Comitato Territoriale

Catanzaro

Da Gagliano al Fiume Corace per la camminata ecologica di settembre

Una splendida giornata di sole ha fatto da cornice all'ultima Camminata promossa dal Gruppo Escursioni Ecologiche del Comitato Territoriale UISP di Catanzaro domenica 28 settembre. La camminata ha ...

Circa 40 persone sono riusciti a risalire il fiume per diversi chilometri

Una splendida giornata di sole ha fatto da cornice all’ultima Camminata promossa dal Gruppo Escursioni Ecologiche del Comitato Territoriale UISP di Catanzaro domenica 28 settembre. La camminata ha preso il via dal quartiere Gagliano di Catanzaro da dove, scendendo una strada sterrata di contrada Cavaglioti, i circa quaranta partecipanti hanno raggiunto, in breve tempo, il Fiume Corace. Da qui è iniziata la lunga e incantevole risalita del corso d’acqua il cui antico come era Crotalus. Il fiume nasce nel territorio di Bianchi (Cs) e scende dapprima verso sud-est , con una lieve pendenza, attraverso i territori di Carlopoli, Cicala, Gimigliano e Tiriolo, a breve distanza di un altro importante fiume del catanzarese, l’Amato. I due corsi d’acqua, l’Amato e il Corace, corrono quasi paralleli a distanza di uno o due chilometri l’uno dall’altro, separati da una propaggine a quota 800-900 metri. Il corso dei due fiumi diverge in corrispondenza del monte Tiriolo, per cui l’Amato sfocia nel mare Tirreno, mentre il Corace, dopo aver ricevuto le acque del Torrente Acciaio e dei fiumi Melito e Usito, sfocia nel mar Ionio, in prossimità dei quartieri sud di Catanzaro. Il Corace mostra ancora oggi i segni di quanto in passato il suo letto fosse molto ampio. Infatti, il fiume era navigabile dalla foce per lunghi tratti, rappresentando così una via di comunicazione importante per il territorio. Dal punto di vista storico al Corace è legato il nome dell’Abbazia di S.Maria di Corazzo, fondata dai monaci benedettini nel secolo XI lungo l’alto corso del fiume, e abbandonata dopo il disastroso terremoto del 1783. Qui Gioacchino da Fiore vestì l’abito monacale, divenendone subito dopo abate, e sempre qui scrisse le sue opere principali. Gli escursionisti dell’UISP sono riusciti a risalire per diversi chilometri il fiume, immergendosi diversi volte nelle sue fresche acque prima di prendere una nuova strada sterrata che li ha ricondotti al quartiere Gagliano di Catanzaro.