Comitato Territoriale

Milano

Intervista a Stefano Pucci, Presidente di Uisp Lombardia

Qual è la situazione attuale dell’impiantistica sportiva a Milano e in Lombardia?

E’ inutile usare eufemismi: i centri sportivi in questo momento sono in una situazione drammatica. Sono chiusi da oltre due mesi, senza entrate, ma con i costi fissi da sostenere che in questa fase di lockdown si sono fatti sentire. Dal punto di vista strutturale è stato fatto il possibile per la loro manutenzione, ma un periodo così lungo di chiusura e gli adeguamenti che sarà necessario eseguire alla ripresa delle attività comporteranno inevitabilmente un ulteriore carico economico a carico dei gestori. E’ facile capire come si sia creato uno squilibrio significativo rispetto alle previsioni per il raggiungimento dell’equilibrio di gestione che sarà difficile da colmare e che rischia di aggravarsi in funzione delle diverse incognite che caratterizzeranno la fase di ripresa. Infatti, ponendo che si possa ripartire dal 18 maggio, siamo ancora in attesa dei protocolli per adeguare gli impianti alle nuove procedure al fine di assicurare la salute dei praticanti e di chi lavora negli impianti sportivi.

 

Che tipo di aiuti sono stati messi in atto e cosa servirebbe?

Gli aiuti e le misure che sono stati messi in atto fino a ora dal Governo e dalla Regione sono interventi apprezzabili e utili per favorire la ripartenza. Ma, al momento, possiamo contare solo su finanziamenti, seppur agevolati, che creano comunque dei debiti che prima o poi dovranno essere regolati. Il rischio è che alcuni centri sportivi, pur riaprendo prontamente, non saranno nelle condizioni di restituire il prestito. Quello che auspichiamo e che ci attendiamo nel prossimo Decreto è la disponibilità ad erogare finanziamenti a fondo perduto per il settore sportivo. Riteniamo che questa sia la sola misura possibile per poter permettere ai gestori di ripartire con serenità. Chiediamo al Governo, mentre risponde all’emergenza, di avere anche uno sguardo un po’ più lungo, perché i veri problemi arriveranno dopo l’estate.

 

Che cosa ha fatto UISP in questo periodo di emergenza sanitaria?

UISP si è mossa su due fronti. Il primo è stato quello di poter garantire a tutti, nessuno escluso, la pratica sportiva. Nonostante il lockdown e la quarantena. Il progetto nazionale “La Palestra è la Nostra Casa” è stato sposato e condiviso anche da UISP Lombardia. E’ infatti da diverse settimane che proponiamo, tramite video e schede di allenamento pubblicati sui nostri social e sul nostro sito, diversi tipi di attività fisica da poter effettuare in casa e in sicurezza. Attività che possono essere praticate da tutta la famiglia, a tutte le età e senza la necessità di particolari attrezzature sportive. Un progetto che è stato valorizzato anche da Regione Lombardia.

Il secondo fronte è stato quello di restare in continuo contatto con le società sportive e i gestori degli impianti. Al fine di informare, affiancare, dare supporto e capire quali fossero i bisogni reali di tutti. Questo ci ha permesso di sostenere nell’interlocuzione con le istituzioni di tutti i livelli, con le quali in queste settimane abbiamo lavorato a stretto contatto, le necessità del mondo dello sport sociale. Un grande risultato, per il quale abbiamo insistito molto e che ci rende orgogliosi, è stato il riconoscimento del lavoro sportivo nel Decreto Cura Italia. Per la prima volta nella storia è stato infatti riconosciuto l’accesso agli ammortizzatori sociali ai collaboratori sportivi e amministrativo gestionali, con la speranza che non appena sarà possibile ci sia la vera volontà di intervenire con un provvedimento normativo che migliori la Legge attualmente in vigore.

 

Come sarà la situazione per i centri sportivi nella cosiddetta Fase 3?

Auspico che il Governo emetta per la Fase 3 dei protocolli per i centri sportivi chiari, semplici e sostenibili, pur garantendo la migliore sicurezza sanitaria possibile per chi li frequenta e per chi vi lavora. Alcuni doveri sui quali si sta dibattendo, come ad esempio quello di avere un medico sempre presente all’interno dell’impianto, sono a mio dire eccessivamente onerosi per molti gestori, oltre che di difficile applicazione. Mi auguro che questi protocolli ci consentano di riprendere l’attività sportiva almeno in estate, al fine di offrire un servizio utile alle famiglie con i centri estivi. L’organizzazione di questi ultimi dovrà però essere sostenibile per i gestori, seppur nel completo rispetto della salute: il rischio è che molte famiglie, già provate da un impoverimento generale, non possano permettersi di farvi partecipare i propri figli, e questo andrebbe contro i principi di UISP, da sempre molto attenta a offrire la massima inclusione possibile, soprattutto verso coloro che sono più in difficoltà. Sono allo studio, e spero possano concretizzarsi quanto prima, diversi provvedimenti, tra i quali sottolineo l’emissione di “voucher sportivi” e l’ampliamento della detraibilità dell’attività sportiva, che consentirebbero di non lasciare indietro nessuno.

 

Quali potrebbero essere gli ulteriori interventi da mettere in atto in futuro?

Ritengo che questo virus ci costringerà ad una profonda riflessione su come ridisegnare quella che è stata fino a ora la vita nei grandi centri urbani. Lo sviluppo del processo di digitalizzazione e la necessità di ridurre il traffico impatteranno sulla vita frenetica a cui ci siamo abituati, soprattutto nelle grandi aree metropolitane interconnesse, lasciando il posto a una vita più di quartiere. Sarà però necessario potenziare le opportunità per i cittadini nelle prossimità della propria abitazione. Questo imporrà un’accelerazione nei processi di rigenerazione urbana che garantiscano, oltre ai servizi, la possibilità di fruire di luoghi di aggregazione vicino a casa. Quello che auspico è che le istituzioni riconoscano il ruolo che i centri sportivi potranno assumere, come risorsa per le comunità, nel rapporto di sussidiarietà tra pubblico e privato sociale nella realizzazione delle politiche, certamente sportive, ma anche di salute e prevenzione, di educazione, di mobilità sostenibile, di integrazione, di contrasto alle disuguaglianze e di coesione sociale.