilevante di società. Lo sport è un indicatore trasversale: le donne del movimento sportivo sono donne che vivono la società attraverso lo sport. Per questo la protesta del 13 febbraio è la tappa di una mobilitazione permanente, che obbliga tutti ad uscire dal proprio ambito, anche rispetto alle appartenenze politiche tradizionali. Questo avviene quando tutti si riconoscono nei valori di riferimento che sono stati lanciati”.
“L’Uisp deve continuare a battere il tasto delle politiche di rispetto tra generi. E’ significativo che questo tema specifico venga inserito nella formazione Uisp, regionale e nazionale. Sta avvenendo in Emilia Romagna e in altre regioni. E’ questa la strada che vogliamo seguire per incidere il più possibile nell’associazione. Il tema è complesso, non può essere semplificato e fa parte, a pieno titolo, della cultura dello sportpertutti. Inoltre dobbiamo incentivare le interazioni con l’esterno della nostra associazione, occorre continuare a lavorare sui territori anche con gli altri soggetti”.

Le pari opportunità sono al centro del progetto Uisp 383 "Il corpo amico nell'educazione ai sentimenti e al rispetto". Rivolto in ambito scolastico a ragazzi e ragazze tra i 13 e i 18 anni, ha l’obiettivo di creare una cultura del rispetto attraverso una presa di coscienza delle differenze di genere.

Una tappa importante dell'elaborazione Uisp su questi temi è stata la “Carta dei diritti delle donne nello sport”. Scritta nella metà degli anni ’80 ad opera del Coordinamento donne di allora, fu fatta propria dal Consiglio d’Europa. A venticinque anni di distanza è stata ripresa in mano dall’Uisp e da altre associazioni europee della rete Isca (International sport and culture association) con l’obiettivo di essere aggiornata e rilanciata. E’ nato così il progetto "Olympia- equal opportunities via and within sport" (www.olympiaproject.net) che, dopo oltre un anno di lavoro, annuncia il rapporto conclusivo. “Tra un mese presenteremo a Bruxelles la nuova Carta dei diritti delle donne nello sport – dice Daniela Conti, dirigente nazionale Uisp e responsabile del progetto – saranno invitate tutte le associazioni con le quali abbiamo condiviso il lavoro, gli europarlamentari e i funzionari dell’Unità sport che ci hanno sostenuto. Non si tratta soltanto dell’enunciazione di principi attr averso un testo che, ci auguriamo, venga assunto anche a livello istituzionale. Abbiamo cercato di fare anche proposte concrete per realizzare pari opportunità di accesso ai ruoli dirigenti di società, Federazioni e organizzazioni sportive internazionali”.
“Siamo partite da un diritto non ancora realizzato e abbiamo messo insieme diversi dati che dimostrano che la strada è ancora lunga. La sociologa danese Gertrud Pfister presenterà una ricerca dalla quale risulta, ad esempio, che su 52 federazioni sportive europee soltanto 4 hanno donne nei rispettivi board, ovvero nei massimi organismi dirigenti. A livello mondiale su 70 federazioni soltanto 5 hanno un presidente donna. Questi dati appaiono ancor più sconfortanti se confrontati con il forte aumento della pratica sportiva femminile, registrato da Eurobarometro soprattutto in questi ultimi anni”.
“Lo sport non parla donna anche a livello dei media: abbondano gli stereotipi, l’uso dell’immagine femminile è strumentale, le giornaliste donne hanno poco spazio nelle redazioni sportive e gli sport femminili non vengono seguiti dai giornali. Il progetto Olympia – prosegue Daniela Conti – vuole proporre anche una serie di accorgimenti per migliorare l’accesso delle donne alle pratiche sportive, anche proponendo di adattare modalità organizzative a nuove esigenze sociali. Pensiamo alle donne musulmane, in assenza di specifici adattamenti degli spazi, vengono automaticamente escluse dall’accesso allo sport”.

Per spunti e riflessioni scrivete a: donneuisp@uisp.it