Comitato Regionale

Emilia-Romagna

Una denuncia allo sport "del" doping

Il 14 marzo presentato al dipartimento di scienze giuridiche di Bologna il nuovo libro di Alessandro Donati, collaboratore della Wada, che documenti 35 anni di lotta all'uso di sostanze dopanti

La copertina del libro "Lo sport del doping" di Alessandro Donatidi Francesco Costanzini - redazione Uisp Bologna


BOLOGNA - "Lo Sport del doping". Un titolo forte, un genitivo provocatorio quello che ha caratterizzato la presentazione, promossa da Uisp e Libera, dell'omonimo libro di Alessandro Donati, collaboratore della World Anti-Doping Agency, presentato il 14 marzo a Bologna al dipartimento di scienze giuridiche. "Il testo è un fil rouge che copre 35 anni di attività nel campo della lotta al doping, una storia agita per contrastare il muro di omertà che circonda questo mondo". Così Pierguido Soprani, ex magistrato titolare dell'inchiesta antidoping "Il prezzo del silenzio" svolta dal '98 al 2003, ha esordito parlando del libro del suo collaboratore e amico Donati. Nelle parole di Soprani si ripercorrono anche ha i paradossi degli scandali del passato, le indagini svolte senza i protocolli attuali, fino a quando il doping è entrato nell'ordinamento giuridico: "Per decenni gli atleti di livello sono stati incanalati in pratiche in cui le istituzioni hanno giocato un ruolo non propriamente passivo".

"Come la droga, il doping non si può annientare. Ma le analogie tra i due fenomeni - ha osservato Donati aprendo il suo intervento - sono tante, specie nel mercato degli amatori. La iper-produzione farmaceutica, non soggetta a controlli di organismi istituzionali, una volta saturato il mercato dei malati ha visto negli sportivi una categoria appetibile e redditizia. Con loro anche i militari, oltre al mondo del culturismo e a quello dello spettacolo, con falsi usi terapeutici specie nelle cliniche anti-aging". Accuse pesanti e ampiamente documentate nel testo, la cui presentazione pubblica è servita anche per proporre soluzioni alle distorsioni presenti nel mondo dell'avviamento allo sport. "Una delle strade da percorrere - è l'assist che il professore ha lanciato alla Uisp - è la ristrutturazione delle attività giovanili, erroneamente integrate in meccanismi pensati dagli e per gli adulti. Spesso vengono insegnate delle ossessioni, la specializzazione precoce rovina. Il punto di partenza è la scuola con la compartecipazione delle società sportive del territorio per un progetto di Confederazione dello sport giovanile in cui al centro ci sia il gioco, l'unica cosa di cui hanno bisogno i bambini". Al livello invece dello sport di vertice la proposta di Donati è quella che i controlli ("longitudinali, completi") vengano gestiti da organismi neutri.

Alessandro Donati, collaboratore della WadaSpazio al dibattito. Rispondendo alle domande del pubblico, il professore ha affrontato altri argomenti correlati. In primis la questione dei fondi dedicati allo sport e degli investimenti tramite le forze armate. "In Italia - ha affermato Donati - gli atleti di vertice sono spesso militari. Ci si chiede pertanto come il Coni utilizzi i finanziamenti ingenti che riceve dallo Stato. Interessante inoltre analizzare il meccanismo dei 'grandi eventi', spacciati come momenti di crescita del movimento e che invece lasciano alle spalle solo debiti. Mennea, che spinse Monti a rinunciare a Roma 2020, ha verificato in uno studio il sistematico indebitamento dei Paesi che ospitano le Olimpiadi". Spazio anche a una revisione della concezione di farmaco dopante. "Il 66% degli amatori dichiara l'assunzione di anti infiammatori e farmaci. A mio avviso anche questi inibitori del dolore andrebbero ritenuti dopanti". Tra gli altri temi anche un'analisi del coinvolgimento della criminalità organizzata nel commercio del doping, "dai furti alla distribuzione".

Presenti all'incontro anche Stefania Bottazzi, collaboratrice del prof. Donati e responsabile del progetto Palestra Sicura che punta a creare un elenco certificato di strutture libere dal doping, che ha introdotto la riflessione. Con lei anche il professore Carlo Bottari dell'università di Bologna, che ha contestualizzato il tema del doping nello sport di base, ricordando il primo libro di Donati (ritirato dal mercato) "Campioni senza valore". Donati ha preso la parola in un'aula piena di studenti e dirigenti sportivi, ricordando di quando conobbe Soprani in un'indagine intricata che toccava il cuore delle vicende legate al doping, cogliendo cosí l'occasione per dedicargli il suo lavoro.