SETTORE DI ATTIVITA' CALCIO
Cagliari, 6 marzo 2025
In questo articolo, esploreremo il ruolo fondamentale degli arbitri della UISP di Cagliari, la loro passione per lo sport, e la loro costante lotta contro le difficoltà e la mancanza di riconoscimenti.
A Cagliari gli arbitri della UISP, figure fondamentali per ogni competizione, anche a livello amatoriale, si preparano con dedizione per una nuova partita, quella del prossimo weekend sportivo della categoria Over di calcio a 11, alla quale partecipano tanti soci con età che va da 38 ai 60 anni, non certo dei giovanotti. Sebbene il loro ruolo sia essenziale per mantenere l’ordine e il rispetto delle regole, spesso gli arbitri sono invisibili, incompresi e, a volte, oggetto di critiche ingiuste. Ma cosa spinge un arbitro ad affrontare le difficoltà quotidiane, nonostante le sfide e l’incomprensione? Perché continuano a farlo, senza aspettarsi applausi, ma con la consapevolezza di svolgere un compito imprescindibile per il bene dello sport?
Il lavoro silenzioso di arbitri/assistenti e osservatori. L’arbitro della UISP di Cagliari non è solo un "giudice" delle partite, ma un pilastro della competizione. Ogni partita inizia molto prima del fischio d’inizio, con la preparazione della borsa tecnica. Ogni oggetto è messo con cura: la divisa, il fischietto, il taccuino e tutti gli strumenti necessari, come se fossero strumenti di una missione. La mente dell’arbitro è già in movimento, riflettendo sulle emozioni che precedono la partita. "Spero che vada tutto bene, che non ci siano polemiche", pensa durante il viaggio verso il campo, solitario e silenzioso. Enrico Pirroni, storico arbitro UISP da circa tre decenni, ci racconta con passione che "l'emozione la provo già dal momento in cui preparo il borsone per andare al campo, e anche durante il pre gara durante il controllo dei documenti nel mio spogliatorio e anche durante l'appello, c'è sempre quell'emozione fortissima che poi si scioglie appena inizia la gara".
La solitudine della responsabilità. Arrivato al campo, l’arbitro si trova di fronte alla pressione. Sì, la partita è amatoriale, ma ogni decisione avrà delle reazioni, talvolta esagerate, da parte di giocatori, dirigenti e tifosi. "Se tutto va bene, nessuno mi noterà. Ma se sbaglio, sarà un disastro". È questa la consapevolezza che lo accompagna. La sua missione? Garantire che tutti possano divertirsi e competere in modo leale, rispettando le regole. Nonostante le difficoltà e la diffidenza, l’arbitro entra in campo, pronto a mantenere l'ordine.
Quando le cose non vanno bene. Anche quando sembra che tutto vada per il meglio, l’arbitro sa che ogni decisione può essere sotto esame. Se ci sono contestazioni, discussioni animate o critiche dalla panchina, la sua figura viene messa in discussione. La sensazione di solitudine aumenta, ma l’arbitro continua a fischiare, a correre, a fare il suo lavoro, sapendo che non è solo per la partita di quel giorno. La sua presenza è essenziale per il buon andamento dello sport. "Ogni errore, anche piccolo, diventa un’occasione per subire critiche che spesso non sono né costruttive né giuste", racconta uno degli arbitri, spiegando le difficoltà psicologiche che deve affrontare. "Ma continuo, perché so che è per il bene dello sport che amo." Il lavoro dell'arbitro non si limita a fischiare o a segnare falli: spesso, deve anche mediare, dialogare con i giocatori e con i dirigenti. La sua figura è cruciale, soprattutto nel contesto amatoriale dove la passione per lo sport spesso si mescola con una competizione che può essere accesa e, talvolta, conflittuale. Purtroppo, la sua presenza viene spesso messa in discussione da chi, pur non avendo esperienza diretta del suo ruolo, non ne riconosce l'importanza.
Quella soddisfazione silenziosa. Quando la partita finisce senza intoppi, l’arbitro non riceve applausi, ma dentro di sé sa di aver fatto il suo lavoro con impegno. La soddisfazione non è data dal riconoscimento esterno, ma dalla consapevolezza di aver rispettato le regole e garantito una competizione equa. Se la partita è stata difficile, se le contestazioni sono state forti, il ritorno a casa è accompagnato da un peso emotivo. Nonostante ciò, l’arbitro sa che il suo ruolo non sarà mai apprezzato da tutti, ma continua a farlo con passione. "L'emozione che provo quando entro nel terreno di gioco per dirigere una gara è tantissima, e dopo il triplice fischio ti senti appagato per tutti i sacrifici che comporta essere un arbitro, ci vuole tanta disciplina e molta passione" ci dice Giovanni Loddo, arbitro, osservatore ed ex Responsabile della SDA Calcio di UISP Cagliari. "Noi arbitri più volte veniamo criticati per le decisioni prese in pochi secondi, vi garantisco che non è semplice arbitrare, il nostro ruolo è fondamentale specialmente nei campionati e nei tornei amatoriali" continua Giovanni "a volte si chiede un po' più di rispetto e collaborazione per il nostro ruolo non semplice".
Passione e sacrificio dell’Arbitro UISP. Gli arbitri, assistenti e osservatori della UISP non sono spinti dal rimborso (che a malappena copre le spese), ma dalla passione per lo sport e il rispetto per le regole. Ogni decisione, ogni fischio, è fatto per garantire che il gioco si svolga correttamente e che nessuno venga danneggiato ingiustamente. La UISP di Cagliari, con la sua missione di promuovere uno sport per tutti, vede gli arbitri come figure chiave per mantenere l’integrità e il senso di giustizia nelle competizioni amatoriali. "L’arbitro non cerca applausi, ma senza di lui, il gioco non sarebbe lo stesso", afferma uno dei dirigenti della UISP di Cagliari.
Critiche sulla necessità del settore tecnico. Nonostante l’importanza di queste figure, ci sono sempre dirigenti che, con poco o nessun contatto con il lavoro degli arbitri, mettono in dubbio la loro necessità. "Le classifiche non dovrebbero esistere, arbitri e osservatori non servono a nulla, perché noi siamo altra cosa.", dichiarano alcuni. Eppure, queste parole colpiscono al cuore chi, con sacrificio, dedica il proprio tempo e la propria energia a garantire che ogni partita si svolga in modo corretto. Senza arbitri, assistenti e osservatori, lo sport perderebbe il suo valore più profondo.
La risposta è nello Statuto UISP. Per rispondere a questo genere di critiche, basta fare riferimento allo stesso Statuto della UISP. L'art. 2 dello Statuto della UISP stabilisce che la UISP si occupa della promozione dello sport per tutti, favorendo la partecipazione a qualsiasi livello, ma sempre attraverso un sistema di regole che deve essere rigorosamente rispettato. Lo statuto e i regolamenti UISP chiariscono che il compito dell’ente è quello di promuovere e organizzare attività sportive in modo che tutti possano partecipare in un contesto di equità, rispetto e regole chiare. Le competizioni, anche quelle amatoriali, sono un elemento chiave per la crescita sportiva e sociale, e la presenza di arbitri, assistenti e osservatori è fondamentale per il buon esito di tali manifestazioni. L’arbitro, in questo contesto, non è solo un "giudice", ma un operatore fondamentale per garantire l’uguaglianza e la giustizia in ogni competizione. Inoltre, il regolamento prevede classifiche anche per le competizioni amatoriali, cruciali per il miglioramento individuale e collettivo.
Un ruolo indispensabile. L’arbitro della UISP svolge un ruolo insostituibile nelle competizioni amatoriali. Le critiche, le incomprensioni e la solitudine non fermano la sua passione. Senza di lui, il gioco perderebbe il suo senso più profondo. E questo è ciò che continua a motivare questi professionisti, che non cercano applausi, ma semplicemente giustizia. Roberto Ambu, arbitro e giudice sportivo della UISP di Cagliari afferma che "una partita è sempre composta da tantissime persone tra atleti e dirigenti, ed è necessario che il rispetto delle regole venga affidato ad un ruolo terzo che è l'arbitro, soprattutto a livello amatoriale come quello della UISP serve per far stemperare gli animi in campo. Ecco perché questa figura è importante."
La Mission UISP in ogni fischio. In un mondo dove la competizione è spesso vissuta come una sfida di successo o fallimento, anche nel mondo amatoriale, gli arbitri della UISP promuovono un’idea di sport diversa. Non è solo una questione di vittoria o sconfitta, ma di crescita e di fair play. Questo è il cuore della filosofia UISP. Solo chi ha avuto il privilegio di arbitrare gli utenti dei dipartimenti di salute mentale nell'evento "Matti per il Calcio" a livello nazionale e "Un Calcio ai Pregiudizi" a livello regionale, solo chi ha avuto il privilegio di arbitrare "Ragazzi/e e bambini/e non vedenti" in un calcio di calcio a 5, solo chi ha arbitrato le partite del "Calcio Camminato" tra soci di 60-70 anni, può capire più di tutti "il ruolo dell'arbitro/dirigente al servizio della mission della UISP. E dove c'è la Mission della UISP, c'è benessere, c'è gioia, c'è inclusione, c'è integrazione, c'è socializzazione, c'è comunità." Per gli arbitri, ogni fischio è una dichiarazione di amore per lo sport che, purtroppo, non sempre trova comprensione. Eppure, continuano a fare ciò che fanno, convinti che il vero valore dello sport stia nel rispetto reciproco e nelle regole che lo governano. La prossima volta che vedi un arbitro in campo, ricorda il loro impegno e la loro passione. Un piccolo gesto di riconoscimento può fare la differenza.
Vuoi contribuire a uno sport più giusto e inclusivo? Se condividi la passione per lo sport e il rispetto delle regole, unisciti alla squadra degli arbitri UISP di Cagliari! Contattaci a cagliari@uisp.it per maggiori informazioni.
[Da Cagliari, Pietro Casu, Responsabile Settore Comunicazione e Stampa di UISP Cagliari APS]
Un servizio al passo coi tempi, un lavoro congiunto tra la Segreteria di UISP Cagliari e i soci e Associazioni Affiliate UISP.
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