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Modena

Chiusura delle piscine domenica 6 febbraio: ecco il comunicato congiunto Uisp-Csi

Le presidenti Tavoni e Carta si rivolgono al Governo e non solo: «Il Comune ci ha dato grandi aiuti, ma il caro bollette è una mazzata, bisogna intervenire a livello più alto».

 


Sono numeri preoccupanti, che determinano il rischio chiusura per tutti gli impianti natatori della regione e della provincia di Modena: dopo il Covid, il rincaro dei costi energetici ha messo di nuovo in ginocchio le piscine ed è per questo che anche Dogali e Pergolesi aderiscono alla giornata di chiusura indetta a livello nazionale per domenica 6 febbraio. Un segnale forte mandato al Governo, cui si associano anche in città la piscina dei Vigili del Fuoco gestita dall’Ass. Amici del Nuoto e la piscina Corassori Nuoto 360, in provincia le piscine della società Wesport e la piscina Appennino Blu di Pavullo nel Frignano gestita da Appenninosport.

In Emilia-Romagna si parla di 30mila lavoratori col posto a rischio. Perché? Le limitazioni impongono ancora di non riempire le vasche oltre il 40%; il calo di fatturato, nell’ordine del 50-60%, è stato compensato solo al 5% dai ristori governativi; come se non bastasse, nelle ultime settimane è arrivato il cosiddetto “caro bollette” con aumenti fino al 100%. Solo per fare un esempio: in un impianto di medie dimensioni si registravano nei mesi invernali circa 20.000€ al mese di utenze, oggi siamo oltre 35.000€, ciò significa una stima vicina ai 180.000€ di rincari annui su un singolo impianto. In più, con la nuova ondata pandemica, si registrano ogni giorno disdette e cali di affluenza.

Non fanno eccezione, purtroppo, gli impianti cittadini delle Dogali e delle Pergolesi. Rispetto ad altre realtà, le due piscine cittadine hanno potuto usufruire di aiuti consistenti da parte del Comune di Modena, che hanno alleviato le perdite da Covid. Ora però il rincaro dei costi energetici rappresenta una nuova, inaffrontabile mazzata proprio quando gli impianti speravano di potersi rialzare.

 

«La questione energetica è una seconda pandemia – raccontano all’unisono Vera Tavoni, presidente Uisp Modena, ed Emanuela Carta, presidente Csi Modena – e riguarda non soltanto noi ma l’amministrazione comunale stessa, che pure qui a Modena ci ha aiutato con una scelta politica e di campo ben precisa nel considerare lo sport come colonna portante del tessuto sociale cittadino. Se a ciò uniamo una contrazione incredibile degli iscritti, il quadro è davvero desolante. Per questo aderiamo a una protesta che faccia sentire la nostra voce soprattutto a livello più alto, al Governo, all’Europa, a chi può intervenire con aiuti o con un controllo sui prezzi».

 

Le proposte del coordinamento Piscine Emilia-Romagna sono assai concrete: un aiuto a fondo perduto da 150 milioni di euro, l’estensione dell’Ecobonus 110% agli impianti natatori per un efficientamento energetico di cui c’è necessità assoluta, un contributo dal Mise, che annoveri le piscine tra gli impianti energivori, la messa in campo di un nuovo Bonus Piscine da parte della Regione. A questo proposito proprio ieri Bonaccini ha incontrato i rappresentati dei gestori.