C'è chi si sta preparando alla prossima edizione, quella di domenica 14 aprile 2024, e i Comitati Uisp sono a lavoro per predisporre i percorsi e occuparsi dell'organizzazione della manifestazione in decine di città. Oggi come allora. Il 1 aprile 1984 venti diverse città alle 10.30 di mattina si preparavano a dare il via alla prima edizione di Vivicittà. Non era un pesce d'aprile, anche se l'originalità e la stravaganza di quella manifestazione podistica poteva lasciarlo intenedere. Puoi correre fianco a fianco con campioni dell'atletica che corrono in città diverse. E come? La classifica sarà unica e compensata attraverso coefficienti altimetrici. E fu proprio così.
L’Uisp allineava al via venti città e migliaia di persone. Città in competizione tra di loro, sportivi di ogni età e in ogni latitudine avvicinati dalla classifica unica compensata, da Palermo ad Aosta. In corsa anche loro, ognuno alla sua velocità. Erano gli anni ’80, l’Italia scopriva le stracittadine di massa e Vivicittà scrisse la storia.
Sono passati 40 anni. E allora proviamo a raccontarla quella domenica speciale. “Il via venne dato da Radio 1 Rai da Sandro Ciotti: incredibile, ma nessuno partì in anticipo!" scrisse Vanni Loriga, giornalista del Corriere dello Sport che fu il primo capoufficio stampa e che vogliamo ricordare a due anni dalla scomparsa perchè quel 1 aprile 1984 fu anche il suo. Ecco l'articolo di Vanni Loriga che rievoca la prima edizione di Vivicittà.
Che cosa successe quel 1 aprile 1984? Proviamo a mettere in fila qualche ricordo. "Italia, pronti via!", titolò il Corriere dello sport diretto all'epoca da Giorgio Tosatti. Partì così la "corsa più grande del mondo", ideata e organizzata dall’Uisp insieme all'Ellesse, marchio sportivo di Leonardo Servadio che, proprio a Perugia, sede dell'azienda, qualche mese prima, insieme all'Uisp, nel settembre 1983 aveva lanciato l'idea nel corso di un prologo piuttosto ardito per l'epoca.
Migliaia di sportivi con maglie azzurre, gialle e bianche, per differenziare la durata delle rispettive prove: mezzamaratona, dieci chilometri e non competitiva. Con l'Uisp una serie di partner diedero vita ad un evento sportivo nuovissimo: sport per tutti (all'epoca ancora non si chiamava così, l'Uisp era ancora Unione Italiana Sport Popolare) e tecnologia, grazie all'Arci media che incominciava a parlare il linguaggio strano dei computer. E poi l'Istituto di scienza dello sport del Coni che col professor Dal Monte rielaborava gli studi sul dispendio energetico e riusciva a "compensare" i vari percorsi, sulla base del profilo altimetrico. E poi la Fidal di Primo Nebiolo, attenta all'atletica spettacolo ma anche alla popolarizzazione di un'attività sportiva che davvero poteva essere alla portata di tutti. Infine il Gr1 Rai, che sposava l'innovazione e la rilanciava via etere: via simultaneo in diretta, alle 10.30. E la classifica unica compensata che in quella prima edizione fu vinta dai bielorussi Vladimir Kotov e Paulina Grigorienko, che tagliarono per primi il traguardo romano, sotto il Colosseo. Tra i primi cinque, atleti fortissimi come Totò Antibo (che corse a Palermo) e Anna Villani (che corse a Napoli). Da quella prima edizione Vivicittà iniziò a collezionare un albo d'oro tuttora ineguagliato: Pizzolato, Bordin, Laura Fogli, Robertà Brunet, Cova, Mei e gli imprendibili keniani...
Nel 1984, insieme a Legambiente, l'Uisp lanciò una sfida: fare dei centri storici dei luoghi da vivere e da rilanciare. Quella sfida è ancora oggi valida. Così come quella della solidarietà internazionale: nel corso degli anni Vivicittà si è corsa ovunque il suo messaggio di pace fosse necessario. Lo sport che guarda a quello che gli succede intorno, che si volta e si ferma, perchè non è vero che "lo spettacolo" deve continuare, sempre e comunque. Vivicittà si è corsa a Sarejevo, sotto le bombe, si è corsa nella Berlino del crollo del muro, si è corsas a Baghdad e a Korogocho, in Kenya, nella discarica del mondo.
Vivicittà si è rinnovata nel corso degli anni, ha mutato orario di partenza e lunghezza del percorso. Ma le caratteristiche identitarie sono le stesse: libertà di correre e di sentirsi parte di un unico grande evento sportivo, non dipende dalla tua andatura e nemmeno dall’abitare in una grande o piccola città, del nord o del Sud del nostro Paese. Uniti si vince, tutti insieme, anche nello sport. E questo messaggio risuona ancora, un messaggio di pace che l'Uisp porterà nelle strade di tutta Italia domenica 14 aprile. Ci vediamo lì. (I.M.)
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