Comitato Territoriale

Modena

Vera Tavoni è la nuova presidente Uisp Modena!

Conclusi i lavori del XIX Congresso Territoriale Uisp di Modena. Eletti i nuovi consiglieri, Vera Tavoni come presidente e i delegati al Congresso Regionale

 

Il 19esimo congresso territoriale Uisp Modena ha votato ieri il nuovo consiglio per il quadriennio 2021-2025, e lo stesso consiglio ha poi eletto come nuova presidente Vera Tavoni, dirigente sportiva classe 1969, ancora giovane ma ormai di lungo corso, attiva nel mondo Uisp da oltre vent’anni. «Una grande emozione e una responsabilità che accolgo col cuore – ha raccontato la Tavoni appena dopo l’elezione – all’interno di un tessuto di cui ho sempre fatto parte con orgoglio». Il suo predecessore, Giorgio Baroni, in carica dal 2014, le lascia un comitato risanato economicamente ma purtroppo, e ovviamente, vessato dall’ultimo anno di pandemia e dalle chiusure cui è stato costretto, suo malgrado, il mondo dello sport. Questa la prima sfida della nuova presidente e del suo consiglio, composto da 15 persone provenienti dal mondo associativo e polisportivo di tutta la provincia, da nord a sud. Nella giornata di congresso sono intervenute personalità di spicco della politica e dello sport. Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia-Romagna, ha sottolineato «l’importanza decisiva dello sport per la salute e la socialità, e l’impegno della regione per la sua tutela, la tutela degli impianti, la tutela dei lavoratori dello sport». Sulla stessa linea d’onda anche il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e gli altri intervenuti, dai presidenti Uisp Nazionale e Regionale, Manco e Rozzi, ai loro candidati successori, Pesce e Balestra, fino all’assessora Grazia Baracchi e ai rappresentanti di CONI, Csi e Aics. Queste le parole della presidente neo-eletta.

 

Presidente Tavoni, il primo argomento all’ordine del giorno della sua presidenza sarà proprio questo: come affronterete questi mesi, che si prospettano ancora durissimi?

«La salute delle persone è messa ancora più in discussione dall’epidemia, purtroppo. È innegabile, ed è uno dei nostri pilastri portanti, che lo sport di base generi benessere (fisico e psichico). In un futuro molto prossimo credo che le istituzioni debbano confrontarsi con ciò e ascoltarci: la pratica sportiva costante è ancora più necessaria per supportare oggi un sistema sanitario in grande difficoltà. Per ciò che riguarda le nostre società e i nostri operatori, posso solo dire che saremo sempre al loro fianco, utilizzando tutti i mezzi possibili per farci ascoltare».

Quali obiettivi si pone per questa sua prima esperienza come presidente?

«Innanzitutto bisogna partire da un rafforzamento del nostro rapporto con i soci, soprattutto con le società sportive: ritornando a quanto detto prima, oggi più che mai ce lo impone la difficile e drammatica situazione che stiamo vivendo, dobbiamo essere sempre di più al loro fianco. Pensare di approfondire la conoscenza delle oltre 500 società affiliate all’Uisp a Modena è un progetto ambizioso ma ritengo che sia un punto di partenza importante. Per progettare una strategia è indispensabile conoscere e capire il terreno su cui poggiamo i piedi».

Ci sono anche da ricostruire relazioni e tessuti sfilacciati dalla pandemia?

«Certo. Uisp si pone come finalità di costruire sul territorio un'occasione per creare relazioni tra persone che amano vivere in una società più onesta, più ordinata e più solidale; dobbiamo essere accanto a queste persone, alla loro fragilità e alla loro insicurezza in un aiuto reciproco. Dobbiamo riuscire ad incanalare e indirizzare questi sentimenti, radicalizzati dall’epidemia, nella giusta direzione: perché se questi sentimenti vengono strumentalizzati possono diventare un'arma pericolosa».

Nella sua relazione ha parlato tanto di polisportive…

«Sono un tema a me molto caro, sono nata e cresciuta dentro una polisportiva. Il mondo dello sport nell'ultimo decennio è cambiato tantissimo rispetto a quando le polisportive sono nate: oggi gli operatori sportivi, gli insegnanti di educazione fisica e di scienze motorie hanno fatto dello sport la loro professione lavorativa, vivono di questo lavoro e, come tale, va riconosciuto a livello normativo e legislativo. Mi auguro che attraverso la riforma dello sport e del terzo settore, proposta dal ministero delegato di questo governo, si stia perseguendo quest'obiettivo. Noi dovremo essere capaci di aiutare le polisportive in un mondo che chiede sempre più impegni ma finora ha offerto poche garanzie in cambio».

La sua Uisp è pronta a prendersi tutte queste responsabilità?

«La promozione sportiva, lo sport come educazione, benessere, coesione sociale, integrazione è, sono prerogativa degli enti di promozione. Se gli enti non saranno più sotto il cappello del CONI non sarà una tragedia. La vivremo come opportunità, ma non rinunceremo mai al nostro ruolo sociale e, per tornare alla domanda, alle nostre responsabilità».

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