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Riforma del Terzo settore, ore decisive per il suo futuro

In attesa del correttivo al Codice, arrivano importanti segnali dalla Comm. Aff. Costituzionali del Senato: "Lo sport è sociale". Parlano V.Manco e T.Pesce

 

Sono giorni di attesa per l’intero Terzo settore italiano. Il “conto alla rovescia” è ormai agli sgoccioli: entro giovedì 2 agosto, infatti, deve essere approvato il decreto contenente disposizioni integrative e correttive al D.lgs. 117/2017, meglio conosciuto come Codice del Terzo settore.

Con una lettera aperta al Governo, il Forum Nazionale del Terzo Settore, nei giorni scorsi, facendo seguito a quanto già sostenuto in sede di audizioni presso la XII Commissione Affari sociali della Camera e la I Affari costituzionali del Senato, ha chiesto di rispettare i tempi per portare a compimento la riforma, emanando almeno un primo correttivo al Codice, che contenga le indispensabili modifiche e precisazioni relative al funzionamento delle organizzazioni, al trattamento fiscale e alla proroga dei tempi per gli adeguamenti statutari.

“In un quadro normativo non chiaro, adempimenti fondamentali come la modifica degli statuti sociali, il cambiamento della qualifica giuridica degli enti o la costituzione di nuovi soggetti – ha dichiarato la portavoce del FTS Claudia Fiaschi - non potrebbero essere portati a compimento”.

A poche ore dalla scadenza cresce la preoccupazione per le oltre 336 mila organizzazioni di Terzo settore che si trovano a dover interpretare norme incomplete e a volte di difficile attuazione, che creano un clima di forte incertezza, di fronte anche all’annunciata proroga, in sede parlamentare, di almeno 4 mesi. Prendere tempo per ridiscutere alcuni punti della riforma legislativa ma, di fatto, lasciando gli enti senza le indicazioni necessarie per poter continuare a svolgere utilmente le loro attività.

Una posizione, quella del Forum, pienamente condivisa anche dall’Uisp, che ritiene importante uscire da questa fase con una normativa chiara e certa e con strumenti utili al completamento della riforma, auspicando che con il correttivo al Codice arrivi una indispensabile armonizzazione con la normativa di riferimento in vigore per l’associazionismo sportivo dilettantistico e per la promozione sportiva.

Il Governo, che ha ricevuto i pareri delle competenti commissioni parlamentari, deve decidere ora cosa fare. A tal riguardo riveste assoluto interesse il parere espresso dalla Commissione Affari costituzionali del Senato, che nella seduta del 10 luglio aveva audito, come unica organizzazione sportiva, proprio l’Uisp, rappresentata dal vicepresidente nazionale Tiziano Pesce.

“Siamo fiduciosi che le istanze del mondo della promozione sportiva di base, che come Uisp pensiamo di aver organicamente rappresentato in sede di audizione al Senato – afferma Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – possano essere recepite dal Governo nel Codice del terzo settore. (GUARDA IL VIDEO dell’audizione).  Del resto, lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel rendere le dichiarazioni programmatiche dell’Esecutivo davanti alle Camere, aveva richiamato espressamente, a proposito della riforma del terzo settore, il contributo al miglioramento della qualità della vita offerto dalla pratica sportiva ponendola fra gli obiettivi prioritari dell’azione del governo”.

“C’è bisogno assoluto che il legislatore superi – aggiunge Manco - il ‘doppio binario’ creatosi”: da un lato, gli Enti del terzo settore che svolgeranno attività di interesse generale, all’interno del Registro unico del TS, dall’altro, lo sport dilettantistico, attività sì di interesse generale prevista dall’art. 5 del decreto 117 che non troverebbe però motivazioni ad entrare nel terzo settore, dovendo applicare un regime fiscale più oneroso.  Fuori dal perimetro del terzo settore, poi, l’associazionismo sportivo resterebbe escluso dai rapporti di favore con gli enti pubblici. Eppure, il “valore sociale” dello sport dilettantistico e la sua pacifica riconduzione all’art. 118, della Costituzione è risultato condiviso, anche in tutte le fonti internazionali". 

Valore sociale dello sport che la I Commissione del Senato della Repubblica, nella sostanza, invece riconosce e mette al centro del proprio parere trasmesso al Governo.

“Abbiamo accolto con molto favore e fiducia il parere approvato il 25 luglio dalla I Commissione del Senato (CLICCA QUI PER LEGGERE IL TESTO INTEGRALE), che ringraziamo per l’attenzione prestata – racconta Tiziano Pesce, vicepresidente nazionale Uisp – e che, di fatto, recepisce tutte le nostre istanze, nel richiedere con nettezza al Governo di apportare modifiche volte ad agevolare l’iscrizione delle associazioni sportive dilettantistiche nel Registro unico a partire dal mantenimento dell’applicazione delle disposizioni tributarie del TUIR, prevedendo espressamente che l’iscrizione nel registro unico del terzo settore non sia incompatibile con l’iscrizione nel registro delle associazioni e società sportive dilettantistiche tenuto dal Coni”.

“Sono ormai 12 mesi poi – aggiunge Pesce – che in tutte le sedi competenti ribadiamo la problematica introdotta dall’art. 35 del Codice rispetto agli Enti di promozione sportiva: anche su questo punto la I Commissione del Senato recepisce integralmente la nostra posizione prevedendo che gli EPS riconosciuti dal CONI si considerino associazioni di promozione sociale in quanto enti composti da soggetti senza scopo di lucro che promuovono attività di interesse generale".

Nel frattempo, l’Uisp non perde occasione per continuare a chiedere alla politica, alle istituzioni e al sistema sportivo, l’assunzione di una responsabilità profonda per una riforma di sistema che provi a farsi carico delle trasformazioni della domanda di sport, che faccia chiarezza sul chi fa che cosa, con quali risorse dedicate, con quali figure dirigenziali ed operative. Il tutto in un rapporto chiaro tra sistema sportivo e politiche pubbliche.