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Ravenna-Lugo

Bovolenta, il vuoto che lascia una grande persona e grande atleta

 

Quando uomo di appena 38 anni ci lascia improvvisamente è sempre un dramma, se questo poi accade lasciando in un attimo una moglie e quattro figli di pochi anni si tratta davvero di una tragedia. Vigor Bovolenta, Bovo per tutti quelli che hanno giocato e lavorato nel mondo del volley dell'ultimo ventennio, se n'è andato così sabato sera, in una serata di sport, il suo sport, e sul campo di gioco. L'intero mondo dello sport ha perso una persona, un atleta, un campione grandissimo, e non solo per la sua statura. Un grande che ha scelto di salutare tutti dal campo di gioco.

Dopo 553 partite in Serie A fino alla scorsa stagione, 316 vittorie, 1241 muri, 3824 punti e chissà quanti salti, Bovolenta aveva deciso di chiudere la sua carriera in B2 a Forlì abbracciando un progetto nuovo nel quale avrebbe dovuto rappresentare il valore aggiunto in campo attorniato da tanti giovani e dietro la scrivania come futuro dirigente e responsabile marketing.

Vigor se n'è andato con un palmares impressionate in uno sport come quello della pallavolo, dopo aver attraversato il periodo della «generazione dei fenomeni». Aveva iniziato la sua carriera professionistica a Ravenna arrivando dalla provincia di Rovigo, esordendo in prima squadra a 16 anni ai tempi di Kiraly e Timmons, vincendo lo scudetto del 1991 e successivamente la Coppa Italia. Nella sua bacheca ci sono anche tre Coppe dei Campioni, una Coppa Cev e due Supercoppe Europee. Dopo Ravenna, ha giocato a Ferrara, Roma, Palermo, Modena, dove ha conquistato altro scudetto e questa volta da protagonista assoluto, Piacenza e Perugia. Poi l'approdo a Forlì, anche se il capitolo più importante della sua carriera è sicuramente quello della Nazionale, dagli anni Novanta con Julio Velasco fino alle Olimpiadi di Pechino 2008 con Anastasi, un argento olimpico ad Atlanta 1996, quattro World League, due Europei ed una Coppa del Mondo.

Dopo 21 anni di Serie A solo pochi mesi fa Bovolenta aveva salutato tutti, dirigenti, giocatori ed allenatori della massima categoria, con una bellissima lettera aperta nella quale ringraziava l'intero mondo del volley «per le emozioni e le esperienze che mi ha permesso di vivere». Aveva deciso di rimanere a Forlì, lui che abitava a Ravenna con moglie e figli, per lavorare alla ricostruzione della società e restare vicino alla sua famiglia. Le ultime righe della sua lettera recitavano: «Ringrazio tutti con un unico abbraccio per essermi stati vicini sempre, anche nei momenti meno semplici. Dedico la mia carriera, fatta di vittorie importanti ma anche di sconfitte, a mio fratello Antonio, che mi guarda da lassù».

Ora Bovo ha raggiunto Antonio lassù, e chissà quanti salti farà ancora in mezzo agli angeli. Un abbraccio fortissimo alla moglie Federica ed ai suoi bimbi da parte di tutta la Uisp.

Ciao Bovo, ci mancherai.

 

 

 

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