Nazionale

L'Uisp audita dal tavolo tecnico sui contributi relativi al lavoro sportivo

Il presidente nazionale Uisp, Tiziano Pesce, ha preso parte all'audizione, evidenziando le urgenti necessità della promozione sociale

 

Mercoledì 20 ottobre si è riunito il Tavolo tecnico incaricato dalla Sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, di fare sintesi dei contributi pervenuti nell’ambito delle consultazioni relative al Decreto legislativo 36/2021 “Attuazione dell’articolo 5 della Legge 86/2019, recante riordino e riforma delle disposizioni i materia di enti sportivi professionistici e dilettantistici, nonché di lavoro sportivo. Anche l'Uisp è stata audita in questa occasione, con l'intervento del presidente nazioanle Tiziano Pesce. Il Tavolo tecnico è coordinato dall'avv. Mario Morelli, consigliere per gli affari giuridici e legislativi della Sottosegretaria con delega allo Sport, ed è composto dall’avv. Guido Martinelli, dall’avv. Lina Musumarra, dal dott. Marco Perciballi.

"Nel corso dell’audizione - spiega Pesce - ho avuto modo di soffermarmi sui necessari correttivi sulla disciplina lavoristica del decreto, tenendo conto sia delle giuste tutele da riconoscere alle lavoratrici ed ai lavoratori sportivi, sia alla sostenibilità economica degli oneri e del necessario sostegno statale pluriennale, oltre che di porre attenzione complessiva sulle disposizioni dell’articolato di particolare interesse per gli Enti di promozione sportiva, a partire dalla necessaria garanzia di pieno riconoscimento di agibilità a tutti i soggetti dell’Ordinamento sportivo, Fsn, Eps, Dsa".

Il presidente Uisp ha posto attenzione anche alla questione dell'armonizazzione tra la riforma del terzo settore e del sistema sportivo: "Ho avuto modo di ribadire come l’attenzione della promozione sportiva, al di là di specifiche più o meno forti sensibilità di ciascuna organizzazione, sia rivolta anche al richiedere un necessario raccordo tra i percorsi di riforma legislativa del sistema sportivo e del terzo settore, di cui al D.Lgs. 117/2017, noto come Codice del Terzo settore. Si tratta di un punto di grandissima importanza per l’associazionismo sportivo di base, in particolare quello che svolge attività sportive dilettantistiche e di sport sociale (sodalizi che indubbiamente perseguono il bene comune attraverso lo svolgimento di attività di interesse generale e che quindi, ricorrendone i presupposti, devono essere messi nella condizione di poter assumere la qualifica di ETS-Ente del terzo settore). Un ambito che rappresenta una parte cospicua, qualitativa ma anche quantitativa del non profit, del terzo settore del nostro Paese (33% secondo i dati Istat aggiornati e presentati pochi giorni fa), sulla cui assoluta importanza per la coesione, l’inclusione, il benessere delle nostre comunità, credo si possa essere tutti d’accordo, in modo particolare a seguito della fase di emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e che, seppur in uscita, stiamo continuando a vivere. L’imminente entrata a regime del RUNTS-Registro unico nazionale terzo settore rende ancor più urgente adottare norme coerenti, nette, che possano anche essere contraddistinte da semplificazioni e che possano contribuire a sostenere lo sviluppo delle attività delle organizzazioni, delle associazioni e delle società sportive del territorio".